Co-Ro, Schierarsi: «Parlare di porto crocieristico significa continuare a vendere illusioni elettorali»
L'associazione: «La priorità deve essere lavorare seriamente, con sinergia tra istituzioni locali e regionali, dialogando in modo costante con l’Autorità di Sistema Portuale e coinvolgendo l’imprenditoria del territorio»

CORIGLIANO-ROSSANO - Pubblichiamo di seguito la nota stampa dell'Associazione Schierarsi – Piazza di Corigliano Rossano.
«Ad ogni tornata elettorale, che sia nazionale, regionale o comunale, torna puntuale il tormentone: trasformare il porto di Corigliano in uno scalo crocieristico. Un sogno che viene rilanciato come promessa, ma che nei fatti resta un’utopia. Nel 2021 si parlava di 12 milioni per la banchina crocieristica, nel 2023 del progetto Baker Hughes. Oggi siamo ancora al punto di partenza».
«La verità, come questa piazza ribadisce da tempo, è che il porto di Corigliano soffre di problemi strutturali e logistici profondi. La sua posizione è tutt’altro che strategica: il primo raccordo autostradale si trova a 20 km di distanza, raggiungibile solo tramite una statale a corsia unica, mentre l’aeroporto regionale più vicino è a due ore di viaggio. Non a caso, il nostro porto non rientra nelle rotte crocieristiche, ma è limitato a traffici commerciali di scarso rilievo: legname, fertilizzanti, gesso e rottami di ferro».
«Ed è proprio sui rottami che poniamo domande mai chiarite: dove finisce il percolato che si riversa a ridosso della banchina? Sono mai state fatte ispezioni sui fondali adiacenti alle aree di carico e scarico? Silenzio. Eppure la tutela ambientale dovrebbe essere prioritaria. Anche sul fronte crocieristico, gli ostacoli sono evidenti. Il porto è decentrato rispetto alla città: come potrebbero muoversi i passeggeri autonomi che non partecipano a tour organizzati? Mancano collegamenti, infrastrutture e servizi minimi. Senza dimenticare l’assenza di un terminal attrezzato: niente servizi igienici, punti di ristoro, aree di accoglienza o centri informativi».
«A ciò si aggiunge un problema tecnico gravissimo: i servizi nautici – ormeggiatori, piloti, rimorchiatori – dipendono dal porto di Crotone. Ogni nave che entra o esce da Corigliano deve attendere il rimorchiatore proveniente da lì, con ritardi, costi aggiuntivi e perdita di competitività».
«Alla luce di tutto ciò, parlare di porto crocieristico significa continuare a vendere illusioni elettorali. Per l’Associazione Schierarsi, la priorità deve essere un’altra: lavorare seriamente, con sinergia tra istituzioni locali e regionali, dialogando in modo costante con l’Autorità di Sistema Portuale e coinvolgendo l’imprenditoria del territorio. Solo così il porto di Corigliano-Rossano potrà diventare davvero un’infrastruttura strategica, non una promessa da campagna elettorale, ma un polo competitivo capace di generare economia, turismo di qualità e sviluppo sostenibile per tutta la Calabria» concludono.