Pugliese sul voto delle Regionali: «Serve un nuovo centrosinistra calabrese o sarà la fine di un destino già scritto»
Dopo la terza sconfitta consecutiva del centrosinistra alle Regionali, il consigliere Ernesto Pugliese dichiara: «Non possiamo più attendere. Serve una nuova classe dirigente capace di rappresentare davvero i calabresi e i loro bisogni»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Non possiamo più attendere che questo, che chiamo destino permanente del centro sinistra calabrese, diventi dannazione. Tre sconfitte consecutive di proporzioni enormi, 55,29 % (2020), 54,45% (2021), 57,26% domenica scorsa (questi i numeri della destra). Neanche questo campo 'larghissimo' è riuscito, non ad arrestare, ma neanche minimamente a contrastare l’ampliarsi delle percentuali della destra». Così, in una nota in cui analizza il voto dei calabresi alle Elezioni Regionali, il consigliere comunale di maggioranza Ernesto Pugliese.
Poi aggiunge: «Malgrado, a mio parere, i pessimi risultati politico amministrativi conseguiti, al di là della propaganda messa in campo dal Presidente uscente e dai suoi alleati, a cui va comunque il riconoscimento della legittima vittoria e gli auguri di buon lavoro, in città registriamo l`elezione di quattro concittadine, quattro donne brave, a cui vanno gli auguri di buon lavoro, Pasqualina Straface e Luciana De Francesco, che avranno responsabilità di governo, nonché la nostra Presidente del Consiglio Rosellina Madeo e Elisa Scutellà».
«Ma a prescindere dai successi personali, nel nostro schieramento, - va avanti Pugliese - non possiamo procrastinare oltre la costruzione di un nuovo e diverso centro sinistra, affinché quel destino non diventi inesorabile. Se i partiti del centro sinistra (tutti) si attestano su percentuali largamente inferiori alla media nazionale, ormai costantemente, uno dei quali non supera neanche la soglia di sbarramento per l'ingresso in Consiglio, se una lista civica, organizzata in poche settimane, ma con al proprio interno nomi di valore, è la seconda forza della coalizione, superando due dei tre partiti in questione, è giunto il momento che, anche dalle segreterie romane, ci si occupi in modo serio e radicale delle classi dirigenti calabresi di quei partiti, non per una inutile resa dei conti, ma perché sono gli uomini che fanno il proprio destino, e scelgono, e decidono».
«Dobbiamo costruire – dice - una nuova casa che rappresenti davvero i calabresi. Che riconosca il merito delle migliaia di giovani diplomati e laureati costretti ad emigrare. Che si occupi del bisogno delle famiglie calabresi precipitate nella povertà assoluta, in costante aumento. Per fare tutto questo serve una nuova classe dirigente per il centro sinistra calabrese, nuova non solo anagraficamente, ma fatta di donne e uomini non impegnati a preservare rendite di posizione o piccole tribune di testimonianza, ma abituati a stare tra la gente e con la gente, a capirne le ragioni profonde e i reali bisogni. Qualcuno me ne vorrà, ma non mi sembra che chi ha diretto (tutti) i partiti della coalizione di centro sinistra negli ultimi dieci anni, abbia dimostrato la voglia o la capacità di farlo».
E conclude: «Non capire questo, e non intervenire subito, condannerà la coalizione ad altre cocenti sconfitte, ma peggio ancora condannerà i calabresi a restare ultimi in tutte le classifiche per qualità dei servizi e per diritti negati».