Ritorna la poesia sociale e partigiana: un'ode alla governatrice che «ha rubato il 25 aprile ai dipendenti del commercio»
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Andrea Ferrone (segretario Filcams): «Vergognosa ordinanza notturna che fa riaprire tutti i punti vendita nei giorni di festa»
[dropcap]N[/dropcap]ella sinistra sindacale è ritornata ad esplodere la poesia sociale, quella della rabbia. Oggi, 25 aprile, la Filcams Cgil della Calabria ha pubblicato "La Lettera di una “nuova” partigiana". Il destinatario, manco a dirlo, è la presidente della Regione Calabria Jole Santelli, "rea" di aver emanato - nottetempo - l'ordinanza per la riapertura delle attività commerciali anche nei periodo festivo, a partire da oggi 25 aprile.
Ecco il testo
Di notte quando tutte le strade sono deserte, perché il virus ti costringe a stare a casa. La tua giornata non è ancora finita, in realtà è ancora sera ma a te sembra notte, dopo una giornata di lavoro carica, perché domani è festa, non si vende, e i clienti oggi sono stati tanti.
Ma la tua giornata non è ancora terminata, c’è da rassettare la cucina, mettere a letto i bambini, oppure hai voglia di tirare tardi davanti alla tv, con quel film che ti piace... birra e patatine.
Domani non si lavora, domani è festa. La liberazione.
Sono le 22, il telefono è acceso, non si sa mai... squilla!
È il direttore, che sarà successo a quest’ora? Un furto, una tragedia? Non può essere...
“Va bene, si, si certo, va bene, a domani” una lacrima di rabbia, di dolore, solo una, scende dal tuo volto. Rimani impietrita, ferma, la mente non riesce a fermarsi.
Ero libera, domani ero libera, ma mi hanno rubato la libertà.
Di notte, come i ladri, come i topi di fogna, come chi ha qualcosa di cui vergognarsi o da nascondere.
«La Filcams Cgil Calabria - si legge in una nota della Filcams Cgil diramata dal segretario del territorio Tirreno-Pollino-Sibaritide, Sandro Ferrone - deplora il comportamento disdicevole, indecoroso e squallido della Presidente della Regione Calabria, che con un blitz notturno ha rubato ai lavoratori e alle lavoratrici calabresi dei centri commerciali la Festa della Liberazione e la domenica. Proviamo solo disgusto e ci auguriamo che la Presidente si vergogni almeno un poco (e forse per questo ha emesso l’ordinanza alle 22,00 del giorno prima) per aver costretto lavoratori e lavoratrici a lavorare nei giorni di festa, nel giorno della Liberazione».
«I nuovi partigiani sono loro - prosegue -, lavoratori e lavoratrici, che lottano quotidianamente per guadagnarsi il pane, che neanche basta per tirare avanti, per questo se il padrone ti chiama alle 11 di notte per dirti che domani, il giorno della Festa si lavora, anche se volessi rifiutare, stringi i pugni e dici signorsì . Lo stesso padrone che da lunedì ti metterà in cassa integrazione perché il fatturato è calato. Non si illuda la presidente Santelli - conclude - che questo oltraggio ai lavoratori non peserà sulla sua coscienza e sulle azioni politiche della Giunta. Non si illuda che i lavoratori e le lavoratrici dimenticheranno questa vergogna».