Mazza (CMG): «La Politica si occupi delle vertenze territoriali, non del mormorio di piazza»
Consiglieri comunali e Rappresentanza regionale scambiano le tematiche sanitarie per beghe condominiali

CORIGLIANO-ROSSANO - Le recenti dichiarazioni stampa di alcuni Consiglieri comunali di Corigliano-Rossano, relative al paventato ridimensionamento del P.S. del Compagna, risultano meritevoli d'osservazione. Invero, ritengo che la tematica trattata dai Consiglieri sia più assimilabile a un argomento da riunione condominiale piuttosto che a un tema degno d'attenzione da parte di Componenti della Civica Assise. Ma tant'è.
L'Atto Aziendale a conferma della classificazione chirurgica e medica dei due stabilimenti dello Spoke
L'integrazione all'Atto Aziendale, con cui l'ASP di CS liquida le disposizioni in materia di medicina territoriale e ospedaliera della Provincia, non nasconde alcuna novità. Non genera segreti inconfessabili. Piuttosto, si limita a puntualizzare, rimarcando quanto già previsto nell'ex Decreto Scura, la vocazione chirurgica del presidio bizantino e quella medica su quello ausonico. Anche nel caso dei Pronto Soccorso, tra l'altro, una certa complementarietà del Compagna rispetto al Giannettasio è nei fatti attiva da tempo. Sin da quando i due ex ospedali sono stati accorpati in un unico presidio dislocato su due stabilimenti. Non a caso il primariato del P.S. è espletato da una sola figura medica per i due reparti. Vieppiù, le urgenze sono sempre state indirizzate su Rossano, mentre Corigliano ha gestito l'ordinario. Non c'è mai stato, d'altronde, negli ultimi 18 anni, un trasferimento dagli ospedali viciniori verso il Compagna, ma il dirottamento, sic et simpliciter, sul Giannettasio.
Anche la richiamata questione relativa al ridimensionamento del Distretto ex Jonio nord, in verità, dimostra ampiamente quanto sopra evidenziato. Al tempo della rocambolesca chiusura della ex ASL 3, non fu mantenuto attivo il Distretto di Trebisacce per questioni legate alla marginale ampiezza demografica dell'alto Jonio. È bene ricordare che, deroghe a parte, necessitano almeno 60mila abitanti per giustificare la creazione di un Distretto sanitario. Non a caso, oggi, vengono accorpati al Distretto Jonio sud i domiciliati nell'area di Corigliano, e i cittadini della cinta albanese con la sola esclusione di Santa Sofia d'Epiro.
La Politica attratta da argomenti di bassa levatura che perde di vista la visione più ampia
Probabilmente, dato anche l'imminente periodo elettorale, la frenesia di apparire sulla stampa è più forte di qualsiasi cosa. Tuttavia, a scanso di grette figure, sarebbe opportuno documentarsi in materia prima di esplicare alla Popolazione il proprio pensiero. Si badi bene, la mia non è una critica all'ala di riferimento dell'Arco Costituzionale di cui i Consiglieri in questione sono rappresentanti. Piuttosto, una puntualizzazione, avendo letto ognuna delle circa 200 pagine di cui l'Atto Aziendale si compone. D'altronde, e non sarebbe certo il primo caso, di opinioni scriteriate in tema di sanità jonica ne leggiamo quotidianamente. Tanto a sinistra, quanto e soprattutto a destra.
Mi chiedo, piuttosto, il motivo di tanto accanimento istituzionale su questioni di lana caprina, mentre si tace sulle reali vertenze sanitarie e non solo del territorio. Problematiche, fra l'altro, mai toccate da nessun componente del Consiglio Comunale. Tanto in maggioranza, quanto all'opposizione. Capisco che la tutela del foraggio elettorale nel proprio orticello sia alla base di una Classe Dirigente modesta e povera di idee. Tuttavia, forse, la collettività avrebbe il diritto di ricevere altri tipi di chiarimenti. Magari fornendo delucidazioni e risposte su quella che dovrebbe essere la destinazione d'uso del nuovo ospedale, piuttosto che inutili allarmismi su immaginarie soppressioni di reparti già ampiamente smentite dai vertici aziendali.
