Il Carnevale a Corigliano-Rossano funziona: forse bisogna osare di più
In migliaia per le strade della città con una straordinaria esigenza di evadere: perché accontentarsi di una manifestazione paesana quando ci sono le condizioni per un evento territoriale?

CORIGLIANO-ROSSANO - Le manifestazioni del Carnevale a Corigliano-Rossano funzionano, piacciono e coinvolgono. Nonostante il tempo incerto che ha portato al rinvio di alcuni eventi, i momenti di aggregazione che si sono celebrati tra sabato e domenica scorsa hanno portato in strada migliaia di persone. E, cosa ancora più importante, moltissime famiglie con i loro bambini e ragazzi. Bello, anzi, bellissimo tutto. Belli i colori, belle le animazioni scelte, straordinaria la sfilata dei carri allegorici che con sapienza e perizia sono stati preparati da giovani mani artigiane. Ottima l’organizzazione da parte del Comune e delle Pro Loco di Corigliano-Rossano che ormai sono una garanzia nel coadiuvo organizzativo degli eventi.
Il Carnevale a Corigliano-Rossano, differentemente da altre parti della Calabria e del Meridione, funziona. E questo ce lo dicono i numeri delle presenze ma soprattutto ce lo dice un dato fondamentale. Perché questa particolare festa, negli anni, ha subito un importante fermo temporale. C’è stato un tempo, infatti, dopo la fine degli anni ’90, in cui le celebrazioni carnascialesche che animavano piazze e strade della città erano state di gran lunga ridimensionate.
videntemente, però, lo spirito della città non si è mai sopito nemmeno con il cambio generazionale. Tant’è che negli ultimi anni, con il ritorno “prepotente” delle maschere a colorare e riempire di musica e magie ogni scorcio del centro urbano, le persone ha ripreso l’abitudine. Con un certo piacere.
Allora, perché accontentarsi di un Carnevale “normale” nella sua straordinarietà? Se questo è un evento che funziona perché limitarsi ad una sfilata di carri realizzati solo con sacrificio e autofinanziamento da parte delle associazioni? Perché non osare e puntare a qualcosa di più? Acireale, Putignano, la stessa Castrovillari – solo per citare alcune grandi città che orbitano nel meridione - hanno fatto di questo appuntamento un must della loro programmazione annuale. Perché non tentare anche qui l’audacia di un’organizzazione un po’ più complessa.
La marea di gente per le strade, che – è bene ribadirlo – non è un caso ma una vera e propria esigenza per tante famiglie di evadere i un territorio che non offre nessuno svago nel raggio di 100 km, è un dato emblematico da non sottovalutare perché rappresenta la base fondamentale del successo di questa manifestazione. Se si proponesse, già dal prossimo anno, un Carnevale con un’organizzazione ancora più capillare e programmata, magari coinvolgendo le esperienze consolidate delle città del Carnevale, ecco sarebbe una possibilità in più per viaggiare su frequenze più alte, meno paesane e più territoriali.