Maggioranza Stasi alla prova del nove: oggi il Consiglio che misurerà la tenuta politica
Dalle dimissioni di Tavernise ai malumori interni, passando per equilibri fragili e calcoli di Palazzo: l’ultima seduta prima di Natale può diventare il banco di prova più delicato per il sindaco e la sua squadra
CORIGLIANO-ROSSANO – La prova del nove. O forse, più semplicemente, il momento della verità. Questo pomeriggio l’aula consiliare tornerà a riunirsi per quello che, con ogni probabilità, sarà l’ultimo Consiglio comunale prima di Natale. Ma dietro un ordine del giorno apparentemente ordinario si nasconde una seduta che ordinaria non è affatto. Perché oggi, più che votare variazioni di bilancio o ratifiche tecniche, la maggioranza Stasi sarà chiamata a misurare la propria tenuta politica.
Ci eravamo lasciati alle dimissioni di Salvatore Tavernise dalla Commissione “Strategie, Integrazione, Turismo e Marketing territoriale”. Un gesto che, per come è maturato e per chi lo ha compiuto, non può essere archiviato come una semplice scaramuccia interna. Oggi capiremo se quella scelta è stata un “minicicciolo” sparato per strada – con un rumore destinato a dissolversi in fretta – oppure l’innesco di qualcosa di più profondo: una bomba!
Il Consiglio è stato convocato dalla presidente Rosellina Madeo con un ordine del giorno che, tra i punti più delicati, include anche la Variazione al bilancio di previsione 2025/2027 e la Ricognizione annuale delle partecipazioni pubbliche. Un passaggio formale, certo. Ma la politica, si sa, ama nascondersi nei dettagli procedurali.
Ed è qui che si gioca la partita.
Se Tavernise decidesse di andare avanti fino in fondo nella sua sortita, potrebbe non essere solo. Perché dare il “La”, in politica, è spesso più importante che suonare l’assolo. Sulla sua strada potrebbe incrociare Cesare Sapia, espressione di quell’area che fu di Liliana Zangaro e che già in passato ha dimostrato di non essere disposta a subire silenziosamente. Sapia oggi non sarà fisicamente in aula, ma – stando ai rumors – dovrebbe collegarsi da remoto.
E poi c’è Leonardo Trento. Consigliere socialista, il vero pesce fuor d’acqua in una maggioranza con la quale condivide forse solo l’idea di cambiamento e null’altro. La sua è una posizione laterale, spesso silenziosa, ma non per questo irrilevante. Perché nei momenti di equilibrio instabile, anche i silenzi diventano rumore.
A rendere il quadro ancora più complesso ci sono i “calcoli renali” – spasmodici e politicamente fastidiosi – del capogruppo PD Giuseppe Candreva, chiamato come sempre a tenere insieme una linea che guarda alla tenuta dell’Amministrazione ma deve fare i conti con un malessere crescente proprio all’interno del suo partito, diventato del tutto refrattario alla “cura Stasi”.
Perché il malumore, ormai, non è più un sussurro. Al centro delle tensioni, infatti, c’è lo stradominio dell’area coriglianese, guidata dall’assessore Francesco Madeo, sempre più sponsor di se stesso – dentro e fuori il Palazzo – come l’uomo del dopo-Stasi. Accanto a lui, i consiglieri Marino Scarcella e Gianfranco Costa, considerati i più fedeli interpreti di una linea che molti, nella maggioranza, avvertono come sbilanciata e fin troppo invadente
Sono tutti segnali che abbiamo raccontato nei giorni, nelle settimane, nei mesi scorsi. E che oggi potrebbero trovare una sintesi. O, al contrario, restare ancora una volta compressi sotto il peso della disciplina di coalizione.
Nella peggiore delle ipotesi, il sindaco Stasi potrebbe ritrovarsi improvvisamente senza la certezza dei numeri: tre, forse quattro consiglieri di maggioranza pronti a non allinearsi. Uno scenario che aprirebbe una crisi politica vera, improvvisa, destabilizzante.
Nella migliore – e probabilmente più realistica – delle ipotesi, invece, non succederà nulla. I malpancisti ingoieranno ancora una volta corn e mazz, come si dice da queste parti. Mugugneranno, storceranno il naso, ma alla fine si allineeranno. Perché il coraggio, in politica, o ce l’hai o non ce l’hai. E perché, diciamolo senza ipocrisie, a chi conviene oggi passare alla storia come il consigliere che ha fatto saltare una consiliatura con anni ancora davanti?
È questo il vero bivio del Consiglio di oggi. Capire se le scosse di assestamento resteranno tali o se, finalmente, qualcuno avrà il coraggio di ammettere che sotto la superficie il terreno non è più così solido. Il terremoto, forse, può ancora aspettare. Ma la faglia è sempre più visibile a occhio nudo. E questo è un dato inconfutabile.