La leggenda delle ciminiere dell'Enel: così alte (ma non le più alte) per "superare" il centro storico di Rossano
Dopo Porto Tolle, Torrevaldaliga e Spezia i camini della centrale di Sant'Irene-Cutura con i loro 205 metri sono i più alti. Un impatto mostruoso per non mandare i fumi nel centro abitato
CORIGLIANO-ROSSANO - Da mezzo secolo a questa parte le due ciminiere della ex centrale elettrica ENEL sono diventate punto di riferimento per i viaggiatori che transitano sulla statale 106; arrivando da nord, quando si giunge nei pressi, gli abitanti di Rossano e dei paesi a sud, telefonino in mano per avvisare che ormai si è a casa.
Visibili da tutta l’area della sibaritide e dal Pollino le ciminiere hanno fatto parte del paesaggio che presto però sparirà alla nostra vista. Già nello scorso anno 2023 dovevano iniziare i lavori di abbattimento che ora, a detta di ENEL, inizieranno nel corrente 2024.
Le due torri sono state costruite tra il 1970 ed il 1974 per convogliare i fumi della centrale verso l’alto; crescevano a vista d’occhio ed ogni giorno i più curiosi cercavano di individuare a quanti metri dal suolo si giungeva.
I due camini rossanesi non sono però i più alti d’Italia. Il record di altezza spetta alla Centrale di Porto Tolle (RO) ed a quella di Torrevaldaliga sud (Civitavecchia) con ben 250 metri, segue poi quella di Spezia con 220, Le ciminiere di Rossano seguono con 205 metri e poi troviamo Brindisi Cerano con 200 e Piombino con 195.
In tutti questi posti i camini, nel tempo, sono entrati a far parte del paesaggio.
Recentemente un quotidiano nazionale, Il Secolo XIX, ha lanciato la proposta tra i cittadini di Spezia di non abbattere il camino, lanciando un concorso di idee su come sfruttarlo al meglio ai fini turistici, vista la dismissione della Centrale.
Non si tratta di un caso isolato di come utilizzare al meglio vecchi resti industriali in disuso.
Un esempio lo abbiamo proprio in Calabria: il vecchio elettrodotto che collegava Sicilia e terraferma non è più dotato di cavi aerei, visto che è stato costruito l’elettrodotto sottomarina attraverso lo stretto, ma restano in piedi i piloni di Santa Trada in Calabria e Torre Faro in Sicilia. Qualche anno addietro ci fu una proposta di abbattimento del pilone calabrese, ma si opposero i cittadini di Cannitello ritenendolo ormai perfettamente inserito nel paesaggio. A Santa Trada, sotto il pilone, hanno realizzato uno dei centri ricettivi più esclusivi della Calabria.
Tornando alle nostre ciminiere rossanesi che saranno abbattute entro il 2025, ricordiamo che furono costruite così alte perché ci fu una richiesta specifica dell’allora Commissario Prefettizio il quale voleva escludere qualsiasi possibilità che i fumi dessero fastidio ai cittadini. Ricordiamo che in quegli anni il grosso degli abitanti rossanesi era del Centro Storico.
Si racconta, ma non ci sono notizie certe, che la Centrale fosse stata proposta prima al vicino comune di Corigliano Calabro, che ne rifiutò l’insediamento, mentre il dottor Cerminara che gestiva allora il Comune di Rossano come Commissario Prefettizio, colse l’occasione al volo, concedendo il sito, espropriato agli Amantea, al di qua del Cino e chiedendo serie contropartite all’ex Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, prioritariamente l’altezza delle ciminiere, oltre a benefit economici.
Tra le altre cose, i cittadini di Corigliano lamentavano che i fumi spesso spiravano nella loro direzione, asserendo di subire la beffa oltre al danno, ma la cosa non sembra abbia avuto supporto tecnico scientifico da parte dei meteorologi.
Nella gente comune è prevalsa poi la convinzione che a seguito di questo scippo di Rossano a Corigliano, il comune ausonico abbia poi negato la costruzione dell’oleodotto dal porto di Sibari verso la Centrale.
Non si sa se e quante di queste convinzioni siano vere o false, ma il dibattito sulla Centrale dell’ENEL è stato sempre molto partecipato.
Adesso si spera solo che il sito venga sfruttato per creare ulteriori occasioni di lavoro serio ai cittadini di Corigliano Rossano.