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Caro senatore Rapani, per il nuovo tribunale ci vorrebbe una tua iniziativa legislativa

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È ormai chiara la strategia del governo nel voler riempire i “vuoti di giustizia” lasciati, anche sul nostro territorio, dalla riforma della “geografia giudiziaria” del 2011-2012, testimoniata, in più occasioni parlamentari, dal Ministro Carlo Nordio ed ora, dalle dichiarazioni  del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in visita alla casa circondariale nell’area urbana di Rossano - così come sono state pubblicate dall’Eco dello Jonio.

In sostanza, nell’ambito dell’esigenza, oggettivamente emersa, di assicurare e potenziare la “giustizia di prossimità”, non si tratterebbe di una sostituzione, “sic sempliciter” dei tribunali soppressi o accorpati, ma di creare nuove strutture per il governo della giustizia al di là delle attuali circoscrizioni giudiziarie, identificate dal sottosegretario Delmastro in «aree vaste» che esprimono una «omogeneita socio- economica, imprenditoriale e culturale».

Sono criteri sostanzialmente diversi da quelli che hanno sostanziato la riforma del 2012 e che sembrano trovino una sinergia con quelli sui quali si è fondato il progetto di fusione che ha portato  al nuovo Comune di Corigliano-Rossano, diventato conseguentemente baricentro di una “area vasta” in cui è emersa, sempre di più nel corso degli anni che ci separano dalla riforma del 2012, la pressante esigenza di riempire il “vuoto di giustizia”, ovvero, come ha detto il sottosegretario Delmastro, di riportare la “presenza dello Stato sul territorio”.

Che fare, dunque? Bisognerebbe “dare corpo” ad un’iniziativa legislativa che potrebbe sostanziarsi o in un disegno di legge delega (in questo caso sarebbe il governo a farsene promotore), oppure in una proposta di legge, in questo caso espressione dell’iniziativa legislativa dei parlamentari del territorio.

Trattandosi non già della soluzione riduttiva di dotare il territorio di uno o due “Uffici di prossimita”, una sorta di “sportello online”, come negli obiettivi della riforma della “geografia giudiziaria” targata Cinquestelle, ma di una soluzione strutturale a presidio e gestione dell’amministrazione della giustizia sul territorio, il ruolo dei parlamentari che fanno parte della maggioranza di governo, in particolare del senatore Ernesto Rapani, (membro della Commissione Giustizia del Senato), che ovviamente condividono la strategia messa a punto dall’attuale governo Meloni, diventa, di conseguenza, decisivo ai fini della soluzione del problema.

Ciò non vuol dire che l’iniziativa legislativa dei parlamentari di maggioranza non possa essere “partecipata”, per la condivisione, ai parlamentari di minoranza sul territorio.

I contenuti di tale progetto di legge possono essere le indicazioni dettate dalla Commissione Interparlamentare  per l’Amministrazione della Giustizia nel Sud che, a dicembre dello scorso anno, ha concluso i suoi lavori con un documento articolato e circostanziato sottoposto all’attenzione del Ministro Carlo Nordio.

Per semplificare, cito alcuni elementi che potrebbero caratterizzare la nuova Struttura di Giustizia (il nuovo Tribunale) che, a sua volta, potrebbe attingere pienamente ai finanziamenti previsti dal Pnrr: un management che crei percorsi gestionali omogenei e coerenti nel rispetto del disposition time: una misura, di durata, prevista dal Pnrr, che individua il tempo medio di definizione dei procedimenti; l’eliminazione del turnover dei magistrati, per assicurare, in particolare nel civile, una continuità ed una stabilità di esperienza professionale che assicuri prassi virtuose ovvero efficaci; adeguata professionalità amministrativa a supporto dell’attività  giurisdizionale;  realizzazione di un ecosistema integrato fondato sulle nuove tecnologie per la fruibilità smart dei servizi al cittadino e per la funzionalità relativa all’amministrazione della giustizia; condizioni edilizie e logistiche funzionali all’efficienza del sistema giustizia sul territorio; strutture dedicate al monitoraggio annuale per interventi correttivi ai fini dello sviluppo organizzativo e di miglioramento dei servizi e delle condizioni di lavoro nelle principali aree tematiche che sono: servizi rivolti all’ utenza della giustizia civile, organizzazione e sviluppo delle professionalità, valorizzazione del ruolo degli uffici giudiziari; struttura dedicata di comunicazione-informazione anche per favorire la conoscibilità pubblica delle perfomance, con particolare riguardo ai tempi di risposte e di erogazione delle prestazioni, nonché agli standard di assistenza garantiti, in modo da sviluppare una sorta di rendicontazione sociale che rappresenti periodicamente l’andamento dei principali indicatori di performance degli Uffici. 

Una “Struttura di giustizia”, così configurata, da aprire sul territorio potrebbe fare da “apripista” a beneficio di altre “aree vaste” del Sud privati di Tribunali.

Domenico Campana
Autore: Domenico Campana

Laureato in Pedagogia all’Università “La Sapienza” di Roma, è scrittore (autore di numerose pubblicazioni) e giornalista professionista dal 1976. È stato capo servizio politico al ''Secolo d'Italia''; collaboratore della rivista ''Media Duemila''; poi la lunga parentesi di 25 anni all’Agenzia ANSA. Nel 2010 diventa consulente-collaboratore ANSA all'ufficio stampa della Farnesina componente del comitato di redazione del portale (www.esteri.it), mentre dal 2014 al 2019 è stato consigliere del Corecom Lazio.