Rossano recupera, è stata presentata venerdì mattina la richiesta di autorizzazione per eseguire alcuni sondaggi e rilievi finalizzati alla redazione del progetto di manutenzione della fontana di piazza Grottaferrata. L’associazione che autofinanziandosi ha avviato il lungimirante progetto di riqualificazione dei monumenti minori custoditi nel centro storico di Rossano, dopo aver avviato e completato il restauro della fonte della fertilità di piazza San Nico e della “mazza canna” di piazza del Commercio, è pronta ad una nuova sfida. Questa volta l’asticella della difficoltà si alza. Già perché ad essere interessato dagli interventi non sarà un singolo manufatto o un oggetto, bensì l’intero complesso monumentale che adorna piazza Grottaferrata e quindi quella che i rossanesi chiamano, comunemente, la Fontana della Sirena. Cosa è questo piccolo angolo di bellezza e storia incastonato nella città alta ce lo spiega Tonino Caracciolo, ispiratore e fondatore del progetto Rossano recupera che racconta di come esista (e resista) ancora nella nostra Città un’area sociale consapevole. «Si tratta – spiega Caracciolo - la riproduzione del Gruppo statuario Eros con Delfino, presente nel Museo Archeologico di Napoli, a piano terra – Sala V, “
Venere e motivi marini”». Nello specifico è un “gruppo statuario in moto”, composto da una statua di fanciullo e da un animale, un delfino, posto alla base. «Era utilizzato – dice ancora Caracciolo - come ornamento di fontana. Il Gruppo rappresenta un fanciullo alato, posto a testa in giù su un delfino dalla cui bocca aperta fuoriesce l’acqua. La composizione risulta complicata: dall’attorcigliarsi a spirale della coda del delfino intorno al corpo del fanciullo, di cui rimangono libere solo le gambe nella parte più alta. La combinazione del volto del ragazzo a testa in giù, con le pinne del delfino in alto, a un’analisi superficiale, dà effettivamente l’idea di una sirena; e così venne soprannominata la fontana, da sempre». Il motivo di Eros che cavalca un delfino era noto nell’arte greca a partire dalla metà del VI secolo a.C., specie nella ceramica o nelle arti decorative. Nel Museo Archeologico di Napoli esiste un esemplare alto 183 cm, in marmo bianco, scalpellato e levigato, realizzato intorno al 190-199 d.C. «La fontana, con la statua di Eros col Delfino, - ci svela infine Tonino Caracciolo - fu voluta alla fine del XIX secolo dal sindaco Luca de Rosis (1843-1926) in occasione del rifacimento di quello, che allora si chiamava Largo Cappuccini e che poi nel 1958, col sindaco Michele Scazziota, prese il nome di Piazza Grottaferrata».