7 ore fa:Viabilità a Schiavonea, i commercianti protestano: «Sbagliata la tempistica dei lavori»
10 ore fa:Demolizione ciminiere Enel, i lavori riprenderanno a ottobre
6 ore fa:Cassano, prima seduta del consiglio comunale della Sindacatura Iacobini: presentate le linee programmatiche
8 ore fa:«Spiagge stuprate dalle ruspe. La pulizia deve essere effettuata manualmente»
8 ore fa:Social ed emergenza pedagogica: se ne parlerà stasera al Paolella con Renzo e Abate
6 ore fa:Estate più sicura, in arrivo in Calabria 116 unità di personale delle Forze dell'Ordine
5 ore fa:Occhiuto (con i droni) dichiara guerra agli scarichi abusivi in mare
9 ore fa:Sicurezza, Madeo: «Co-Ro non è il far west, ma doveroso affrontare il tema nel prossimo Consiglio comunale»
7 ore fa:Appalto vigilanza armata Asp Cosenza, Cub Calabria denuncia: «Dalla padella alla brace»
9 ore fa:La Regina nominato vicesindaco di Cassano

Come su un tapis-roulant impazzito: corriamo (e sprechiamo energie) restando immobili

2 minuti di lettura

La Calabria del nord-est è ostaggio di una malagestione cronica dei fondi pubblici che grida vendetta. Ogni tentativo di sviluppo sembra arenarsi in un mare di sprechi e decisioni senza capo né coda. Di emblemi di questo continuo, perdurante disastro ce ne sono a iosa ma uno su tutti è davvero eclatante: la nuova Sila-Mare.

Per realizzare "appena" 18 chilometri di strada - diciotto! - sono stati praticamente polverizzati quasi 100 milioni di euro. Facciamo un rapido calcolo: oltre 5,5 milioni di euro al chilometro! Cinquemilionicinquecentomila euro per collegare il nulla con il nulla! Un'arteria fantasma che sorge nel bel mezzo del niente e conduce dritta in un altro punto imprecisato del niente. Già, perché per rendere vagamente utile questa cattedrale nel deserto di asfalto, servirebbero altri 100 milioni di euro per completarla sia a monte, verso la Sila, sia a valle, fino alla famigerata Statale 106. E non basta! Se si volesse rendere realmente produttiva e sostenibile quest'opera, bisognerebbe creare le condizioni di sviluppo attorno, immaginare - ad esempio - collegamenti veloci per i paesi dell'entroterra che su quella strada dovrebbero confluire. Un'utopia, insomma, un miraggio in questa terra dove le promesse si sciolgono nelle parole e nei soliti "faremo", "vedremo", "potremo"!

Quando sedevo tra i banchi del liceo, una mia compagna di classe, Sonia da Bocchigliero, iniziava la sua odissea quotidiana alle 5 del mattino. Autobus alle 5.45, arrivo allo scalo di Rossano alle 7.30, cambio e altro autobus per raggiungere il Liceo Classico San Nilo. Due ore e un quarto all'andata, altrettante al ritorno, per coprire una cinquantina di chilometri.

E il paradosso, la beffa più amara? Che oggi, venticinque anni dopo, se la stessa Sonia volesse tornare da Bocchigliero a Corigliano-Rossano, dovrebbe ancora una volta puntare la sveglia alle 5 del mattino per arrivare a destinazione alle 8. Non è cambiato nulla! In mezzo, però, in questo quarto di secolo perduto, ci sono 100 milioni di euro spesi per una strada, la Sila-Mare, che sulla carta doveva strappare dall'isolamento proprio paesi come Bocchigliero.

Ecco la voragine del nostro sistema democratico! Ecco l'insostenibilità di progetti faraonici che non hanno generato un briciolo di sviluppo per un territorio dalle potenzialità enormi, costantemente soffocate da scelte politiche scellerate.

Sembra di correre disperatamente verso il futuro, investendo energie e risorse, senza accorgerci, però, che quella corsa avviene su un tapis-roulant, che gira all'impazzata ma condannandoci all'immobilità.

Basta con gli investimenti a pioggia e stop alla logica del contentino elettorale! Si dovrebbe pensare di più all'interesse collettivo, a compiere scelte coraggiose, anche impopolari se necessario, ma che generino benefici reali per la comunità.

E guardiamo all'ennesimo esempio di sperpero: l'ultima programmazione del GAL della Sibaritide. Quattordici milioni di euro sbriciolati in 192 progetti! Ma perché? Perché non concentrare quelle risorse in un unico, grande progetto di promozione territoriale, capace di creare una vera destinazione attrattiva, invece di disperdere i fondi in mille rivoli insignificanti tra Rocca Imperiale e Cariati? Alla fine, la contabilità generale dirà che 14 milioni sono stati spesi. Ma a quale pro? A nulla! Serviranno solo a farci continuare a correre su quel maledetto tapis-roulant, bruciando soldi come calorie, mentre la politica incassa prebende e voti, che però non saranno mai vero consenso.

È tempo di scendere da questo tapis-roulant e iniziare a correre, davvero, verso un orizzonte di sviluppo concreto.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.