Villa San Giovanni esclusa dal gruppo di lavoro sul Ponte sullo stretto. «Salvini non conosce il territorio»
I parlamentari del Movimento 5 Stelle: «È imprescindibile che anche il Comune di Villa San Giovanni, zona-cerniera tra Messina e Reggio Calabria, prenda parte alle interlocuzioni»

ROMA - «Escludere il comune di Villa San Giovanni dal gruppo di lavoro sul Ponte sullo stretto di Messina dimostra l'approssimazione, già nella fase embrionale del progetto e la non conoscenza da parte del ministro Salvini del territorio».
Con queste parole i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Elisa Scutellà, Riccardo Tucci e Anna Laura Orrico, il Coordinatore regionale Massimo Misiti ed il già senatore M5S Giuseppe Fabio Auddino, contestano la scelta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di lasciare fuori dal tavolo del gruppo di lavoro sul Ponte il comune di Villa San Giovanni.
«Dal tavolo di confronto istituito con i Presidenti della regione Calabria e della regione Sicilia e con i rispettivi Sindaci delle città di Messina e Reggio Calabria non può essere lasciata fuori l'amministrazione di un Comune che per sua collocazione geografica è il luogo fisico e logistico del Ponte. È pertanto imprescindibile - aggiungono i portavoce - che anche il Comune di Villa San Giovanni, zona-cerniera tra Messina e Reggio Calabria, prenda parte alle interlocuzioni affinchè possa contribuire ad un confronto franco, scevro da qualsivoglia ideologismo, che tenga precipuamente in considerazione il benessere economico, ambientale, urbanistico e sociale del territorio».
«Auspichiamo, pertanto, che il ministro Salvini prenda atto dell'importanza del coinvolgimento del Comune nei lavori del tavolo preposto ed estenda anche al Sindaco del Comune villese la partecipazione ad esso quale atto imprescindibile per addivenire ad un fattivo, utile ed efficace confronto sul tema. Al netto di tale sensata oltre che doverosa azione da parte del capo del dicastero di Porta Pia -proseguono i portavoce - continua a destare forti perplessità la reale fattibilità dell'opera dal punto di vista geologico, ambientale ed economico. Un argomento, quello del Ponte sullo stretto, che esiste dal 1866 e per il quale tra il 1981 ed il 1997 sono stati spesi 135 miliardi di lire tra studi e consulenze».
«Riteniamo che dovrebbe essere data priorità nell'utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr per dare concretezza agli interventi che servono davvero a regioni come la Calabria e la Sicilia per uscire dall'isolamento atavico in cui si ritrovano e garantire ai cittadini spostamenti sicuri e veloci degni di un paese civile» concludono i portavoce pentastellati.