Tutta colpa di Stasi: da sinistra a destra la politica in fibrillazione
La leadership ingombrante del sindaco scuote le fondamenta politiche di Corigliano-Rossano. Solite e arcinote tensioni nel PD, defezioni nel centrodestra, malumori nel nocciolo duro dello stasimo hanno un'unica matrice
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CORIGLIANO-ROSSANO – Tutta colpa di Stasi. Se si volesse dare un titolo a questo “strano” periodo politico che si sta vivendo in città si potrebbe partire da qui. Già, perché il sindaco, nella sua filosofia infarcita di ideologismo e populismo, sembra essere il motivo del contendere e, allo stesso, la causa scatenante delle maggiori fibrillazioni che si registrano in questo momento (ma con una lunga gestazione) negli ambienti partitici e movimentisti di Corigliano-Rossano. Da sinistra… per finire anche a destra. Strano ma vero.
Sotto osservazione massima c’è il Partito Democratico. Nel Pd non tira aria buona, ma questa non è una novità. Del resto se tra i dem locali non c’è qualche problema non sarebbero loro. Ma oggi il nervosismo sembra aver superato la soglia d’allerta e lo si evince da quella lunga nota stizzita, a firma del segretario cittadino Franco Madeo e del capogruppo in consiglio comunale Giuseppe Candreva, nei confronti dei giornalisti locali (brutti e cattivi) che non si fanno mai i fatti loro e che passano il tempo a chiamare in causa il partito in maniera inappropriata. Guai – come ricordavamo nei giorni scorsi – a disturbare il conducente!
Il fatto è che proprio tra le fila del Partito Democratico, vuoi per una o un’altra scusa o giustificazione, ancora non si riesce ad andare in assemblea. Anche l’ultimo incontro convocato per il 31 gennaio scorso è saltato e rinviato (ma non si sa a quando!) per «motivi di salute» del segretario cittadino. Nel frattempo restano appesi nel limbo democratico una mozione di sfiducia proprio nei confronti del segretario locale ma anche una serie di segnalazioni presso la commissione di garanzia provinciale del partito che interessano quanti, alle ultime comunali, si sono candidati in liste diverse da quelle del PD pur rimanendo sempre nella coalizione Stasi. Tra questi, finiti nel libro nero di Madeo, ricordiamo, ci sono Rosellina Madeo (eletta con il maggior numero di preferenze e oggi Presidente del Consiglio Comunale), Giulio Quero (segretario dei Giovani Dem), Fabio Pellegrino (componente dell’assemblea regionale PD) e poi ancora Mariolina Cacciola, Francesco Fusaro, Gianmatteo Vulcano e Antonello Palummo. Tutti accusati di alto tradimento nei confronti del partito anche se il “tradimento” sembrerebbe essere stato ordito nei confronti della linea elettorale attuata dal segretario. E qui ritorna Stasi, e quel rapporto strano che ha instaurato con la componente democratica cittadina: sedotta, sì; ma di cui non si è mai innamorato! Alla fine anche nel PD tutti litigano per lui: un rapporto passionale e conflittuale degno di uno dei celebri romanzi di Erika Leonard.
Ma andiamo avanti, perché di pratiche di alto tradimento ce ne sono tante anche tra le fila del centro destra. E - indovinate un po’ – sempre per colpa di Stasi. Nei mesi scorsi, infatti, su segnalazione del coordinamento cittadino, la segreteria provinciale di Fratelli d’Italia ha espulso dal partito quattro tesserati. Si tratta di Giovanni Spina, Daniela Topazio (in quota De Francesco), Francesco Marino Scarcella (in quota Antoniozzi) e Antonio Scarnati. I primi tre alle ultime amministrative si sono candidati nelle liste di Stasi mentre il quarto (Scarnati) avrebbe sostenuto proprio la candidatura di Spina. Un atteggiamento, dunque, quello di questi quattro “rivoltosi” che si è posto fuori dalla linea ideologica, chiara, di partito. E poco importa se, insieme, valgono quasi 1200 preferenze: la fedeltà è più forte del fuoco. Intanto, proprio Fratelli d’Italia nei prossimi giorni sarà impegnata in una nuova fase di riorganizzazione territoriale del partito. C’è tanto fermento in un partito che è sempre più proiettato ad acquisire la leadership all’interno del centro destra locale. Tra l’altro, per come confermato da Carlo Castrovillari, tesserato e militante meloniano, nel corso di un recente intervento al talk l’Eco in Diretta, potrebbe presto scoccare l’ora per l’attivazione di un nuovo circolo cittadino di FdI sul fronte coriglianese. C’è un’istanza di quindici tesserati già depositata presso la segreteria provinciale del Partito.
Ma non finisce qui. No, perché Stasi i problemi li sta creando anche in casa sua. Ormai da settimane c’è una fibrillazione interna, montante e crescente, in quello che è il movimento sui cui da sempre si fonda l’azione politica del sindaco: Corigliano-Rossano Pulita. Ci sono parecchi, tantissimi malumori nella base, verso una linea politica sempre meno radicale rispetto ai principi dello stasismo (che ormai non esiste più) e più aperta ai nuovi orizzonti. Ad esempio, la scelta di imbarcare in coalizione tanti di quelli che fino a ieri stavano dall’altra parte della barricata, averli trainati in Consiglio comunale ed alcuni persino in Giunta, non è piaciuta. Così come, evidentemente, non piacciono le stesse prospettive che oggi ha il primo cittadino (che è opportuno ricordare è anche leader indiscusso di tutta la corrente politica). Tutto questo, ovviamente, sta lasciando ideologicamente orfana una parte del suo nocciolo duro. Ad incarnare tale malessere, sicuramente, c’è la consigliera Liliana Zangaro, il cui sbiadito entusiasmo su come stanno andando le cose nelle stanze comunali e, di riflesso in città, la dice tutta su come, alla fine, la politica a Corigliano-Rossano continua a rimanere prigioniera delle scelte di Stasi.