Il Centro Destra, la lezione Sarda e il voto di Primavera a Corigliano-Rossano
Tre brevi riflessioni sulla situazione attuale: Un centro destra di governo non può che essere identificato con la presenza delle forze politiche di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, senza alcuna presunzione di autosufficienza
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Non c’è dubbio che la sconfitta in Sardegna, anche se di stretta misura, debba portare il centrodestra ad una riflessione che riguarda essenzialmente la classe dirigente anche a livello locale. Senza voler tracciare facili similitudini il voto sardo dovrebbe servire da lezione alle forze politiche del centro destra di governo in vista del voto della tarda primavera a Corigliano-Rossano.
La prima riflessione: niente è stato fatto, da parte di quelle forze politiche, che hanno avuto loro rappresentanti in consiglio comunale, affinchè si consolidasse e si rafforzasse la coalizione di centro destra e che questa identità di valori e di scelte comuni, come la strategia della fusione, sia stata trasferita in una opposizione che, di fatto, è risultata inconsistente, se non inesistente.
In realtà, quest’area è stata attraversata da un gioco perverso di trasformismo, che ora diventa difficile ricostruirne la sua identità.
La seconda riflessione: pur tenendo conto della specificità locale, il centrodestra unito continua a rappresentare un valore aggiunto agli occhi degli elettori che non si riconoscono nella variegata sinistra e che nella realtà di Corigliano-Rossano sono la maggioranza, come hanno dimostrato 20 anni di governo di centro destra.
La terza riflessione: c’è bisogno di una idea-forte, come lo è il rilancio della strategia della fusione come sviluppo sostenibile del territorio fondato sulla coesione e l’utilizzo dei fondi regionali, del Pnrr, nella prospettiva della Macroregione Mediterranea: un’idea-forte sulla quale ricostruire un centrodestra di governo aperto alla società civile e con una classe dirigente credibile e coerente.
E un centro destra di governo non può che essere identificato con la presenza delle forze politiche di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, senza che nessuna di tali forze abbia la presunzione di autosufficienza nelle indicazioni dei candidati alla guida della coalizione.