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Provinciali, a Co-Ro nessun asse tra Stasi e il Pd. Azione compatta ma con qualche fuga

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CORIGLIANO-ROSSANO – Elezioni quantomai apatiche, quelle provinciali che si sono celebrate ieri a Cosenza. Non fosse altro perché in questa particolare tornata elettorale (definita di secondo livello) viene meno l’essenza della democrazia, che è la partecipazione popolare. Apatiche ma interessanti, soprattutto sotto il profilo politico e degli equilibri sottesi, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, quelli veri, delle amministrative. Occhi puntati, ovviamente, su Corigliano-Rossano che a primavera tornerà alle urne per eleggere Sindaco e Consiglio comunale. E proprio in vista di questo appuntamento, quello che ci si aspettava ieri era poter vedere qualche strategia, principalmente su come cambiano o si solidificano alleanze e coalizioni.

In molti, però, sono rimasti delusi. Perché, di fatto, non si è visto granché e di nuovi equilibri all’orizzonte, in realtà, non se ne sono visti molti. Sotto i riflettori, più di tutti, c’era la Maggioranza Stasi e c’era tutta l’area democratica. E proprio perché su questi fronti accesissimi c’erano proprio gli unici due candidati della terza città della Calabria, eletti entrambi: Rosellina Madeo e Salvatore Tavernise. Tutti e due nella stessa lista (Provincia Democratica allestita dal PD) e con la Madeo (capogruppo dei democrat in Consiglio comunale) che, alla fine, ne è uscita con più voti (dell’esito del voto ne abbiamo parlato qui).

Il commento ovvio, considerato il bailamme che negli ultimi mesi si sta verificando all’interno del Pd locale e delle posizioni di una parte dei dem che ogni giorno di più si consolidano sul sostegno al secondo mandato del sindaco uscente, salvo poi – e questo è un dato certo – che arriveranno alle urne divisi in mille e uno rivoli, è che il Magno Stasi abbia fatto eleggere due consiglieri nell’emiciclo del Palazzo del Governo di piazza XV Settembre.

Se questa appare essere la narrazione ufficiale, i dati scaturiti dalle urne, però, sembrerebbero dire altro.

Il voto cristallizzato su Corigliano-Rossano

Cristallizziamo esclusivamente il dato di Corigliano-Rossano (comune in fascia E – di come funzionano le elezioni di secondo livello ne avevamo parlato qui nel 2021) ed il voto ponderale che ogni singolo consigliere portava in dote, pari a 384 preferenze. Il complessivo massimo che poteva esprime l’assise della città capoluogo della Sibaritide, composta da 25 consiglieri comunali compreso il primo cittadino, era di 9.600 preferenze. Sommati i voti raccolti da Madeo e Tavernise si arriva a 8.169 (vedremo in seguito come si sono orientati gli altri consiglieri). Ma questo è un dato superfluo.

Considerando solo il voto della Maggioranza, alle urne bruzie si sono recati 11 consiglieri comunali su 13 votanti compreso il sindaco. Non hanno partecipato alle consultazioni i consiglieri Pietro Mingrone e Titti Scorza.

La strategia Pd che ha funzionato attorno a Rosellina Madeo

Rosellina Madeo, sul totale 4.151 preferenze è riuscita ad intercettare soltanto 4 voti ponderali di fascia E in tutta la provincia di Cosenza. Ad esclusione del suo (immaginando, ovviamente, che si sia votata). Ne rimangono tre. Al netto di chi possa aver dato gli altri tre voti di fascia E (uno di questi sarebbe l’ex leghista corissanese Costantino Baffa) ne rimangono altri due. Ad ogni modo, da soli, questi voti (1.152 preferenze) non avrebbero consentito l’elezione della capogruppo PD in Consiglio provinciale. Vuol dire che dietro la Madeo ha funzionato bene, anzi benissimo l’apparato di partito che ha racimolato e fatto confluire le altre tremila preferenze dal resto del territorio provinciale (sicuramente uno a Cosenza e altri nei comuni di media fascia e nei piccoli). Sintomatico che la corrente di partito su cui fa leva l'ex consigliera di parità in Provincia, che si muove sull’asse de il Gatto e la Volpe (Bevacqua-Iacucci), ha funzionato (certo, scontentando qualcun altro); riversando voti sulla rappresentante rossanese, ritornata felicemente nei ranghi del suo partito d’origine e oggi anche componente dell’Assemblea nazionale del PD. Insomma, la Madeo a Corigliano-Rossano avrebbe preso, a conti fatti, solo 3 voti: il suo, quello di Baffa ed un terzo… che sarebbe arrivato dalla maggioranza.

Il monolite Stasi attorno a Tavernise

E sono proprio voci interne alla maggioranza a confermare questo dato. Dicevamo, della coalizione Stasi hanno votato solo in 11 consiglieri (4.224 preferenze) e 10 di questi voti (pari a 3.840 preferenze) sono confluiti sul consigliere provinciale uscente e rappresentante della stessa coalizione, Salvatore Tavernise, che ha racimolato altre 178 preferenze dai consiglieri comunali dei comuni della Valle del Trionto.

Insomma, nemmeno in questo caso – così come era successo nella precedente tornata delle provinciali - non ci saranno “grazie” da elargire a destra e a manca sull’uno e sull’altro versante. E, in realtà, non c’è nemmeno una connotazione chiara attorno alla quale poter imbastire un ragionamento d’alleanza in vista delle amministrative. Ognuno rimarrà sulle proprie posizioni fino alla fine.    

Certo, se a Corigliano-Rossano, Salvatore Tavernise ha ottenuto il massimo che poteva ottenere, non può dire lo stesso Rosellina Madeo alla quale, in realtà, è venuto meno il sostegno di Gino Promenzio, il candidato sindaco alle scorse amministrative del 2019 entrato in Consiglio comunale anche grazie alle preferenze messe in cascina dalla Madeo.

Le preferenze degli altri: occhi puntati su Azione

Discorso chiuso su Pd e dintorni. Cosa ha fatto la restante parte dell’emiciclo di piazza Santi Anargiri e, soprattutto, quella grande area che si rifà ad Azione che oggi è rappresentata da ben 6 consiglieri comunali? Il partito di Calenda, a Corigliano-Rossano, ha votato tutto e compatto ma in realtà di queste competizioni si è sostanzialmente disinteressato, preferendo potenziare i suoi rapporti con il territorio piuttosto che mettersi in prima linea con propri candidati. È un partito che ha guardato con molta attenzione ai paesi arbereshe e al comprensorio che va oltre la città, dispensando voti che hanno consentito l’elezione del sindaco di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti (già presidente della Provincia di Cosenza) e contribuendo alle buone affermazioni di altri rappresentanti dei piccoli centri. È stata una scelta. Anche se emergerebbe un altro giallo. Perché dai conti che si ripetono all’interno della segreteria provinciale mancherebbero all’appello due voti importanti sul partito: quello della presidente provinciale, Caterina Savastano (consigliere comunale di Cosenza e candidata uscita con zero preferenze) e mancherebbe all’appello anche il voto di Francesco Madeo, calendiano della prima ora entrato in netto contrasto con le nuove leve del partito. Due defezioni importanti che sicuramente non passeranno inosservate al quartier generale romano.    

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.