Tis, Scarcella: «Basta scorciatoie politiche»
Sulla questione dei tirocinanti è intervenuto anche il Consigliere Comunale di Corigliano-Rossano

CORIGLIANO-ROSSANO- In merito al dibattito sulla vertenza dei Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS), esploso nuovamente in occasione del Consiglio Comunale straordinario del 30 giugno, il consigliere Francesco Maria Scarcella ha ritenuto fare chiarezza.
«Siamo tutti consapevoli del ruolo che i TIS hanno svolto in questi anni. Hanno contribuito in settori cruciali, con dedizione e costanza, pur in un contesto di incertezza contrattuale e mancanza di diritti pienamente riconosciuti. Il nostro Comune li ha accolti, formati, supportati, pur non avendo alcuna competenza diretta nella creazione di questo bacino. Oggi, però, si tenta di scaricare in maniera strumentale e politicamente scorretta sull’Ente locale l'intera responsabilità di una vertenza nata altrove, senza affrontare con serietà i limiti normativi e finanziari che ogni amministrazione deve rispettare».
Secondo Scarcella i dati sono chiari e inoppugnabili: «Fino al 2029, la Regione Calabria ha previsto un cofinanziamento che consentirebbe una compartecipazione alle spese per l’assunzione dei TIS, comportando un costo per il Comune di circa 700.000 euro annui. Tuttavia, dal 2029 in poi, l’intera spesa ricadrebbe esclusivamente sull’Ente, con un impatto complessivo annuo superiore a 1,5 milioni di euro. Una cifra che, senza ulteriori risorse statali o regionali, porterebbe l’Ente al dissesto entro pochi anni, compromettendo i servizi essenziali, la tenuta dei bilanci e l’intera struttura amministrativa. La richiesta, avanzata da alcune forze politiche, di assumere unilateralmente decine di TIS in queste condizioni è del tutto irrealistica. È un messaggio pericoloso, che rischia di generare false aspettative e gravi danni economici. E soprattutto è profondamente incoerente con quanto la stessa opposizione ha sostenuto solo poche settimane fa in quest’Aula, parlando di rischio predissesto».
Cosa è cambiato in pochi giorni? Questo si chiede Scarcella: «Nulla, se non l’intenzione di cavalcare politicamente un tema delicato, dimenticando la realtà dei numeri. Pensionamenti: nessuna “scorciatoia”. Si è parlato di assunzioni possibili grazie ai pensionamenti previsti. Ma anche qui è doveroso chiarire: Le economie di spesa previste per il 2025-2026 sono già impegnate nella pianificazione triennale del personale 2025-2027, per coprire esigenze strutturali dell’Ente. I pensionamenti previsti tra il 2027 e il 2029 riguarderanno 32 unità, tra cui 7 funzionari e 14 istruttori: figure altamente specializzate, non sostituibili da profili a bassa qualificazione. Inoltre, 10 delle unità in uscita sono ex LSU/LPU, attualmente coperti da contributi statali da 18.000 euro annui per ciascun dipendente. La loro cessazione comporterà anche la perdita di tali fondi, riducendo il “risparmio” reale disponibile. Pensare quindi di destinare queste risorse teoriche e non permanenti a stabilizzazioni strutturali significa illudere i cittadini e rischiare di compromettere l’equilibrio futuro del Comune. Deroghe, “sovrannumero” e neutralità finanziaria: facciamo chiarezza. Anche sul tema delle deroghe normative introdotte dalla Legge Milleproroghe occorre essere chiari: la possibilità di assumere in sovrannumero non significa che i costi vengano azzerati. I fondi statali e regionali oggi disponibili sono limitati al periodo 2026-2029. Dopo quella scadenza, tutto ricadrebbe esclusivamente sul bilancio comunale.
La sostenibilità finanziaria, quindi, non è affatto garantita. «Anzi, un’eventuale stabilizzazione priva di copertura strutturale potrebbe compromettere seriamente la tenuta economica del nostro Ente».
Scarcella rivela la posizione dell’Amministrazione: «Con coerenza e senso del dovere, ha aderito all’avviso regionale, pur esprimendo da subito riserve tecniche e finanziarie sulla reale percorribilità del percorso proposto. Abbiamo partecipato agli incontri istituzionali, chiesto chiarimenti e proposto l’apertura di un tavolo tecnico con Regione e Governo. Ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta concreta. Non è questa la collaborazione istituzionale che serve per risolvere una vertenza di tale portata. Non è così che si dà dignità ai lavoratori. E soprattutto, non è scaricando tutto sui Comuni che si risolvono problemi strutturali creati altrove.
Infine, conclude: «Il nostro impegno per i TIS non è in discussione. Ma non può trasformarsi in un salto nel buio finanziario. Siamo pronti a sostenere percorsi seri, condivisi, con coperture certe e norme chiare. Non accetteremo di essere trasformati nel capro espiatorio di scelte politiche sbagliate o promesse populiste. Chi oggi chiede l’impossibile, domani sarà il primo ad accusare i Comuni per aver ceduto all’improvvisazione. Noi non cederemo. Continueremo a lavorare con serietà, equilibrio e trasparenza. Per i TIS, per il Comune, per i cittadini».