Crisi Stasi: l'unica soluzione è ricucire lo strappo con i dissidenti. Opposizione compatta: «Maggioranza senza numeri»
Si sta celebrando il Consiglio comunale di Corigliano-Rossano. All'appello mancano i 4 consiglieri "malpancisti" che di fatto mettono la squadra di governo in posizione minoritaria rispetto all'assise. Il sindaco a un bivio
CORIGLIANO-ROSSANO - Per risolvere la crisi politica, tutta interna alla maggioranza che regge le sorti dell'esecutivo Stasi, di soluzioni all'orizzonte ce ne sarebbero davvero poche. Al momento, l'unica strada percorribile per riportare l'elefante amministrativo a rialzarsi e a camminare sulle proprie gambe sembrerebbe quella di ricucire lo strappo con i quattro dissidenti.
Questo è quello che si evince dalle posizioni, chiare e concise dei gruppi di opposizione; questo è quello che emerge - soprattutto - dai numeri del Consiglio comunale. Che oggi, dopo la debacle di venerdì scorso, è tornato a riunirsi in seconda convocazione.
I lavori sono iniziati con le comunicazioni del sindaco, Flavio Stasi, che su cinque fogli ha messo in fila nero su bianco tutte le cose che l'Amministrazione comunale ha fatto. Un vero e proprio bilancio di metà mandato che oggi può significare un punto di rilancio o la chiusura definitiva di un'esperienza amministrativa. Lo vedremo e lo sapremo nelle prossime ore.
All'appello, oggi pomeriggio nella sala del pubblico consesso di Rossano centro storico, mancavano 4 consiglieri, tutti di maggioranza: Antonio Cassano, Piersalvino De Gaetano, Rocco Leonardo Gammetta e Mattia Salimbeni. Insieme a loro anche due assessori (perché tutti gli altri anche se informalmente destituiti dal loro incarico erano presenti nell'emiciclo): il vicesindaco Claudio Malavolta e l'assessore al bilancio Giovanni Palermo. Sei persone che sono determinanti nell'economia politica della maggioranza.
Dall'altra parte i rappresentati della minoranza che si sono trovati uniti e compatti sulla posizione di opposizione, senza sbavature. E glielo hanno ribadito con forza ancora una volta e pubblicamente in Consiglio comunale: dal capogruppo civista Gino Promenzio, finendo al capogruppo dell'Udc Vincenzo Scarcello, passando dal capogruppo e sub-commissario provinciale del Partito Democratico, Aldo Zagarese. Che nel suo intervento non è andato per nulla per il sottile. Dai democrat nessuna porta aperta o semi-aperta (come era apparso da una nota di stamani del circolo del Pd di Schiavonea - leggi qui) nei confronti di una maggioranza che «ha dimostrato di avere una trazione di centrodestra» ha detto proprio Zagarese. Il porta bandiera dei democratici ha poi ricordato le incredibili inadempienze e i fallimenti prodotti dalla gestione Stasi.
Di responsabilità morale, invece, ha parlato Gino Promenzio, capogruppo di Civico Popolare. Non gli è mancato cinismo nel dire in faccia a Stasi che il caos politico odierno in cui si trova avvinghiata la maggioranza altro non è che «il frutto del narcisismo politico del sindaco». Quello stesso narcisismo che - ha aggiunto Promenzio - «lascerà in eredità a questa città solo macerie».
Insomma, un bel quadro apocalittico da far rabbrividire anche il più sfegatato tra i complottisti. Del resto oggi il ruolo da leoni spettava all'opposizione che lo hanno interpetrato in maniera egregia trovandosi dall'altra parte una maggioranza impacciata, la più impacciata di sempre da inizio mandato.
Mancano i numeri, dicevamo, e in questo momento non ci sembra che ci sia altra soluzione al compromesso, per ricucire lo strappo con gli scissionisti di Corigliano-Rossano Domani (una delle aree predominanti di quella che in questo momento è l'ex maggioranza). Dissidenti che sarebbero pronti - da quanto se n'è saputo al di fuori delle mura del Palazzo di Città - con il foglio delle firme da portare dal notaio.
«Se vengono a portarcelo - ha ricordato spietatamente il capogruppo dell'Udc Vincenzo Scarcello - noi lo firmeremo. Ma ricordate che non siamo noi che sfiduciamo il sindaco ma la sua maggioranza, chi lo ha eletto. Perché le nostre posizioni sono sempre state chiare e coerenti e non potrebbero essere diverse adesso».
Ora la palla è in mano al sindaco. Riuscirà a ricompattare tutte le anime della sua maggioranza e a soddisfare gli "appetiti" dei dissidenti? Lo sapremo presto.