«La Calabria ha un patrimonio: la stampa» Anche Graziano (Udc) si unisce all'appello lanciato dall'ordine dei giornalisti
«È grazie alla nostra stampa regionale, è grazie ai giornalisti di periferia che il mondo della politica e delle istituzioni negli anni è riuscito a portare alla luce scandali abnormi della pubblica amministrazione»
CATANZARO -«Contro ogni bavaglio. Mi unisco all'appello lanciato dall'Ordine e dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria affinché si tuteli il diritto di cronaca ed il lavoro dei tanti e bravi cronisti che ogni giorno raccontano la storia di questa terra. Ci sono tante belle realtà editoriali nel nostro territorio regionale. Alcune delle quali hanno scritto e stanno ancora scrivendo la storia del giornalismo italiano».
Lo dichiara Giuseppe Graziano – Presidente Gruppo UDC Consiglio regionale.
«È grazie alla nostra stampa regionale, è grazie ai giornalisti di periferia che il mondo della politica e delle istituzioni negli anni è riuscito a portare alla luce scandali abnormi della pubblica amministrazione. Mi riferisco, ad esempio, alla grande questione sanitaria e alle tantissime omissioni che si sono perpetrate a danno del diritto alla salute dei cittadini, anche in tempo di Covid; così come anche all'ultimo grande dibattito che si è aperto sulla situazione della mobilità nella Calabria ionica».
«La stampa è un patrimonio prezioso della nostra regione che ci aiuta a sperare in un futuro nuovo per questa terra. Ed è determinante, anche e soprattutto, nella lotta alla criminalità organizzata, contro la piaga 'ndranghetista. Perché l'arma dell'informazione, della corretta informazione, è l'unica che abbiamo oggi per far arrivare a tutti i cittadini il lavoro instancabile e inflessibile della Magistratura e delle Forze dell'Ordine e sensibilizzare le nuove generazioni ad un concetto nuovo e vero di Stato. Insomma è un patrimonio che abbiamo l'obbligo di tutelare, anche perché i cronisti, i giornalisti calabresi sono una rappresentanza del mondo dei giovani, delle nuove generazioni verso le quali le istituzioni hanno l'obbligo morale di essere attenti e agire. Certo, anche in certa stampa, ci sono angoli bui».
«Lo sappiamo tutti e non da ultimo ho vissuto in prima persona l'offesa del turpiloquio e della menzogna, della cosiddetta "macchina del fango". Ecco, questo non va bene ma, allo stesso tempo, rimango persuaso che in una foresta di sequoie può annidarsi sempre un po' di gramigna».
(Fonte foto Giuseppegraziano.it)