Il nuovo Presidio sanitario: la vera sfida che attende le Classi Dirigenti joniche
Un nosocomio come quello che si sta realizzando a Insiti, di quelle dimensioni e con quei numeri previsti sulla carta, non può essere classificato come semplice presidio di primo livello. Ma capisco che, in mancanza di una conoscenza dettagliata dei meandri sanitari, sigle come Hub e Spoke e soprattutto finalità delle due tipologie ospedaliere, siano concetti per lo più sconosciuti alle nostre latitudini. Se proprio si volesse parlare di spoliazione territoriale sarebbe il caso di prendere seriamente posizione su quelli che sono stati e che probabilmente saranno ancora i vari scippi perpetrati al contesto geografico. Magari chiedendosi le motivazioni che vedono il nord-est della Calabria escluso da un piano di rete sul trattamento delle patologie cardiovascolari. Tutto ciò mentre l'area vallivo-tirrenica detiene 3 reparti d'emodinamica: 2 in strutture pubbliche (CS e Castrovillari) e 1 in una struttura accreditata (Belvedere M.). Forse, bisognerebbe pretendere risposte in merito a quale logica, se non quella centralista, abbia consentito a Castrovillari un bacino sanitario di 300mila ab. D'altronde, dalla lettura dell'Atto Aziendale si evince chiaramente che il presidio del Pollino, nonostante la distanza di sola ½ da Cosenza, raggruppa l'utenza degli altri 2 Spoke provinciali (Corigliano-Rossano e Paola/Cetraro). Quanto descritto, nel mentre la dorsale jonica, da Rocca Imperiale fino a tutto il Crotonese, su cui gravitano le due aree interne più grandi della Calabria (alto Jonio e Sila Graeca-Marchesato), resta sprovvista di un reparto salvavita e fuori dalla tempistica della Golden Hour (ora d'oro riferita al periodo critico entro cui trattare un evento medico grave).
Il trasferimento del Dipartimento materno-infantile come operazione non più differibile
La tematica cardine che dovrebbe interessare una Classe Dirigente, preparata in materia sanitaria, dovrebbe essere quella di assicurarsi che le raccomandazioni previste dalle disposizioni nazionali e regionali siano ottemperate. Sullo Jonio, invece, ad argomenti di una certa levatura si preferiscono sterili dibattiti relativi alla migrazione di un reparto da uno stabilimento all'altro dello stesso ospedale. Trasferimenti, tra l'altro, non dettati da capricci, ma legati alla tipologia delle cure prestate. E, soprattutto, rispetto le prescrizioni previste dalla classificazione in area medica e area d'emergenza-urgenza dei presidi. Non rappresentano un mistero, infatti, le resistenze istituzionali all'ormai imminente trasferimento del Dipartimento materno-infantile dal Compagna al Giannettasio. Eppure, anche l'ultima vicenda descritta, ancora oggi, trova opposizioni politiche che nel becero campanilismo esplicano la massima espressione. Solo menti deviate potrebbero pretendere che un reparto d'area chirurgica resti allocato in uno stabilimento adibito a prestazioni mediche e giacente in una posizione infelice rispetto ai moderni flussi di mobilità. Solo chi non ha idee e cerca di coltivare il proprio giardino elettorale potrebbe pensare una cosa simile. Solo chi non comprende la profilazione delle specificità ospedaliere potrebbe partorire pensieri fuori dal tempo e dalla realtà effettuale. Solo una Classe Dirigente di mestieranti della politica potrebbe consentire che un reparto ginecologico resti distante da una terapia intensiva.
Il dovere dei Referenti Istituzionali, tanto a Roma quanto a Reggio C., è generare idee lungimiranti da trasformare in disegni normativi. Non già quello di assecondare desiderata di accolti che confondono le loro professioni con quelle dei tifosi allo stadio. Comprendo la tutela delle clientele, ma la tematica sanitaria imporrebbe pensieri e visioni degne di una mente come quella dell'uomo.