C'è fermento a nord-est, Stasi spinge la grande alleanza dei sindaci per una rivendicazione di diritti e servizi
Dopo l'incontro con Lo Polito (Castrovillari) c'è stato il confronto con Capalbo (Acri). Sul piatto il grande tema dell'autonomia sanitaria e le infrastrutture. Queste sono le basi per una nuova provincia della Sibaritide-Pollino
CORIGLIANO-ROSSANO – Nella Calabria del nord-est si muove qualcosa, c’è un fermento nuovo ispirato a dar vita ad un sistema politico ispirato e guidato dal sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. L’obiettivo massimo e ormai dichiarato più volte è quello di aspirare alla nascita della Provincia della Sibaritide-Pollino che abbracci anche l’alta valle dell’Esaro, quella del Coscile e buona parte della media Valle del Crati. Il progetto, però, mira come priorità a ridefinire le dinamiche regionali, sfidando l'autorità consolidata di Cosenza e proponendo una nuova visione di collaborazione tra comunità, focalizzata su autonomia sanitaria, infrastrutture strategiche e riorganizzazione istituzionale. E queste sono battaglie che potrebbero andare a prescindere anche dalla formazione di una nuova provincia. Che, dicevamo, è l’obiettivo massimo ma che prima di essere realizzata ha bisogno di solide fondamenta. Ed è questo che tenterà di fare nel medio termine il primo cittadino della città capofila di quella che a tutti gli effetti può definita una rivoluzione per i diritti.
Con la fusione imminente di Cosenza, Rende e Castrolibero nel progetto della "Grande Cosenza", infatti, emerge la possibilità di una città metropolitana che potrebbe centralizzare risorse e poteri. Questo scenario ha catalizzato Stasi e con lui anche i sindaci delle città più importanti del comprensorio della Sibaritide-Pollino, a partire da Castrovillari e di recente anche Acri, a unificarsi in un fronte coeso. Nel cuore del movimento, vi è l’idea di creare un nuovo asse di potenza locale, allineando infrastrutture politiche e sociali per garantire un futuro diverso per questo territorio che può aspirare con concretezza ad un’autonomia provinciale.
Lo scrivevamo qualche tempo fa, chiedere di istituire una nuova provincia (tra l’altro senza il supporto dei numeri demografici per come previsti dalla Delrio), senza avere il supporto dei servizi fondamentali è una battaglia difficile. Diventa reale, però, se si hanno le capacità dell’autonomia.
Un fronte primario di questo sforzo è la sanità. La fusione delle strutture sanitarie sotto una sola entità, sappiamo essere stata una sciagura per i territori periferici. Ed è stato proprio questo uno degli argomenti cardine dell’incontro che Flavio Stasi, dopo aver incontrato il collega Mimmo Lo Polito di Castrovillari, nei giorni scorsi ha avuto con il primo cittadino di Acri, Pino Capalbo. Stasi e Capalbo si sono trovati concordi sul fatto che lo smantellamento della storica Azienda Sanitaria dello Jonio, fagocitata nel 2006 dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, ha indebolito la salute pubblica nella Calabria del nord-est. Ecco, allora, il piano di ripartire proprio da un'autonomia sanitaria attraverso la nuova azienda della Sibaritide-Pollino, che inglobi le strutture ospedaliere di Corigliano-Rossano, Castrovillari, Acri, Cariati e Trebisacce.
Oltre la sanità, l’urgenza delle infrastrutture regionali è un punto nevralgico sul quale sono confluite le visioni strategiche di Stasi e Capalbo. L’esclusione della Calabria dal piano nazionale per l'Alta Velocità rappresenta una minaccia di isolamento economico e sociale che i due sindaci non vogliono ignorare. Con il nodo di Tarsia, centrale per la mobilità di un terzo dei calabresi, cancellato dalla pianificazione, è stata invocata una risposta incisiva delle istituzioni regionali e nazionali per riequilibrare le opportunità infrastrutturali.
Un progetto altrettanto critico è la tanto attesa strada di collegamento Sibari-Sila, la cui realizzazione è fondamentale per lo sviluppo economico e turistico dell’area. Una viabilità moderna e funzionale potrebbe infatti rilanciare l’intero territorio, mettendolo in connessione con il resto d'Italia e incrementando la competitività locale.
Infine, la riorganizzazione istituzionale – e quindi la nuova Provincia - che potrebbe offrire una chance per correggere le inefficienze storiche della governance territoriale. La possibilità di ridisegnare la mappa delle province, soprattutto nel contesto delle discussioni sulla Legge Delrio, rappresenta un’opportunità colossale per costruire un’entità amministrativa che meglio rispecchi le storie e le peculiarità locali. Da qui l’auspicio di Stasi, condiviso da Capalbo e ancor prima da Lo Polito, di creare un nuovo ente sovraordinato che vada da Rocca Imperiale a Cariati, attraversando il Pollino e la Sila Greca, per una gestione più efficace e inclusiva delle risorse comunali.
Se Stasi riuscirà davvero a compiere un’impresa che finora non è riuscita a nessuno - causa la grettezza della classe politica che ha governato il territorio negli ultimi 50 anni - anche solo nell’ottenere diritti e servizi che rendano i cittadini del nord-est consapevoli di far parte del grande sistema Italia, allora avrà compiuto un’impresa titanica. Perché se la sfida univoca è quella di superare le divisioni e collaborare per un futuro che metta la regione della Sibaritide-Pollino al centro del miglioramento dei servizi e valorizzi le potenzialità di un grande territorio; ce n’è un’altra ancora più ardimentosa, che è quella di “invertire” la cultura della partecipazione scalzando, definitivamente, portatori d’interesse e concetti preimpostati che a queste latitudini, alle volte, passano per Vangelo quando, invece, sono solo opinioni o visioni personali che non hanno nulla a che vedere con l’interesse collettivo.