Cassano, Paternostro: «Bene il Banco Alimentare, ma da solo non basta»
Il Coordinatore del Movimento ArticoloVentuno: «Chiediamo un accompagnamento a 360 gradi dei nuclei familiari in difficoltà, con percorsi personalizzati capaci di portarli fuori dalla spirale della povertà». Qui le proposte

CASSANO JONIO - Riportiamo di seguito la nota stampa di Francesco Paternostro, Coordinatore del Movimento ArticoloVentuno.
«Accogliamo con favore la decisione dell’Amministrazione Comunale di Cassano Jonio di rinnovare la misura del Banco Alimentare, strumento necessario per rispondere nell’immediatezza alle situazioni più urgenti di disagio economico e alimentare. Tuttavia, questo passo – pur positivo – non può bastare da solo, né può essere lasciato alla gestione esclusiva della politica, per come è stato fatto fino ad oggi».
«Riteniamo, infatti, che la gestione del Banco Alimentare debba essere affidata alle associazioni del territorio che operano quotidianamente nel sociale per garantire trasparenza ed equità, al riparo da ogni forma di ingerenza politica. Dobbiamo ora studiare, assieme agli uffici comunali, anche altre modalità avanzate di sostegno alle povertà».
«A fianco del Banco Alimentare, proponiamo di dare attuazione concreta all’Emporio Sociale, progetto già presentato da ArticoloVENTUNO, che permetterebbe alle famiglie di accedere a beni di prima necessità in modo dignitoso, attraverso un sistema a punti, valorizzando la responsabilità individuale e la partecipazione attiva. Questo va accompagnato, magari, anche dall’introduzione di una Social Card, già prevista nel programma elettorale di questa amministrazione».
«Tuttavia, ribadiamo che non può esserci solo assistenza. Servono scelte politiche coraggiose e lungimiranti. Proponiamo, per questo, l’istituzione immediata di un Osservatorio comunale permanente sulla povertà, in grado di fotografare la realtà socio-economica del territorio, monitorare le dinamiche del disagio ed elaborare strategie mirate».
«È necessario intervenire con misure strutturali che vadano nella direzione dell’apertura di uno sportello dell’ascolto, atto a recepire le istanze che provengono dal territorio, dell’attivazione di borse lavoro per favorire l’inserimento socio-lavorativo di persone in difficoltà, dell’implementazione dell’assistenza domiciliare e sociale per anziani soli e non autosufficienti e del contrasto alle povertà educative, dando maggior sostegno alle scuole con progetti scolastici ed extrascolastici ed a tutte quelle strutture educative che si occupano stabilmente di bambini e adolescenti a rischio».
«Allo stesso modo, andrebbe introdotto anche il baratto amministrativo, per permettere a cittadini morosi di saldare tributi attraverso lavori di pubblica utilità. Chiediamo un accompagnamento a 360 gradi dei nuclei familiari in difficoltà, con percorsi personalizzati capaci di portarli fuori dalla spirale della povertà. Non una mera risposta assistenzialista, che appartiene al passato, ma un progetto di emancipazione e inclusione sociale che restituisca dignità e prospettiva. Le risorse pubbliche devono servire a costruire diritti, non dipendenze. È tempo di scelte e di programmazione. E la politica, se vuole essere all’altezza, può dimostrarlo adesso» conclude.