Braccia incrociate davanti ai cancelli Enel: vigilanti in sciopero, lavori fermi e futuro incerto
Protesta stamani nell'impianto di Sant’Irene-Cutura. La Cosmopol licenzia uno dei vigilanti storici senza preavviso, scatta la serrata. Intanto, i lavori di demolizione delle torri camino restano bloccati da mesi
 CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Cancelli chiusi, questa mattina, davanti a quel che resta della vecchia centrale Enel di Sant’Irene-Cutura. A incrociare le braccia sono stati gli addetti alla vigilanza del sito, dipendenti della Cosmopol, che stanno protestato contro il licenziamento improvviso e senza preavviso di uno dei due vigilanti assegnati all'impianto, il più anziano del gruppo.
A solidarizzare con loro anche gli altri lavoratori dell’indotto, una ventina in tutto, che stanno manifestando preoccupazione per una gestione sempre più incerta e disordinata del sito.
Il problema sarebbe sorto nel momento in cui la Cosmopol avrebbe comunicato, a voce e senza motivo, la sospensione di un lavoratore storico, sostituendolo con un altro vigilante. Tutto questo senza un apparente preavviso.
La decisione arriva a pochi giorni dalla riorganizzazione del Servizio di Vigilanza Armata (SVA), già ridotto per via del pensionamento di un dipendente. Dai tre dipendendi iniziali, a partire dall'1 novembre, sarebbero diventati due per il pensionamento di uno dei tre. Un taglio che, nelle intenzioni, non avrebbe dovuto comportare altri sacrifici occupazionali. Il fatto, però, è che uno dei due agenti rimasti sarebbe stato sostituito, appunto, senza preavviso.
Ma la vicenda dei vigilanti si inserisce in un quadro più ampio di stallo e abbandono. La fase di demolizione delle due torri camino della ex centrale, infatti, è ancora ferma. I lavori, partiti nell’ottobre del 2024, si erano bloccati subito dopo per la presenza di amianto all’interno delle strutture. Da allora, nonostante un nuovo cronoprogramma, non si registra alcun movimento nel cantiere.
Stamani davanti ai cancelli c'erano anche i sindacati. «Purtroppo - ha detto Marco Pacenza, segretario territoriale della Uiltec - situazioni del genere, come la protesta di stamani, arrivano d'improvviso proprio a causa della situazione di grande incertezza che si è venuta a determinare sull'impianto di Corigliano-Rossano. E questo, credo, da qui ai prossimi mesi - ha concluso - genererà situazioni simili sempre più frequenti».
Oggi, infatti, la sensazione è quella di un impianto sospeso tra passato e incertezza, simbolo di una transizione industriale che, almeno per ora, sembra essersi arenata insieme ai sogni di rilancio del territorio.