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Non si può vivere di solo turismo

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Vivere di solo turismo e agricoltura è un modello che, benché possa sembrare affascinante e tradizionalmente radicato, non può più essere l'unico motore del benessere e della crescita economica di un territorio. Il nostro benessere e la nostra prosperità richiedono molto di più: serve puntare sull'industria, certamente ecosostenibile, e sull'innovazione tecnologica per offrire un contributo significativo alla crescita del Paese.

Quando pensiamo a regioni come la Puglia e la Grecia, spesso le associamo a modelli di successo basati su un'economia fortemente radicata nel turismo. Tuttavia, esaminando più da vicino queste aree, emerge una realtà più complessa.

In Puglia, è vero che zone come il Salento e il Gargano prosperano grazie al turismo. Ma non bisogna dimenticare che una parte significativa del PIL regionale è generata dall'industria e dalla logistica. Secondo i dati ISTAT, circa il 24% del PIL pugliese è attribuibile all'industria, mentre il turismo rappresenta una fetta minore. Questo evidenzia come il reale traino economico derivi da settori diversi dal turismo.

La Grecia, sebbene famosa per le sue isole incantevoli come Mykonos, Santorini, Creta, Paros e un’altra infinità di luoghi incantevoli non è una potenza economica mondiale. Questo perché un'economia basata quasi esclusivamente sul turismo è fragile e limitata. Come ricorda Pasquale Tridico, «il turismo crea un'economia da bar», effimera e spesso precaria.

Riflessioni su esempi più legati al nostro territorio, alla Calabria del nord-est, ci spingono a confrontarci con realtà ancor più complesse. Qui, molti vedono l'industria come un retaggio del passato, associata a immagini di operai distrutti, sporchi e sfruttati. Tuttavia, questo non è più il volto dell'industria moderna. Oggi, grazie alle innovazioni tecniche e alle politiche di sviluppo sostenibile, l'industria può offrire opportunità di lavoro dignitose e stimolanti, contribuendo in modo significativo alla crescita economica.

Alle nostre latitudini viviamo spesso di speranze e promesse non mantenute. Abbiamo visto grandi infrastrutture, come la centrale Enel di Rossano, essere demonizzate senza prove concrete e strutture portuali abbandonate nell'inedia, mentre tonnellate di ferraglia vengono ancora stoccate sulle banchine, ignorando gli impatti ambientali.

È giunto il momento di abbandonare pregiudizi e aprire la nostra mente a una visione di progresso sostenibile. L'industria moderna, attenta all'ambiente e alimentata dall'innovazione tecnologica, può essere davvero il volano per la rinascita del nostro territorio. Invocare una nuova cultura del progresso non significa abbandonare le nostre radici, ma inglobare nuove opportunità che possano garantire un futuro più prospero per le nostre comunità.

Ancor più in questa area della Calabria e del Meridione, dove il turismo dura appena due mesi l'anno. E secondo voi si può vivere con gli incassi di soli due mesi? Certo, qualcuno - a vedere i prezzi esorbitanti che propone qualche struttura ricettiva - ci prova, per poi trovarsi con un pugno di mosche in tasca, senza né arte né parte e contribuendo a demolire la fievole nomea turistica di questa destinazione.

Quindi, ciò che occorre è un cambio di paradigma, una maggiore apertura verso il potenziale che una nuova industria sostenibile può portare: crescita economica, nuovi posti di lavoro veri e, soprattutto, una rinnovata dignità per il nostro territorio. Facciamo del futuro un'alleanza tra tradizione e innovazione, per costruire un’economia solida e duratura che possa davvero trainare il benessere dei nostri cittadini.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.