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Un tuffo nella storia di Bocchigliero, per scoprire l’origine del misterioso toponimo

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BOCCHIGLIERO - Dislocata a Sud-Ovest nel terri­torio della Sila Greca, a 870 m s.l.m. sulla diramazione di una cate­na montuosa che raggiunge i 1.454 m e ne concede un’ampia e incante­vole veduta sino allo Jonio, incasto­nata nel Parco Nazionale della Sila, avente una superficie territoriale di 9.710 Ha, confinante con i Comuni di Campana, Pietrapaola, Longo­bucco, San Giovanni in Fiore, Sa­velli (KR), incontriamo la contem­poranea Bocchigliero, un comune montano di circa milletrecento abitanti in Provincia di Cosenza, sulle cui antichissime origini le tesi storiografiche sono tuttora dubbie, anche se la documentazione, gl’in­dizi e i reperti rinvenuti fanno pre­supporre che ci troviamo di fronte a un sito risalente all’età neolitica, sui cui ruderi nacque in un primo momento un insediamento romano. I suoi abitanti si chiamano Bocchiglieresi.

Ecateo di Mileto (geografo e storico greco) parla di Arinthe come di un’antica città Eno­tria mentre il Lenormant, argomentando sull’attuale cittadina silana, riferisce che probabilmente questa è nata sulla vetusta città Bruzia di Arinthe, e verosi­milmente sarebbe stata fondata intorno all’800 d.C.   

Anche sulla derivazione del suo toponimo le ipotesi aprono alle più ampie interpretazioni. La prima è quella, secondo quanto riportato, che il toponimo Bocchigliero potreb­be derivare molto probabilmente da Buccolieri, un cognome o soprannome avente origine dalla lingua francese (bouclier/brocchiere) oppure (bouteiller/ cantiniere). La seconda sarebbe quella della sua origine latina, ovvero scaturi­rebbe dal toponimo Bocchilierus che vuole dire luogo abitato da pastori, nome che ci riporta alla presenza in loco di coloni Romani appunto molto dediti alla pastorizia. Infine, una terza, quella citata da A. Bastanzio1, secondo il quale il nome Bocchigliero, sarebbe di derivazione latina e avrebbe una chiara corrispondenza semantica con il nome Longobucco (bucchus/selva, bosco). Ma non manca anche chi ne suppone il nome come un richiamo all’arte di bottigliere ossia coloro che erano addetti alla lavora­zione delle botti, un lavoro artigia­nale molto presente nel territorio.

Gli autori2 Ludovico Aurea, Fran­cesco Filippelli, Nicola M. Papparel­la, nella loro monografia edita dalla Grafosud, riportano dell’esistenza in loco d’insediamenti umani di tipo nomade, risalenti probabilmente all’Età del Bronzo e del Ferro, di cui parla l’archeologo Armando Taliano Grasso, oltre che del ritrovamento nei pressi del fiume Arenzana, di al­cune schegge di ossidiana e reperti risalenti al V sec. a.C., “punte di freccia in selce, frammenti di macine e una punta di lancia in pietra”, ritrovate per caso e recuperate sulle alture del suo territorio nelle zone di Dissella, Manina, Rusiallo, San Salvatore, Tre Arie insieme ad altri manufatti preservati opportunamente nei musei della Calabria. Sull’argomento, gli autori, attingendo a fonti biblio­grafiche del Giangiulio (1989), Givigliano (1978) e Bastanzio (2005), offrono, a riguardo, una minuziosa descrizione. Il suo territorio, intorno al IV secolo a.C. fu dimora di uno stanziamento bruzio, del quale ancora è possibile avvistarne alcuni resti relativi a una sorta di recinzione rinforzata, non dissimile da quelle esistenti sul sito confinante di Pietrapaola comunemente definite Muraglie di Annibale.

Ma, il territorio di Bocchigliero, circa il profilo storico-archeologico non è solo questo, poiché ci presenta altre sorprese e ricchezze tra cui alcuni prodotti lavorati a mano di epoca romana, i resti di un oratorio basiliano-normanno rinvenuto sulle alture della nota contrada Basilicò nella località detta del Cozzo della Chiesa e la presenza di tracce molto antiche come il basamento di un vaso di bronzo insieme ad alcuni siti archeologici di straordinario interesse fruibili al visitatore, tra cui si vogliono ricordare quello di Basilicò presente sul monte omonimo e gli altri di età neolitica come quello delle Grotte di Donna Filippa e quelli presso le località Monumento e Macchia del Calvario3.

Di grande interesse artistico sono invece alcuni edifici presenti come la Chiesa Matrice, dedicata all’Assunta e risalente al Seicento, il suo campanile, la piccola Chiesa di Basilicò, la Chiesa di San Francesco, di San Leonardo, il Monastero dei Riformati conosciuto più comunemente come Santuario della Madonna de Jesu, costruito sul finire del XVI secolo e la presenza di molti palazzi nobiliari.

Come tutti i paesi dell’entroterra anche Bocchigliero deve l’espansione urbanistica del suo insediamento antico intorno al X secolo, periodo in cui le popolazioni presenti sulla costa cercarono rifugio sui versanti collinari e montuosi della pre-Sila allo scopo di sottrarsi alle frequenti incursioni e intimidazioni saracene. Un centro urbano disposto a zone che ancora oggi mantiene la sua conformazione propria medioevale, nonostante le non po­che trasformazioni succedutesi attraverso i secoli, fatta di vie piuttosto strette e abitazioni tra loro accostate.

Secondo lo storico don Giuseppe Scafoglio, per capire con precisione le origini di Bocchigliero circa il profilo storico-documentale è necessario fare riferimento al documento più antico trovato nel grande archivio di Napoli datato 1344. Si tratta di una fonte sicura e di un documento ufficiale risa­lente al primo anno di regno di Giovanna, prima regina di Napoli, dal quale si evince l’esistenza di “un contratto di permuta, tra il conte Carlo Ruffo da Montalto e Michele Cantone da Messina” con quest’ultimo che cede il terri­torio di Bocchigliero al conte Ruffo.

Successivamente Bocchigliero, sede da sempre di un fiorente artigianato tessile, si formò come Casale dipendente dal Feudo dei principi Spinelli di Ca­riati rimanendovi sino al 1678. Il Casale si avvicendò poi per circa un venten­nio, fino al 1694, come dipendenza dei Labonia, per finire in seguito nei posse­dimenti feudali dei Sambiase che ne detennero la sovranità sino al 1806, anno in cui entrarono in vigore le leggi sulla eversione della feudalità, così come pre­visto dall’ordinamento predisposto dai Francesi. Le vicende feudali che interes­sarono Bocchigliero alla fine del XVIII secolo, per la precisione nel 1799, fanno registrare, altresì, la sua appartenenza al Distretto di Cirò, mentre in seguito al 1806, questa venne inserita come ‘luogo’ a far parte del Governo di Umbriatico fino al 1811, anno in cui acquisì la sua autonomia amministrativa con la eleva­zione a comune autonomo facente parte del Circondario di Campana.

Dopo l’Unità d’Italia, anche Bocchigliero, come del resto la stragrande mag­gioranza dei comuni, non fu immune dal triste fenomeno del brigantaggio che si manifestò attraverso la presenza di numerose bande di briganti e da altre circostanze luttuose e poco piacevoli caratterizzate dai disastrosi movimenti tellurici del 1836, 1870, 1905 che interessarono gran parte del territorio silano, come pure va ricordata l’epidemia del colera che si diffuse sul territorio sia nel 1837 e successivamente a distanza di trenta anni anche nel 1867.

Oggi, la Bocchigliero contemporanea non è dissimile dai numerosi pae­si dell’entroterra del territorio della Sila Greca. Ingranditosi sotto il profilo urbanistico nei nuovi rioni della Riforma, della Fischia, San Rocco e altri ancora si presenta con le sue caratteristiche tipiche del borgo silano, dal forte interesse turistico, proiettata a far conoscere al visitatore il suo centro storico ricco di arte, le sue tradizioni, la sua gastronomia e offrire un piacevole relax nel cuore verde della Sila.

 

BIBLIOGRAFIA

1Cfr. Alfonso BASTANZIO, Linee storiche sull’origine di Bocchigliero, in http://xoomer. virgilio.it/pellegrinorocco/Archeologia.htm.

2 Cfr. Ludovico AUREA, Francesco FILIPPELLI, Nicola PAPPARELLA, Bocchigliero dall’antichità ai giorni nostri. Tra storia e storiografia, Grafosud, Rossano 2010.

3 Cfr. Alla scoperta dei borghi silani: Bocchigliero, in http://www.portalesila.it/alla-scoperta-dei-borghi-silani-bocchigliero/; Passeggiando fra i siti archeologici di Bocchigliero, Parco della Sila, Arte, Siti archeologici in http://www.invacanzaneiparchi.it/ntl/portal?a=1416&1=0

(Foto di Mimmo Sicilia)

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica