Un muro di omertà dietro l'uccisione di Mansif Youness
Gli investigatori ricostruiscono la vicenda, la difficoltà e la perizia nel chiudere il cerchio attorno all'efferato omicidio del marocchino trentenne morto a seguito di 7 coltellate inflittegli da un connazionale il 4 novembre scorso
CORIGLIANO-ROSSANO – Una comunità silente, un’indagine lampo e un delitto efferato. È questo il quadro che emerge dal comunicato diffuso dalla Questura di Cosenza, dopo il fermo del presunto responsabile dell’omicidio del trentenne marocchino Mansif Youness, ucciso nella serata di martedì 4 novembre con sette coltellate in un’abitazione di contrada Seggio, area rurale di Rossano.
L’arresto è avvenuto nella mattinata di oggi, intorno alle 9.00, al termine di tre giorni di ricerche serrate condotte dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, insieme agli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corigliano-Rossano, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, guidata dal procuratore Alessandro D’Alessio.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima viveva all’interno di una struttura abitativa condivisa con altri tre cittadini marocchini, tra cui l’indagato, tutti impiegati come braccianti agricoli stagionali. La sera del delitto, i quattro avevano preso parte a un momento di preghiera comune. Poi, per ragioni ancora da chiarire, sarebbe scoppiata una lite violentissima, culminata nel vile attacco in cui Youness è stato colpito ripetutamente con un’arma da taglio.
Dopo il delitto, l’aggressore si era dato alla fuga, nascondendosi nelle campagne circostanti. Nonostante l’immediato intervento della Polizia, la ricerca del sospetto è stata ostacolata da un muro di omertà: «Nessuna collaborazione e nessun indizio utile al rintraccio del presunto reo è stato fornito agli investigatori», si legge testualmente nella nota della Questura.
Gli agenti hanno così dovuto agire in totale autonomia, battendo palmo a palmo il territorio e mantenendo un contatto costante con la magistratura inquirente. «Fra mille difficoltà – sottolinea la Polizia di Stato – la cittadella di Corigliano-Rossano ha lasciato alla Polizia la totale incombenza di far luce sull’ultimo grave fatto di sangue commesso su quella vasta fascia costiera».
L’attività investigativa ha portato, nella mattinata odierna, al rintraccio del presunto assassino, un cittadino marocchino di 31 anni, in un’area rurale nei dintorni di Rossano. L’uomo è stato fermato e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, quindi trasferito presso la Casa Circondariale di Castrovillari.
Le indagini, ora, proseguono per definire il movente del delitto e verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.