Tari alle stelle a Paludi, l'opposizione: «Un consigliere di maggioranza ha suggerito di vendere la casa»
Il gruppo politico SìAmo Paludi: «È stato un colpo al cuore. Noi cittadini dovremmo essere incentivati a restare e a investire nel nostro paese, non umiliati da chi dovrebbe rappresentarci e tutelarci. Una mancanza di rispetto»

PALUDI – Nella sala comunale di Paludi si è tenuta nei giorni scorsi un’assemblea pubblica dedicata al tema del rincaro della TARI, un argomento che tocca direttamente famiglie, lavoratori e proprietari di case. L’incontro, che avrebbe dovuto chiarire dubbi e rassicurare la popolazione, si è invece trasformato in un’occasione mancata.
«La seduta - sostiene il gruppo d'opposizione SìAmo Paludi - non ha fornito risposte chiare né soluzioni concrete. Numerosi quesiti sono rimasti senza risposta, altri sono stati ignorati del tutto, alcuni cittadini sono stati messi a tacere, è stato addirittura dichiarato che la causa degli aumenti sarebbe riconducibile a chi evade le tasse ed alla mancata capacità di riscossione dei tributi, lasciando la percezione di un’amministrazione che non riesce nemmeno a spiegare l’unica scelta politica fatta fino ad ora e una mancanza di programmazione su una visione futura del paese».
Il gruppo politico SìAmo Paludi, ribadisce la propria contrarietà, dichiarando di essersi «opposto sin dall'inizio all'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti ad una ditta esterna, proponendo anche soluzioni alternative, che non sono state prese purtroppo in considerazione».
«Avevamo già previsto che andando in questa direzione, purtroppo, le spese sarebbero aumentate in maniera esorbitante a danno dei cittadini, in modo particolare dei non residenti! Per tale ragione, nella sede istituzionale opportuna, durante il Consiglio Comunale del 05.03.2025, il nostro voto all'approvazione del PEF con le nuove tariffe, è stato contrario».
«La delusione dei partecipanti all'assemblea del 24 agosto è stata forte, ma a destare lo sconcerto maggiore è stata un’affermazione proveniente da un consigliere di maggioranza. Rivolgendosi alla platea, il consigliere ha dichiarato che, qualora i costi risultassero troppo elevati da sostenere, i cittadini avrebbero potuto “vendere la casa e andare in un hotel, dove le spese sono minori”. L’incredulità del primo momento si è poi trasformata in indignazione. Non solo i residenti, ma anche i tanti cittadini originari di Paludi che vivono all’estero e che continuano a investire nel proprio paese di origine, hanno percepito queste parole come un’offesa personale. Molti di loro hanno infatti fatto sacrifici enormi per realizzare, acquistare o mantenere una casa a Paludi, contribuendo ancora oggi con il pagamento delle tasse e sostenendo l’economia locale».
«È stato un colpo al cuore – ha affermato un residente – Noi cittadini dovremmo essere incentivati a restare e a investire nel nostro paese, non umiliati da chi dovrebbe rappresentarci e tutelarci. La polemica però non riguarda solo chi vive fuori, ma tocca da vicino anche i residenti. Famiglie, giovani coppie e anziani si trovano oggi a dover fare i conti con costi crescenti, senza ricevere spiegazioni precise né garanzie sul futuro. L’idea che la soluzione possa essere “vendere la casa” è stata interpretata come una mancanza di rispetto verso chi ogni giorno affronta difficoltà economiche reali pur di restare a Paludi».
«Per molti cittadini, l’episodio rappresenta l’ennesima prova di un’amministrazione che non offre prospettive chiare. Oggi, con il tema rincari, la comunità chiede un cambio di passo. I cittadini domandano non solo maggiore trasparenza, ma anche rispetto e considerazione per chi ha scelto di vivere e investire a Paludi, contribuendo con tasse e impegno personale al bene comune. La vicenda continua a far discutere in paese, tra rabbia e amarezza. E mentre cresce il malcontento, una domanda che rimbalza tra i residenti, resta senza risposta: come può un rappresentante delle istituzioni invitare i propri cittadini a lasciare la propria casa, invece di lavorare per sostenerli e incentivarli a restare?» concludono.