Vaccini, tra gli "altri" ci sono anche i dipendenti comunali: ma potevano essere immunizzati?
Oggi un servizo di La7 ha fatto un po' di luce nelle ombre. Nelle categorie a rischio rientrano il personale scolastico, gli autisti scuolabus, gli ufficiali d'anagrafe ma non gli sportellisti
CORIGLIANO-ROSSANO – Si inizia a capire chi c’è in quella non meglio definita categoria “altri” che tanto sta facendo discutere e che tanto clamore sta suscitando in questi giorni in Calabria. Chi sono quelle quasi 80mila persone che nella nostra regione hanno ricevuto il vaccino e di cui non si conosce la reale categoria?
A fare un po’ di luce, oggi, ci ha pensato un servizio di La7 che andando a scavare nei meandri calabresi è arrivato fino a Morano Calabro dove tutti i dipendenti comunali, e persino i loro parenti (anche bambini) sono stati vaccinati. E sono loro una parte di quelli che sono finiti nella categoria “altri” insieme ad centinaia di dipendenti comunali che in queste settimane sono stati vaccinati. A Morano e non solo a Morano. Infatti, anche il comune di Corigliano-Rossano ha provveduto a “rendere immune” una parte dell’apparato burocratico (il personale più esposto).
E la domanda sorge spontanea: si poteva fare? È previsto dal Piano nazionale dei vaccini che un dipendente comunale (a prescindere dall’età) possa essere vaccinato?
La risposta è perentoria: No! Almeno non per tutti ma solo per le categorie più esposte. Questo, stando al piano redatto dal commissario nazionale per la campagna di vaccinazione.
I sindaci, però, sostengono il contrario e a loro avviso – almeno questo è quello che ha detto ai microfoni di La7 il sindaco moranese, Nicolò De Bartolo – gli uffici municipali rientrano nei servizi essenziali.
La cosa più assurda, però, è che insieme ai dipendenti comunali, tra questi anche ragionieri e sportellisti, sono stati vaccinati anche i loro congiunti (sempre rientranti nella categoria “Altri”). Ed il paradosso dei paradossi è che magari i loro nonni sono ancora in attesa della prima dose. Almeno, questo è quello che è venuto fuori ascoltando il servizio televisivo.
E a questo punto viene da porsi un’altra domanda: chi ha deciso e autorizzato che queste categorie (non previste dal Piano Figliuolo) dovessero essere vaccinate? L’Azienda sanitaria, il sindaco, il presidente della provincia o della regione… Chi?
A questa domanda, posta in diretta Tv dalla collega Tiziana Panella, ha risposto, come sempre in modo chiaro, il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo. «Sicuramente – ha detto Rizzo in modo perentorio – l’autorizzazione non è partita dall’Azienda sanitaria. Perché l’azienda sanitaria – ha aggiunto – segue il piano vaccinale (sempre quello di Figliuolo, ndr). Il piano vaccinale – ha spiegato ancora Rizzo alle telecamere di La7 oggi pomeriggio – ha previsto di anticipare le vaccinazioni per alcune categorie, come quelle di servizio alle scuole e i servizi essenziali. Ovviamente, le categorie essenziali sono alcune categorie di soggetti – ha continuato Rizzo – previsti dalla normativa».
E tra questi ci sono, ad esempio, gli ufficiali d’anagrafe, il netturbino, ma anche gli autisti dello scuolabus. Ed allora, è chiaro che un ragioniere o uno sportellista che hanno ricevuto il vaccino, a questo punto si siano imbucati. O comunque ha soffiato il posto a qualcuno che ne aveva più bisogno.