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Reparto agrumicolo al collasso: «Amministrazione comunale incapace di dare soluzioni»

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«Chissà se l’amministrazione è a conoscenza che c’è un mondo produttivo che in questo momento è ripiegato su se stesso. E non ci riferiamo solo alle migliaia di commercianti che con l’imperversare dell’emergenza Covid sono stati letteralmente abbandonati dal Comune (qualcuno scenda dagli scranni su cui è pomposamente seduto e si faccia un giro per le principali vie di Corigliano e Rossano a raccogliere umori). Ci riferiamo al mondo del comparto agrumicolo, ai produttori di clementine. Quel prodotto che dovrebbe e potrebbe rappresentare la svolta economica per quest’area della Calabria. Certo, di produttori ce ne sono tanti e anche di illustri, tra le fila della Maggioranza e della Giunta. Non sappiamo come se la passino in questo momento di crisi».

È il commento caustico dei gruppi consiliari di Opposizione di Corigliano-Rossano che mettono sotto accusa il sindaco Stasi e la sua Amministrazione comunale, rei di essere inermi sulle politiche agricole.

Certamente nel momento di mercato più florido per l'agroalimentare italiano (tra i pochi effetti positivi che ci sta lasciando l'emergenza covid), nella Sibaritide il comparto d'eccellenza dell'agrumicoltura continua a vivere con il cappello in mano, soggiogato com'è alle leggi di mercato e ai prezzi che vengono imposti dai grossisti della frutta. Tant'è, che in un anno in cui l'oro arancio della Piana, la celebre e prelibata clementina, poteva essere valorizzato anche nella sua produzione, non più con prezzi da fame, succede che il prezioso agrume della Calabria del nord, apprezzato nel mondo, viene pagato a prezzi di granlunga inferiori a quelli dello scorso anno. Con il rischio palese, che l'agrume rimanga sull'albero. 

«Produttori locali ridotti allo stremo»

E questo ha fatto andare su tutte le furie l'Opposizione. «I produttori con cui ci confrontiamo giornalmente -  si legge nella nota a firma dei consiglieri dei gruppi Unione di Centro, Coraggio di Cambiare, Lega Salvini, Civico Popolare, Gente di Mare, Fiori d'Arancio e Partito Democraticoci dicono che adesso sono ridotti allo stremo, con il colpo finale e mortale che gli è stato dato dagli eventi meteorologici di settimana scorsa che hanno praticamente distrutto il raccolto della campagna in corso».

E non sarebbe la pioggia abbondante caduta negli ultimi giorni la cuasa del problema di un invenduto che ha margini sempre più grandi. «O meglio - aggiungono - non è il principale problema. Qui -precisano - quello che davvero manca è la capacità delle istituzioni di creare una filiera controllata che tuteli i piccoli produttori e quelli storici. Sappiamo solo che da un anno e mezzo Corigliano-Rossano ha un assessore all’agricoltura, individuata nella figura del vicesindaco Claudio Malavolta, che anche su questo punto ci sembra sia essere totalmente avulso dalla realtà. Un altro marziano che sembra vivere su un pianeta sconosciuto».

«Un assessore all'agricoltura praticamente inesistente»

«Cari Sindaco e Assessore all’agricoltura - da qui l'appello - dove sono le iniziative volte a tutelare l’agrumicoltura locale? Si saranno perse in qualche verdeggiante giardino di Corigliano-Rossano che non vive la crisi. Perché c’è qualcuno che di questi tempi non vive la crisi. Se è vero che dalle nostre parti ci sono produttori che acquistano prodotti a zero qualità sui mercati esteri per rivenderli a prezzi stracciati spacciandoli per clementine. E non ci sono oggi responsabilità pregresse su cui far leva. Corigliano-Rossano oggi è per la prima volta nelle condizioni di creare un marchio di Denominazione Comunale (De.Co.) per tutelare i suoi prodotti. E non ci vogliono progetti o studi di fattibilità per realizzarlo. Servono solo ed esclusivamente lungimiranza e capacità di programmazione, che purtroppo anche in questo settore mancano».

Un Consiglio comunale ad hoc

«Una crisi imperante e incessante», per la quale proprio la Minoranza ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale, Marinella Grillo, la convocazione di un’assemblea civica straordinaria aperta anche alle istituzioni regionali, con l’obiettivo di «mettere assieme idee e creare una diga protettiva attorno ad un comparto, quello agrumicolo, che già dalla prossima stagione - concludono - rischia completamente di sparire».   

Carmine Milieni
Autore: Carmine Milieni