Cassano, Articolo Ventuno: «Ingerenza politica nella gestione del personale»
L’accusa dell’associazione politico culturale: «Si tratta di un problema urgente per il Comune»
CASSANO JONIO - L'influenza della politica sulla gestione del personale è una questione critica che compromette l'efficienza e la professionalità delle amministrazioni pubbliche. Questa l’accusa dell’associazione politico culturale Articolo 21.
«Un caso emblematico è l'approccio del sindaco Papasso, il quale interpreta il suo ruolo in maniera esasperatamente invasiva. Ad esempio, il suo coinvolgimento diretto nella consegna dei lavori, quasi fosse lui stesso a consegnarli alle imprese appaltatrici, e la sua costante presenza sui cantieri – fino a seguire personalmente i mezzi di bitumazione – evidenziano un'intrusione inappropriata. Attività che dovrebbero essere di competenza dei dirigenti vengono così assorbite dal sindaco, con una spettacolarizzazione politica che distoglie l'attenzione dalle competenze tecniche e gestionali necessarie. La questione cruciale è la chiara definizione dei ruoli: il sindaco, come figura politica, dovrebbe concentrarsi su una visione strategica e sulla rappresentanza istituzionale, lasciando la gestione operativa nelle mani di tecnici qualificati. A Cassano, però, il potere politico invade la sfera amministrativa, creando una struttura comunale sottomessa. Ciò è evidente soprattutto nei casi in cui i dirigenti, scelti in base alla loro vicinanza al sindaco, non riescono più ad agire autonomamente, come richiesto dai principi dei pubblici uffici. Di fatto così l'intero funzionamento della macchina amministrativa risulta vincolato alla volontà del primo cittadino».
Ancora Articolo Ventuno: «Un esempio significativo di mal organizzazione degli uffici e dei servizi dovuta a una gestione percepita come politicizzata e basata su favoritismi si sta verificando in diversi settori. Per esempio presso la delegazione di Sibari, l’assenza dei due dipendenti assegnati ha messo in crisi l’intero ufficio. Sebbene siano stati assunti numerosi nuovi dipendenti delle categorie C e D - distratti per volontà sempre della politica a diversi settori - è stata affidata una delega delicata come quella di ufficiale di anagrafe e di stato civile ad una dipendente di categoria A. È sorprendente che tale responsabilità, che prevede la capacità di emettere atti con valore legale all'esterno, sia stata conferita a una figura il cui ruolo dovrebbe essere limitato a mansioni semplici e di base. All'interno della Polizia Locale, l’intero corpo dei vigili non riconosce né l’autorità né la competenza della comandante, la prima ad essere assunta dalla campagna concorsuale promossa dal sindaco Papasso. Inizialmente selezionata come architetto responsabile dell’area urbanistica, è stata poi assegnata al Comando dei Vigili, nonostante numerose sentenze della giustizia amministrativa abbiano stabilito che tale incarico non può essere assegnato, nemmeno provvisoriamente, a dirigenti tecnici o amministrativi. Eppure, continua a ricoprire questo ruolo, mentre il settore urbanistica è lasciato nelle mani di un semplice geometra, e ciò malgrado l’ente abbia già selezionato e assunto personale con qualifica dirigenziale per il corpo dei vigili. Come affrontare questi problemi? È urgente adottare misure concrete e riconsiderare la separazione tra politica e amministrazione, limitando il ruolo del sindaco alla fornitura di una visione strategica e affidando la gestione operativa a dirigenti e tecnici competenti. Inoltre, è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo, abbandonando accuse e atteggiamenti di superiorità, puntando su rispetto reciproco e strategie condivise. Solo così si potrà evitare il deterioramento delle relazioni interne e il crescente malcontento tra i dipendenti comunali, favorendo un ambiente di lavoro sano e produttivo. Solo in questo modo si potrà costruire un’amministrazione capace di rispondere davvero alle esigenze della comunità, basata su competenza, rispetto e trasparenza».