La strada che sfidò la montagna: storia della SS 177, l’ardita salita tra mare e collina
In pochi chilometri la Silana di Rossano copriva un dislivello di oltre 250 metri: un’opera d’ingegneria non comune negli anni ’50, un simbolo di rinascita. Il suo progetto negli archivi del Politecnico di Torino

CORIGLIANO-ROSSANO - Ci sono strade che, più di altre, raccontano la storia di un territorio. La Strada Statale 177, la “Silana di Rossano”, non è un semplice collegamento tra mare e montagna, ma un’opera che negli anni Cinquanta seppe osare dove pochi avrebbero immaginato.
Il suo tratto iniziale, che da Rossano Scalo conduce al centro storico era un piccolo capolavoro ingegneristico. In appena pochi chilometri la strada copriva un dislivello di oltre 250 metri, arrampicandosi dalla pianura costiera fino alla città antica arroccata sulla collina. Una sfida tecnica notevole, non comune all’epoca, che fu affrontata con tornanti serrati, muri di contenimento e soluzioni ardite per superare pendenze che altrove richiedevano percorsi molto più lunghi.
Per la Rossano di allora significò rompere l’isolamento, rendere accessibile la città storica e, soprattutto, collegarla direttamente al mare e alla ferrovia. Non era soltanto un’infrastruttura funzionale: era il simbolo di un’epoca di rinascita e di fiducia nella capacità dell’ingegno umano di piegare la natura, rispettandone però la forza.
Negli anni, la strada è stata modificata, ampliata, adeguata alle esigenze della mobilità moderna e forse anche un po' snaturata da quella sua conformazione che la rendeva unica nel suo genere. Tant'è che molto del progetto originario, con la sua carica pionieristica, rischia di perdersi nella memoria collettiva. Proprio per questo è importante ricordare la sua unicità: una strada che condensava in pochi chilometri l’essenza stessa della Calabria, terra verticale che unisce mare e montagna.
Pare – anche se non vi è ancora conferma ufficiale – che il progetto originario di quel tracciato sia custodito negli archivi del Politecnico di Torino, testimonianza preziosa di un lavoro che, più che un’infrastruttura, è diventato patrimonio culturale e identitario.
Raccontare la SS 177 significa allora raccontare una storia di coraggio tecnico e di visione: quella di un’Italia che voleva rialzarsi e di una Calabria che voleva connettere i suoi mondi. Una strada che resta, a tutti gli effetti, un monumento viario da non dimenticare.