4 ore fa:Il dottor Nasso salva una 78enne con un'innovativa procedura ibrida
5 ore fa:Unical, il professor Zimmaro nominato Corresponding Member del Comitato Tecnico Internazionale di Ingegneria
32 minuti fa:Strade provinciali, Chiaravalle a Papasso: «La nostra amministrazione ha sempre considerato il territorio cassanese una priorità»
2 ore fa:Commercio, Lo Papa (Fisascat Cisl Calabria) chiede «più ispettori del lavoro e meno liberalizzazione»
1 ora fa:Equinozio di primavera, la Sibaritide ripiomba nell'inverno: la notte scorsa è stata la più fredda
3 ore fa:Statale 106, Occhiuto rivendica: «Arrivati 3,8 miliardi in 3 anni, grazie al centro destra»
2 ore fa:Per Valentino (Filcams Cgil) «giustizia sociale e legalità devono camminare insieme»
1 ora fa:«Riorganizzare le strutture amministrative in modo da favorire flessibilità, collaborazione e trasparenza»
3 ore fa:Caro energia, Cugliari (Cna Calabria): «Situazione drammatica. Subito interventi strutturali»
4 ore fa:Co-Ro si prepara ad un fine settimana ricco di appuntamenti

Una leggenda antica centinaia di anni quella del lupo mannaro in Calabria

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Uomini che di solito si trasformano in animali durante le notti di luna piena. I lupi mannari o licantropi, da sempre riempiono le pagine di fumetti e libri basati su storie fantastiche, nonché di film che affascinano il pubblico.

Le leggende che narrano sulla vita di queste strane creature, provengono da tutti gli angoli del pianeta e, con grande sorpresa, scopriamo anche dalla Calabria.

Famoso il caso di San Giovanni in Fiore, dove Feliceantonio Cucumella, fu colpito nel 1800 da una maledizione perché, rimasto isolato con un compagno tra le remote montagne della Sila di allora, si nutrì di carne umana.

Ancora più conosciuta la storia della moglie del conte di Masano, a Nicastro, che addirittura fu pubblicata nel 1883 a Londra nella guida turistica Cities of Southern Italy and Sicily con il titolo “La licantropa di Nicastro”.

La storia narra la vicenda di un servitore della nobile famiglia che staccò con un morso, il dito del licantropo da cui era stato aggredito, falange che da lupo, nel giro di qualche ora, si trasformò in dito di donna con l’anello che riportava il sigillo del conte.

Anche nei paesi arbëreshë nel periodo tra ‘800 e ‘900, si era convinti dell’esistenza di questi esseri, umani di giorno, lupi nelle notti di plenilunio, lo testimoniano gli antichi detti tramandati oralmente e trascritti in vari testi.

Ancora oggi non pochi i casi di calabresi, residenti sul versante dell’alto Jonio, che dichiarano di aver sentito nel cuore della notte, ululati profondi e cupi.

E’ notorio che la Calabria settentrionale spesso venga associata ai lupi che popolano la Sila, che sia una coincidenza o meno, molte sono le cronache che fanno del lupo mannaro, una leggenda che appartiene anche al nostro territorio.

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive