Dalle giornate mondiali all’impegno di tutti a sostegno delle fragilità
Per informare, far riflettere e sensibilizzare le comunità, perché ognuno possa, a suo modo, “sporcarsi le mani” e fare la sua parte
20 novembre, 25 novembre, 3 dicembre, 10 dicembre: Giornata per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, Giornata delle persone con disabilità, Giornata dei diritti umani.
Monumenti illuminati, eventi correlati, scuole ed associazioni protagoniste, ciascuno - in misura eterogenea- viene emotivamente coinvolto. Laddove opportunamente interiorizzate, le giornate di sensibilizzazione veicolano informazioni, riflessioni, coinvolgimento collettivo, presa di coscienza, volontà di contribuire all'abbattimento di numeri e percentuali che i rapporti periodici indicano come sempre più allarmanti.
Di seguito alcuni dati su donne e minori. E' tristemente noto come il femminicidio colpisca in Italia in media una donna ogni tre giorni, con ripercussioni importanti sui minori coinvolti. Durante il lockdown, poi, i casi sono aumentati in maniera esponenziale: 3801 vittime di violenza con figli ed un aumento dell'86% rispetto al 2019 dei figli che hanno assistito a violenze domestiche. In Italia si registrano annualmente circa 210 orfani di vittime di femminicidio: minori che si trovano a perdere spesso contemporaneamente entrambe le figure genitoriali di riferimento, per i quali diventa sempre più urgente elaborare metodi e strumenti di ascolto ed accoglimento adeguati.
Un recente Report condotto dall'Osservatorio "Con i Bambini" ha evidenziato come su scala nazionale quasi una scuola su due non sia completamente accessibile, come il 23% degli alunni con disabilità non abbia seguito la DaD, come oltre il 40% dei giovani con disabilità segnali la presenza di barriere che impediscono loro un normale godimento del proprio tempo libero. Restando nei confini del nostro territorio, ben conosciamo la situazione in cui versa la neuropsichiatria infantile e quanto di gravissimo ne consegua.
Inoltre, alcuni dati allarmanti sugli adolescenti: in Italia sono circa 30.000 i minori annualmente oggetto di denunce; oltre un adolescente su due dichiara di aver subito atti di bullismo; crescono vertiginosamente il consumo di alcoolici e l'uso di sostanze illegali tra i minori.
Pongo alcuni interrogativi. Di quali strumenti immediati di sostegno dispongono i genitori di un bimbo con disabilità? Il ritardo con cui sono assegnati insegnanti di sostegno e assistenti alla persona (laddove presenti) e la loro rotazione lungo il percorso di studi quali danni arrecano ai minori? Quanti luoghi sono interdetti ad una fruizione equa? Quante barriere mentali sussistono ancora? Perché una persona con disabilità non sempre può amare totalmente e vivere una propria sessualità? Quante lungaggini amministrative bloccano (e spesso annullano) misure e progettualità indispensabili? Quanti comuni hanno promosso e attuato i progetti di vita, per come richiesto dalla norma?
E allora, associandomi comunque a quanti auspicano che possa in un futuro prossimo non essere più necessario vivere annualmente Giornate dedicate, ben vengano queste fino a quando varranno come strumenti di sensibilizzazione, riflessione e confronto su quanta strada ancora c’è da fare per realizzare politiche concrete di inclusione sociale ad ogni livello, di promozione di una cultura del rispetto e della parità di genere, di azioni incisive di prevenzione e di lotta a stereotipi e pregiudizi. Ben vengano riflessioni che conducano a progettualità concrete ed immediate di sostegno e protezione verso minori in condizioni di disagio, verso donne in stato di subalternità, vittime di violenza fisica e psicologica perpetrate da mariti e partner violenti, sostegni a centri AntiViolenza, Case Rifugio, alla costituzione di Reti Territoriali AntiViolenza che permettano ai soggetti coinvolti di intervenire con celerità nella presa in carico e nella messa in sicurezza delle vittime, ad un'analisi delle radici culturali ed educative dei fenomeni con attenzione ai contesti familiari e sociali.
Non basta e non serve puntare il dito contro le istituzioni. Certo gli indirizzi, le misure di sostegno, l’erogazione di fondi e molto altro sono condicio sine qua non per attuare interventi. Molto spetta, tuttavia, alla responsabilità collettiva e personale di ciascuno. Pensiamo al ruolo fondamentale che riveste il terzo settore per promuovere e realizzare azioni garanti di vita equa e dignitosa, azioni e interventi a sostegno di fragilità, devianze e difficoltà. Il terzo settore, appunto, ovvero le comunità, i cittadini, le persone. Chiunque voglia “sporcarsi le mani” per far sì che questa nostra società possa trovare equilibri costruttivi di crescita. Chiunque voglia donare le proprie competenze, sensibilità, inclinazioni. Chiunque nel proprio contesto familiare, sociale, lavorativo si impegna a portare avanti piccole grandi battaglie di civiltà tese al superamento di contrasti, conflitti. Accanto alla responsabilità singola c’è sempre una responsabilità collettiva. Di coscienze. E la collettività investe ciascuno di noi, nessuno escluso. Siete voi, sei tu, sono io. Siamo noi, insieme.
Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale