18 ore fa:Stipendi e pensioni, in Calabria le donne hanno una retribuzione inferiore agli uomini. «Urge una riforma»
16 minuti fa:Serafina Tagliaferri spegne 100 candeline e Corigliano-Rossano festeggia con lei
19 ore fa:Giornata nazionale sulla povertà educativa, scuole e istituzioni a confronto nel focus promosso da Corecom Calabria
21 ore fa:VOLLEY - La Pallavolo Rossano Asd conquista una vittoria fondamentale contro la Silan Volley di San Giovanni in Fiore
17 ore fa:La forza di rinascere dopo una relazione tossica: «Non aspettare che l'altro cambi. Se non c'è rispetto, chiudi la porta»
16 ore fa:L'eredità del giudice Rosario Livatino, una vita al servizio dello Stato - VIDEO
20 ore fa:Festa dell'Albero, piantate oltre 100 nuove piante a Corigliano-Rossano
14 ore fa:Sanità, in Calabria le liste d'attesa saranno abbattute grazie alle "visite con il timer". «Serviranno davvero?»
15 ore fa:Cariati solidale, verranno erogati buoni spesa in favore dei profughi ucraini
2 ore fa:Presentato a Castrovillari il nuovo libro di Michele Messina “Attenzione ai Coccodrilli”

Quelle ferriti interrate fra gli agrumi e le tante famiglie corrose dal cancro

2 minuti di lettura
di MARTINA FORCINITI Ferriti e materiali pericolosi interrati fra gli agrumi. Decine di famiglie corrose e logorate dal cancro. L’immobilità pubblica. Sembrerebbe quasi una lontana piaga criminale. Invece, è una storia di sofferenza e rifiuti che si consuma all’ombra degli oliveti cassanesi, nella nostra bella Piana. A raccontarcela è l’ingegnere Francesco Gallo, uno dei tanti cittadini toccati dalla malattia. Di quelli guariti, ma ancora in terapia. Che di arrendersi al silenzio e alla solita inerzia del sistema non ne ha affatto voglia. «Nel 1997 l’azienda Pertusola di Crotone, in odore di fallimento, necessitava di avviare un’urgente dismissione di circa 300mila tonnellate di scorie e di materiali metallurgici che hanno letteralmente invaso i territori di Cassano (località Chidichimo e Tre Ponti) e di Cerchiara di Calabria (località Capraro). Non essendo mai stato accertato il motivo per cui questi materiali siano stati scaricati nel territorio della Sibaritide, è presumibile – alla luce di un fattore temporale – che il tutto sia nato da legami con il Crotonese. Nel 2008 – continua – viene quindi accertata l’origine dell’abuso da parte della Sindyal (ex Pertusola) nel sotterrare migliaia di tonnellate di ferriti nell’area. Ed è la stessa Sindyal, creatrice del danno, ad essere incaricata della bonifica della zona a fronte di 270mila euro di spesa da affrontare con contributi statali. Il problema, tuttavia, non si risolve con la bonifica – ultimata nel 2011 – poiché, rispetto ai quantitativi indicati originariamente, mancherebbero all’appello circa 80mila tonnellate di scarti di ferriti, insabbiate chissà dove. Nel 2013, intanto, si raggiunge un accordo risarcitorio per cui il comune di Cassano riceve circa 4 milioni e 700mila euro a fronte di un presumibile danno d’immagine. Ma credo che si converrà con me nella consapevolezza che l’immagine è probabilmente la parte del danno dalla minor rilevanza di fronte a quello che poi è un disastro ambientale vero e proprio, con malattie tumorali che portano il nome di quelle scorie e intere famiglie, residenti nelle zone contaminate, morte di cancro. Nel frattempo, a novembre dello stesso anno, viene notificato un decreto di sequestro preventivo di un’area di circa 30mila metri quadrati in località Lattughelle, dove sono stati ritrovati rifiuti speciali e pericolosi. Tra di essi, è stata riscontrata una evidente somiglianza visiva con i contenuti di ferriti di zinco rinvenuti precedentemente nel territorio di Cassano. Ma nonostante il sindaco abbia subito emesso un provvedimento d’urgenza per eliminare il pericolo, sottoponendo l’area a sequestro – il che era un atto dovuto – ancora oggi nonostante il ritrovamento delle scorie non è stata attivata nessuna proceduta di sgombero, rimozione e attribuzione alla Sindyal dei rifiuti ritrovati. Inoltre, nonostante la verificata contaminazione dei terreni e delle risorse idriche, non è stato fatto alcuno studio o piano di caratterizzazione che potesse accertare l’effettivo danno. Si ritiene, peraltro, che la perimetrazione delle aree contaminate sia anche sottostimata rispetto alle reali dimensioni. Ed è qui che emerge tutta la negligenza degli enti istituzionali coinvolti, in particolare dall’Amministrazione comunale che, del risarcimento percepito, non ha speso un euro a sostegno delle famiglie affette, né per uno studio epidemiologico appropriato. I cittadini affetti dalle patologie si sono così ritrovati abbandonati, isolati, impotenti nell’affrontare i calvari delle migrazioni sanitarie, con tutte le ingenti spese che ne conseguono. Che alcuni, compreso il sottoscritto, possono permettersi. Altri, purtroppo, sono costretti ad arrendersi, con effetti ben immaginabili. Ci auguriamo, però, che con la stesura del Registro dei tumori – avviato dalla Regione solo nel 2015 – e con i risultati forniti dal dossier Sentieri realizzato dal Ministero della Salute (che aveva accertato nel 2013 il forte rischio tumorale concentrato nella zona di Cassano), si possa presto rilevare una riduzione delle patologie legate alla presenza delle ferriti. La mia – chiosa l’ingegnere – è una testimonianza che non deve solo fare informazione, ma che deve farsi portatrice di un messaggio: stimolare la sensibilità delle istituzioni perché mettano in moto tutti i meccanismi necessari alla risoluzione del problema».
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.