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La Feltrinelli, la grande teleferica di Rossano e quel delitto del '49 rimasto impunito

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Il connubio Feltrinelli – Rossano ha avuto grandi meriti per ciò che riguarda la nascita del nuovo e moderno sito cittadino dello Scalo di Rossano.

Una buona opportunità lavorativa veniva offerta a diverse decine di rossanesi nell’industria del legname proprio dall’azienda milanese della Feltrinelli che, nel 1935 giungeva in Calabria, realizzando moderni impianti per far giungere i tronchi dalla Sila fino alle rive dello Jonio per poi caricarli sui bastimenti e distribuirli nel Paese.

L’azienda milanese nasceva a Milano per opera dei fratelli Feltrinelli fu Faustino nella prima metà dell’800, per l’esattezza nel 1846; mentre Pio IX saliva al pontificato ed il Lombardo Veneto - integrato nell’Impero Asburgico - sperava in una Italia federata, nel Comune di Gargnano, avendo come scopo l’attività forestale, la lavorazione ed il commercio dei legnami.

A Gargnano, che affaccia sul lago di Garda, affluivano - in carovane di carri - dai boschi del Trentino e della Pusteria i tronchi che, dopo la prima trasformazione, raggiungevano i magazzini di vendita di Desenzano e di Milano.

Poi l’azienda estendeva la sua rete di filiali installandosi a Genova, Venezia, Verona, Mantova, Roma, Napoli e Messina ed all’estero, principalmente in Africa, in Austria, in Bosnia ed in Ungheria.

Nel 1906 veniva costruita a Fiume (oggi Rijeka) la Spa italo-ungherese per l’industria forestale, che prese poi la denominazione di “Società Forestale Feltrinelli”, la cui prevalente attività era esercitata a Sibiu, in Transilvania (Romania).

Con le costruzioni di strade, ferrovie, teleferiche, impianti industriali e grandi opere d'urbanizzazione, questo centro subì una così gran trasformazione che, dopo la seconda guerra mondiale, quando il governo rumeno nazionalizzò l’industria privata, molte opere di pubblico interesse potevano essere ascritte al merito di quest'iniziativa imprenditoriale.

La teleferica rossanese è stata costruita ad iniziare dagli anni ’20 del secolo scorso.

Alla fine degli anni 30, la Fratelli Feltrinelli era presente anche in Libia (a Tripoli e Bengasi) ed in Albania (a Durazzo e Coritza). Sul territorio nazionale aveva impiantato nuove segherie a Caoria (Trento), a Coritenza di Bisterza (allora in provincia di Fiume) ed in Calabria a Catanzaro Marina, Villa San Giovanni, Camigliatello, Gambarie, Rossano, San Giovanni in Fiore, oltre che a Tirano, Edolo, Bagolino, Lavone, Stenico e Pinzolo.

Per Rossano, ma anche per gli altri centri calabresi, l’avvento di un’azienda di grandi dimensioni è coinciso col lavoro certo e duraturo e, quindi col benessere per i dipendenti, per l’indotto e per la città. Nel centro bizantino sono state costruite due teleferiche che dal Monte Paleparto (il monte più alto della Sila Greca), portavano i tronchi all’attuale scalo rossanese, precisamente nello spazio attualmente occupato dalla chiesa dei Giuseppini e dall’oratorio annesso.

Considerando l’epoca in cui è stata costruita e progettata, l’opera era senza dubbio di grande valore strategico. Come sempre succede però ci sono stati, anche in quella situazione, i signori del “no” che con argomenti vari cercavano di mettere in evidenza le negatività, nascondendo le positività.

Alcuni reperti, che ormai fanno parte dell’archeologia industriale di quegli anni, sono ancora visibili lungo il percorso di diversi chilometri della teleferica. Uno studio approfondito è stato svolto dall’appassionato di storia locale Paolo De Benedetto, che ha rilevato il percorso sulla base dei reperti e delle testimonianze raccolte. Significativo il commento su Facebook di una persona, attualmente emigrata in Argentina, che ha scritto testualmente in questo modo: “Anno 1953 scendevo dalla Sila allo Scalo a caballo dei troncos fino a Matassa. Un saluto da Buenos Aires”.

Quando girano soldi, si sa che da sempre gli appetiti di uomini senza scrupoli non sono mai mancati ed anche la teleferica rossanese ebbe il suo delitto per ragioni economiche.

Il sei settembre del 1949, in località Rinacchio, viene trovato morto Salvatore Bauleo. Era l’uomo che portava generi di prima necessità agli operai e con questi anche la paga per molti di loro, ben 613.000 lire.

Tanti i sospettati nell’immediatezza del delitto, compreso il responsabile della Feltrinelli Giulio Tordino, ma dopo diverse indagini e gradi di giudizio, l’omicidio restò senza condannati.

Resta nella memoria collettiva l’importante opera rossanese che per circa trenta anni è servita a dare lavoro a tanti, mentre oggi la città nuova di Rossano, lo Scalo, la vediamo che è sorta attorno all’opera del Murialdo, alla quale Feltrinelli ha fatto dono dei terreni utilizzati come stazione di arrivo della teleferica.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide