L’emozione di Mario: la foto del padre tra le immagini storiche in mostra all'Archivio di Stato
Capo stazione in pensione e figlio di fuochista di treno, si commuove davanti alle foto esposte. Ogni sua parola sembra un ponte tra il passato e il presente, tra le vecchie rotaie e il sorriso di chi aveva vissuto quei luoghi come se fossero casa
COSENZA - Capo stazione delle Ferrovie Calabro Lucane in pensione e figlio di fuochista; un uomo dall’animo gentile, che ha sempre vissuto con passione e dedizione il suo lavoro: questo è Mario Marsico. «Sono entrato in ferrovia il 18 novembre 1968 - ci racconta - e ho concluso la mia carriera il 1º aprile 2005. Nel corso degli anni ho lavorato in diverse stazioni e reparti, ma sono sempre rimasto particolarmente legato alla stazione che frequentavo fin da bambino. La ferrovia, infatti, è sempre stata nel mio sangue. Già tra il 1967 e il 1968, quando avevo appena 14 anni, la frequentavo con passione e realizzavo piccoli disegni legati al mondo ferroviario. Da mio padre ho ereditato quell’amore per il lavoro dei ferrovieri, un vero patrimonio di valori e dedizione».
Per Mario i treni hanno segnato la quotidianità per la maggior parte della vita. Un lavoro che è stato più di una professione: è stata una passione, una vita dedicata al servizio degli altri. Per questo motivo non si è lasciato sfuggire l'occasione di recarsi presso l'Archivio di Stato di Cosenza dove è stata allestita la mostra "In viaggio sul treno della Sila" (visitabile fino a venerdì 9 gennaio 2026). «Recentemente sono venuto a conoscenza della mostra fotografica grazie al settimanale “Parola di Vita”, edito dalla Diocesi Metropolitana. Ho deciso di visitarla e l’ho trovata molto interessante: i volti e le storie esposte raccontavano una vera vita di lavoro».
Proprio grazie a quella esposizione, Mario ha vissuto un'emozione speciale, che è stato in grado di condividere con il personale dell'Archivio. A loro ha raccontato con entusiasmo dei suoi anni di servizio, dei suoi colleghi, della sua vita sui treni. «Nei suoi racconti - ci rivelano - si percepiva una dolce nostalgia, ma anche una grande felicità nel ricordare quei momenti. Ogni parola che pronunciava sembrava un ponte tra il passato e il presente, tra le vecchie rotaie e il sorriso di chi aveva vissuto quei luoghi come se fossero casa».
Con il cuore colmo di emozioni, il signor Mario si è fermato davanti alle foto esposte, quelle che raccontano la storia del suo lavoro, quelle che lo legano indissolubilmente alla sua famiglia e lì, con immensa commozione ha ritrovato proprio una foto che ritrae suo padre, anch'egli ferroviere. Un’immagine che gli ha fatto brillare gli occhi, segno di un legame profondo, che il tempo non ha minimamente scalfito. «Quando ho visto la foto di mio padre, esposta nella mostra, mi sono commosso e riempito d’orgoglio. La sua passione e l’impegno che ha dedicato per tutta la vita al suo lavoro venivano messi in evidenza in modo limpido. Quella stessa fotografia era già stata esposta in altre occasioni, ed era stata inserita anche in un libro dedicato alla storia della ferrovia».
Così una semplice giornata, trascorsa a osservare una mostra, si è trasformata in una fucina di emozioni dirompenti, che hanno travolto Mario e quanti gli stavano accanto. «Ho sempre svolto il mio lavoro con serietà e passione. La mia vita lavorativa è stata interamente dedicata alla ferrovia: un mondo che ho amato profondamente e che continua a essere parte di me».
Con un sorriso commosso, Mario ha promesso che tornerà all'Archivio, questa volta con i suoi nipoti, per far vedere loro gli oggetti che un tempo gli facevano compagnia ogni giorno, nella sua routine di lavoro. Gli oggetti che, attraverso il suo racconto, si sono trasformati in piccoli pezzi di memoria condivisa.