«Conti truccati e debiti occulti, il Comune rischia il crac»
Corigliano-Rossano, l’Opposizione attacca duramente l’amministrazione Stasi: manovra opaca, equilibrio solo apparente e debiti nascosti. Chiesta la trasparenza dei conti e minacciato il ricorso alla Corte dei Conti.

CORIGLIANO-ROSSANO - «Conti truccati, debiti occultati e un bilancio che simula una stabilità inesistente». È durissimo l’affondo delle forze di Opposizione nel Consiglio comunale di Corigliano-Rossano, che nella seduta di ieri ha visto la Maggioranza approvare l’assestamento generale di bilancio per l’anno 2025, nonostante le pesanti accuse mosse dalle minoranze. Un documento, secondo i consiglieri d’opposizione, privo di verità contabile e carente di ogni garanzia di sostenibilità.
A guidare la protesta un fronte compatto composto dai gruppi del Movimento per il Territorio, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Uniti per Corigliano-Rossano e Azione. I numeri snocciolati in aula parlano chiaro: su oltre 295 milioni di euro di residui attivi iscritti, le riscossioni effettive ammontano ad appena il 7,6%, mentre i debiti certi superano i 188 milioni. Un divario che, secondo l’Opposizione, «certifica la drammatica realtà finanziaria dell’Ente».
«Una tenuta economica solo apparente», attaccano i consiglieri, sottolineando che la liquidità di cassa è tenuta in piedi solo grazie a un’anticipazione di tesoreria da 15 milioni, a fronte di un fondo cassa reale di poco superiore ai 298mila euro, di cui solo 116mila effettivamente disponibili. In questo contesto, il bilancio non viene ritenuto un normale strumento di assestamento, ma un tentativo di «coprire una situazione insostenibile».
Ad accrescere la tensione, la mancanza di documenti fondamentali a corredo della delibera, come relazioni aggiornate sulla riscossione, report degli enti partecipati e attestazioni sul Fondo di Garanzia Debiti Commerciali. «Siamo stati chiamati a votare alla cieca, senza strumenti di controllo», denunciano.
Ancora più gravi, secondo la minoranza, i debiti fuori bilancio per oltre 450mila euro, già oggetto di pignoramenti ma mai formalmente riconosciuti dal Consiglio, in violazione della legge. Inoltre, viene contestata la permanenza nei bilanci di residui attivi «sostanzialmente inesigibili», ereditati dagli ex Comuni di Corigliano e Rossano, mantenuti solo per «dipingere un quadro falsamente in equilibrio».
La denuncia è anche politica: «Il sindaco è assente, proiettato verso altri orizzonti elettorali, mentre il Consiglio è ridotto a semplice ratificatore, privo di poteri di controllo», affermano i consiglieri, evidenziando un “vulnus istituzionale” che mette in discussione la legittimità stessa del processo deliberativo.
Di fronte a questo scenario, l’Opposizione chiede la trasmissione immediata di tutta la documentazione omessa, un piano straordinario di riequilibrio finanziario da presentare entro settembre e una discussione pubblica in Consiglio. In caso contrario, si dicono pronti a un nuovo esposto alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno, paventando la richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale per manifesta incapacità di governo.
«È una scelta di campo tra verità e complicità», concludono. «Ogni voto favorevole a questo bilancio rappresenta un’assunzione diretta di responsabilità. Se non si cambia rotta adesso, il Comune sarà condannato al dissesto, al commissariamento e alla perdita definitiva dell’autonomia».
La partita, più che contabile, è ormai pienamente politica. E il conto rischia di pagarlo un’intera comunità.