Agricoltura, dal Governo regole severe contro il commercio sleale. Soddisfatta Coldiretti
Approvato, in prima lettura, dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo contro le pratiche sleali nel commercio alimentare sollecitato dall'associazione dei coltivatori diretti
COSENZA - Dopo la forte e tambureggiante iniziativa della Coldiretti e l’avvio della procedura di infrazione avviata dalla Commissione contro dodici Stati membri, tra cui l'Italia, per non aver recepito le norme dell'Ue che vietano le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare previste dalla direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio il governo italiano è intervenuto.
Ha approvato in prima lettura il decreto legislativo contro le pratiche sleali nel commercio alimentare. «Si tratta di una svolta essenziale – commenta Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria- per combattere le speculazioni sul cibo dal campo alla tavola in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo. Questo - aggiunge– porterà benefici nel rapporto tra imprese nella filiera agricola e alimentare».
Il decreto legislativo fortemente voluto e sollecitato dalla Coldiretti contiene disposizioni per la disciplina delle relazioni commerciali e per il contrasto delle pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, definendo le pratiche commerciali vietate in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza ed imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte, razionalizzando e rafforzando il quadro giuridico vigente nella direzione della maggiore tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare rispetto alle suddette pratiche.
Si tratta di pratiche commerciali sleali da vietare che vanno dai ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili alle modifiche unilaterali o retroattive ai contratti fino al rifiuto dei contratti scritti fino al divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione.
Un intervento normativo che rende più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evita che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato.
Ad essere colpito è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso che provoca forti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della ripartizione del valore.