Da Bocchigliero il messaggio della Calabria che resiste: un invito al confronto sullo spopolamento
Gli attivisti del Movimento 1000 Papaveri Rossi invitano i candidati a discutere di spopolamento e futuro delle aree interne. Dal cuore della Calabria un appello alla politica: ascoltare i territori e costruire risposte concrete

BOCCHIGLIERO - Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il Movimento 1000 Papaveri Rossi ha scritto rivolgendosi ai candidati presidenti:
Gent.li aspiranti governatori della Calabria
siamo gli attivisti del Movimento 1000 Papaveri Rossi, cittadini che affrontano quotidianamente il dramma dello spopolamento elaborando strategie di rigenerazione sociale con l’obiettivo di far rinascere le aree interne.
Stiamo seguendo con grande curiosità la campagna elettorale per l’elezione del futuro governatore della Calabria; innovativa per l’uso che viene fatto dei social, delle nuove tecnologie digitali ed in particolare dell’intelligenza artificiale; inedita per la ristrettezza dei tempi entro cui viene svolta.
La cronaca politica odierna ci lascia perplessi.
Consideriamo irresponsabile la scelta del candidato Pasquale Tridico di sottrarsi al confronto politico con i suoi competitor, una grave mortificazione per i suoi sostenitori e per l’elettorato del centro-sinistra calabrese.
Il dialogo è il sale della democrazia. L’essenza del dibattito elettorale, e non può venire a mancare, neanche quando si assumono posizioni politiche diametralmente opposte rispetto ai propri avversari.
I cittadini calabresi hanno il diritto di decidere a chi affidare la guida della Regione Calabria anche attraverso un confronto dialettico tra i candidati governatori, che garantisca il contraddittorio sui temi, sulle priorità, sulle visioni di futuro della Calabria.
Siamo altrettanto delusi dal presidente uscente Roberto Occhiuto, che, da più di 4 anni, ogni giorno tedia i suoi followers con contenuti social autocelebrativi, con cui rivendica risultati amministrativi impercettibili, che non trovano riscontro nella vita reale dei cittadini calabresi. Una strategia comunicativa basata sulla mistificazione della realtà non può durare a lungo. Ciò giustifica la scelta del Presidente Occhiuto di dimettersi e tornare al voto, prima di veder svanire il consenso. Una strategia lampo per cogliere impreparate le opposizioni e rilanciare la sua leadership politica. Una scelta che è stata accolta come un gesto eroico da gran parte dell’opinione pubblica. Ma se, ragionando per assurdo, Occhiuto venisse condannato? Cosa succederebbe? Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
C’è da dire anche che siamo rimasti piacevolmente sorpresi dell’attenzione che è stata posta nel dibattito politico al declino demografico delle aree interne della Calabria, abbiamo apprezzato la citazione di intellettuali calabresi come il Prof. Vito Teti e il Prof. Cersosimo, che hanno dedicato decenni di studi e ricerca sociale ai temi dello spopolamento e dell’abbandono dei paesi. Accende in noi cittadini delle aree interne un barlume di speranza.
Ma le parole non bastano.
Temiamo che il concetto di “Restanza”, così tanto predicato in questa campagna elettorale, resti solo uno slogan elettorale.
La politica coglie sempre con grande ritardo i segnali che provengono dalla società civile e solo in occasione delle campagne elettorali si pone in una posizione di ascolto verso le istanze che provengono dai territori.
Per questo motivo vorremmo invitarvi a Bocchigliero per un confronto pubblico, per discutere sul tema dello spopolamento delle aree interne e sui possibili scenari futuri delle nostre comunità.
Farlo qui, a Bocchigliero, avrebbe una valenza politica maggiore.
Proprio qui: dal cuore pulsante di una Calabria che strepita per uscire dall’isolamento in cui è costretto.
Sarebbe anche per Voi un’occasione per cambiare prospettiva;
per avere una visione d’insieme sulla realtà calabrese;
La posizione di Bocchigliero offre una vista panoramica sulla Calabria contemporanea, un punto di osservazione privilegiato sulle sue contraddizioni sociali. Un luogo senza tempo, intriso di storia e tradizioni, al contempo metafora dei problemi atavici che attanagliano la nostra terra: Il logorio dello spopolamento; l’impoverimento produttivo; la rarefazione dei servizi pubblici essenziali; la denatalità e l’invecchiamento della popolazione; la disoccupazione e il lavoro povero, precario, nero, senza tutele, sottopagato e sfruttato; povertà educativa e il digital divide; l’abbandono della montagna e il dissesto idrogeologico; il ritardo infrastrutturale, l’inadeguatezza della viabilità e del trasporto pubblico; la fuga dei giovani, l’emarginazione sociale e i divari territoriali.
Qui, a Bocchigliero, così come in tutte le piccole realtà della Calabria interna, i fattori che danno origine e alimentano la crisi sociale in atto emergono in modo più elementare, più nitido, e si manifestano nella loro dimensione più radicale.
Un quadro clinico talmente compromesso che sembrerebbe giustificarne l’eutanasia dei Paesi annunciata dal Governo nel Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI).
Per fortuna non è così.
Le apparenze ingannano chi osserva le aree interne in modo superficiale;
chi da Roma o Bruxelles fa un’analisi asettica dei freddi dati statistici, senza tenere conto della voglia di restare, del desiderio di tornare dei tanti giovani calabresi.
Paghiamo un ritardo economico e infrastrutturale frutto di scelte politiche storiche che hanno marginalizzato la Calabria e l’intero Mezzogiorno. Attribuire alla Calabria e ai calabresi le colpe della propria condizione di disagio significa ignorare decenni di politiche nazionali in cui gli investimenti in infrastrutture e innovazione sono stati concentrati in una sola area del Paese, ampliando la forbice delle disuguaglianze.
Serve un impegno serio da parte della politica per sostenere i giovani che vogliono costruire il loro futuro nella propria terra.
Bocchigliero è per noi un luogo simbolo di una Calabria che resiste, malgrado tutto.
Venite a vedere con i Vostri occhi.
Visto da qui è tutto più chiaro.