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Il popolo degli invisibili dietro l’angolo delle nostre case

3 minuti di lettura

Nella vita accadono tante cose, alcune previste, altre che neanche sogneresti. Eppure arrivano quando meno te lo aspetti a mostrarti una realtà diversa e a cambiarti la prospettiva delle cose.

Viviamo nell’era della comunicazione ma spesso siamo incapaci di comunicare quello che sentiamo e siamo portati a rifugiarci dietro stereotipi e frasi fatte, o ancor peggio sostituiamo la nostra persona, il suono della voce, il calore di un abbraccio e la profondità di uno sguardo con la chat fredda dei social.

La ricerca della libertà e la vita d’artista (per mia fortuna), mi hanno portato sempre a guardare l’altro da me e quello che mi circonda come una grande ricchezza e opportunità di crescita. E l’arte è stato un ottimo strumento per facilitare la comunicazione attraverso le emozioni.

Sono tanti gli avvenimenti che affliggono il nostro tempo, ma forse, più di altro, sconvolge che si debba ancora assistere alla violazione dei diritti umani, al problema dell'immigrazione o, addirittura, all’alienazione del valore della vita.

In particolare negli ultimi decenni si è assistito ad un forte aumento di queste discriminazioni, specialmente legate al fenomeno migratorio: dalla tratta di clandestini, che chiedono asilo politico e protezione, fuggendo da Paesi devastati dalla guerra e da persecuzioni; alle numerose richieste di aiuto legate alla povertà e al miglioramento delle proprie condizioni di vita. Quante volte, però, all’arrivo nei nostri paesi, queste persone trovano solo intolleranza e diffidenza -animate da pregiudizi-, o, ancor peggio, indifferenza e ostilità! Il risultato finale è la frantumazione sociale e l’incomunicabilità. Il diverso da noi viene considerato come una persona di cui è meglio non fidarsi.

E tutto ciò è stato amplificato dalla paura della pandemia, che -a discapito di tanti annunci iniziali- ci ha reso ancora più distanti e soli!

Già dalla mia infanzia mi è stato insegnato che l’amore è un atto di coraggio che spinge a muoversi verso l’altro con una prospettiva diversa... amare sopra ogni cosa, senza vincoli e pretese. Avere solidarietà verso chi è più sfortunato di noi e chiede aiuto!

Girando tra le periferie delle nostre città ho incontrato giovani, barboni, ragazze di strada e persone vittime da dipendenze che vivevano inferni quotidiani in una immensa solitudine, portando alla luce un’umanità fredda e accecata dall’indifferenza. Dietro l’angolo delle nostre case vive un popolo di invisibili…

La maggior parte delle persone che ho incontrato, oltre ai problemi di ordine materiale, lamentavano un grande vuoto affettivo. Mancanze di relazioni umane e la chiusura in se stessi. La paura di non essere capiti o giudicati in molti casi, infatti, blocca la comunicazione in un silenzio assordante che spesso porta le persone più fragili a rifugiarsi in paradisi artificiali: un tentativo di evadere la realtà, che viene avvertita come ostile, evitando di affrontare le difficoltà e i problemi che inevitabilmente ognuno di noi incontra nel proprio cammino.

Avvicinarsi a perfetti sconosciuti, per chiedere semplicemente “come stai?” in molti casi ha rivoluzionato l’esistenza di molte persone facendole rinascere.

Spesso, amore e solidarietà sono  parole abusate, smembrate e private del loro significato più profondo, perché accecati dal benessere che ci offre la modernità veniamo distratti e allontanati dall’ unica  grande verità che ci appartiene, ossia che nessuno è solo ma tutti siamo in quanto relazione con gli altri. Ci limitiamo ad osservare quello che accade nel mondo come spettatori astanti... Alla luce di ciò dovremmo porci un grande interrogativo: quanto abbiamo amato? e soprattutto, cosa stiamo facendo nella storia umana?... dove ci collochiamo e quale ruolo ci diamo? Sono semplici domande che però mettono in crisi la nostra coscienza che deve interpellarci quotidianamente.

Per me il tutto è passato attraverso il linguaggio dell’arte là dove ogni vita umana rappresenta un progetto da realizzare nel migliore dei modi. Riscoprire la bellezza che ci circonda e di cui siamo testimoni e porta voci ci aiuterà a costruire un mondo migliore.

In che modo? Aprirci allo stupore di uno sguardo innocente aperto alle novità dell’altro in quanto “una meraviglia stupenda”. In definitiva, camminare insieme con gioia e coraggio senza temere di affrontare quello che la vita ci dona.


Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale

Emanuele De Stefano
Autore: Emanuele De Stefano

nasce a Cosenza nel 1981, inizia la sua formazione artistica presso l’I.S.A. di Castrovillari dove consegue il Diploma di Maestro d’Arte nel 1998 e la Maturità di Arte Applicata del Legno nel 2000. In seguito si Laurea in Scultura nel 2004 e in Arti Visive e Discipline per lo Spettacolo presso l’ABA di Catanzaro. Specializzato in Progettazione, Gestione e Coordinamento delle Risorse Umane, e dell’Oratorio, nel corso di laurea del Dipartimento di Filosofia, dell’Università degli studi di Perugia. Nel 2018 consegue un Master sui BES con la Tesi “L’Arte come via di inclusione” presso l’Accademia di belle arti di ViboValentia. Docente di Discipline Plastiche