Vaccini Calabria, la percentuale degli over 80 vaccinati è tra le più basse di Italia
È quanto denuncia il Pd area Rossano che pone diverse questioni sulla gestione dell’emergenza pandemica e rivela: «il versante ionico è quello più indietro»

CORIGLIANO-ROSSANO - Ancora una volta la Calabria è tra le ultime regioni nelle classifiche di merito. Infatti per numero di vaccinazioni in proporzione al numero di vaccini ricevuti, siamo all'ultimo posto (vaccini somministrati 262.881 su 323.990 consegnati; 81% ) dati aggiornati al 1°aprile sul sito della presidenza del consiglio.
È quanto si legge in un comunicato del Partito Democratico area Rossano che così prosegue: «Cosa più grave, la percentuale degli over 80 vaccinati è tra le più basse di Italia; per non parlare degli estremamente vulnerabili abbandonati a se stessi, i quali vengono rimpallati dal medico di famiglia alla piattaforma regionale, al modello da compilare e inviare al dipartimento della salute regionale. Dopo la beffa del piano covid quasi inesistente e poi mai attualizzato in Calabria, adesso abbiamo il piano vaccinale degli slogan, degli annunci, continuamenti rivisti e cambiati». «All'interno della Calabria – continua - il versante ionico è quello più indietro, nonostante comprenda la terza città della regione per numero di abitanti. Crediamo di meritare almeno la verità sullo stato attuale delle cose: Perché in Calabria non funzionano le prenotazioni sulla piattaforma regionale? A che punto è il sistema informatico del dipartimento salute regionale? Perché i medici di base inizialmente coinvolti poi sono stati esautorati dal piano vaccini? La soluzione è semplice. Basterebbe, per come si era deciso, catalogare i pazienti in base alle patologie, regolarmente registrate nelle cartelle cliniche dei programmi che hanno i medici, comunicarle ai direttori di distretto, sanitari e generali e procedere alle vaccinazioni negli ambulatori».
«Purtroppo – aggiunge - questo non si è fatto per tutela dei dati sensibili. In una situazione di emergenza non vediamo che importanza possa avere la comunicazione dei dati sensibili, tanto più che i dati sono indispensabili per individuare i soggetti fragili. Bisogna smettere di trasmettere ai pazienti che i medici di medicina generale non vogliono vaccinare. È l'esatto contrario! Avete la soluzione a portata di mano e cioè usufruire della disponibilità totale da parte loro. Si stresserebbero di meno a fare i vaccini che non a rispondere a centinaia di telefonate al giorno su cose non dipendenti da loro ma da chi organizza il tutto. Non bisogna uscire con comunicati regionali che parlano di prenotazioni da fare a conviventi con disabilità grave, quando anche la richiesta del disabile stesso viene non riconosciuta e rigettata dal sistema. Ogni medico di medicina generale in autunno ha vaccinato in dieci giorni dai 300 a 500 pazienti anche al di fuori dei normali orari di studio con grande senso di dovere e responsabilità. Cosa che ci deve fare riflettere!».
«Chiediamo che venga rivista, e con urgenza, la incomprensibile decisione di estromettere i medici di base dai soggetti autorizzati alla vaccinazione. Chiediamo che venga fatta chiarezza al più presto coinvolgendo anche le istituzioni preposte a partire dai sindaci, direttore sanitario e commissario provinciale e regionale. Lo si deve alla comunità calabrese, lo si deve alle tante persone che hanno perso la vita o che stanno lottando in queste ore nei nostri ospedali! Ogni ritardo, ogni ulteriore disfunzione, ogni improvvida decisione che venga mantenuta peserà sulla coscienza dei Responsabili e sarà causa di grandi disagi e anche di vite spezzate, di cui si dovrà rispondere. Chiediamo ai Prefetti delle province calabresi di intervenire per evitare che la tragedia naturale della pandemia si aggravi e si trasformi in tragedia per colpa umana» conclude.
(foto fonte Palermo la repubblica)