La maestra Barbara e la sua Missione per la scuola del gioco e della gioia
Dagli schermi di Uno mattina a L’Eco dello Ionio, il racconto di un anno complesso dalla voce dell’Ambassador Global Teacher Prize
La Maestra Barbara così mi chiamano, loro, i miei compagni di viaggio.
Sono un’insegnante di scuola primaria a Roma presso l’Istituto Padre Semeria - Principe di Piemonte, una delle poche scuole pubbliche posizionate all’interno di un parco. Questa collocazione ci permette di fare molte attività didattiche all’aperto. Insegno italiano, storia, tecnologia, psicomotricità, musica, arte ed educazione civica. I miei alunni hanno 8 anni e frequentano la terza della scuola primaria.
La mia esperienza della didattica a distanza è iniziata nel 2010 con delle video lezioni dal vivo dalla mia classe per i bambini e i ragazzi oncologici presso l’ospedale Regina Elena - IFO di Roma. Utilizziamo computer, tablet e cellulari con i miei studenti dall’aula in collegamento con la stanza dove sono ricoverati i piccoli pazienti; questo ci permette di donare qualche sorriso e momenti di relazione con loro per non farli sentire soli e garantire anche una continuità didattica.
La notizia del Covid-19 è stata così improvvisa che ci ha tutti storditi all’inizio, piccoli e grandi. Ciononostante, immediatamente abbiamo iniziato ad attivare varie piattaforme per essere pronti a fornire didattica a distanza in modo da garantire di fare scuola anche in una situazione di emergenza come questa.
Non appena ho ricevuto l’autorizzazione dal Ministero dell’Istruzione, dalla nostra dirigente scolastica e il consenso dalle famiglie degli studenti, ho iniziato la didattica a distanza.
I bambini, entusiasti della novità, si sono dimostrati da subito attivi ed interessati verso questo strumento che ci permetteva di vederci e condividere in continuità il lavoro quotidiano di studio.
Tuttavia, il processo non è stato facile.
Un primo incontro online è stato organizzato con i genitori. Con loro abbiamo condiviso dubbi, preoccupazioni e problemi per cercare di ricreare una organizzazione interna funzionale in base anche alle esigenze delle famiglie per la gestione degli spazi e degli strumenti digitali.
La condivisione e la cooperazione con ogni insegnante è stata fondamentale per costruire il piano organizzativo, per adattarlo a ciascuno secondo le proprie abilità, ma anche considerando soprattutto il benessere emotivo degli studenti.
Noi insegnanti siamo stati sempre presenti per render le video lezioni più simili possibili a quelle in classe. Anche l’insegnante di sostegno è stata presente per assegnare e seguire i compiti personalizzati anche con la didattica a distanza. Ci siamo collegati alle piattaforme ogni volta che volevamo; anche al di fuori degli orari stabiliti.
I ragazzi le hanno usate anche in maniera autonoma per scambiarsi informazioni, per studiare in piccoli gruppi, per giocare o lavorare insieme su progetti creativi.
Abbiamo cercato di mantenere in piedi anche le attività extracurricolari per i nostri studenti, dagli incontri in un Cineforum virtuale un pomeriggio a settimana, guardando tutti insieme film a tema e poi lavorandoci su; alle visite virtuali nei musei; ai collegamenti col teatro dell’Opera per suonare e cantare le arie dell’opera.
Al centro di tutto il benessere dei ragazzi!
La maggior parte di loro si è subito sentito a proprio agio nell’uso dei computer, tablet e cellulari. Abbiamo anche notato che gli studenti con difficoltà di apprendimento si sono mostrati più motivati e sicuri nel loro lavoro.
Addirittura, posso dire che con le video lezioni, in alcuni casi, gli alunni stati più coinvolti, motivati e pronti. Ogni mattino erano lì, col loro sorriso. E noi ne siamo stati felici. Anche virtualmente, insomma, abbiamo cercato di ricreare lo stesso ambiente e le stesse attività della classe e l’aspetto comunitario del nostro metodo di apprendimento è stato accentuato: tutti aiutano tutti!
L’allenamento quotidiano ha anche prodotto grandi risultati in termini di autonomia, auto-regolazione, auto-valutazione e problem solving da parte dei ragazzi. Questo sarà molto utile anche per il futuro.
E’ stata una sfida ma ha portato buoni risultati.
Abbiamo anche iniziato a studiare l’impatto della didattica a distanza sugli studenti.
Questa ricerca è condotta dalla Prof.ssa Margherita Orsolini della facoltà di Psicologia e Pedagogia dello Sviluppo dell’Università La Sapienza. Usiamo il suo metodo APISMELA, un set formativo di attività da lei creato che stimolano l’attenzione, il controllo cognitivo e la flessibilità, e la memoria verbale di lavoro. Questo nuovo modo di formazione virtuale di gruppo è la prima volta che viene usato con una classe intera: le lezioni sono registrate e verranno studiate ed analizzate per vedere quali implicazioni questo metodo ha sui risultati di apprendimento degli studenti, specialmente sugli studenti con difficoltà di apprendimento.
Ma certo il ritorno in presenza è stata una festa!
All’inizio mi sono sentita come un palombaro che entra in classe trattenendo il respiro, cercando di dare un’idea di normalità e serenità ai bambini anche da dietro la mascherina. Per poter far sentire la mia voce fino ad farmi ascoltare anche da quelli più distanti in aula tra noi docenti abbiamo escogitato di utilizzare un microfonino: vere e proprie guide turistiche! Tutto nell’organizzazione più assoluta affrontando le varie situazioni nel rispetto delle regole. Ligi e attenti, noi mondo scuola, bambini e docenti, abbiamo fatto “squadra” uniti.
La passione e la gioia invadeva ogni dove, riempiendo ogni nostra esperienza di fermento nel voler realizzare progettualità di ogni genere e soprattutto giocando insieme in allegria.
La scuola in tempi di emergenza ha saputo investire, ha funzionato in ogni situazione. Abbiamo messo tutta la nostra capacità organizzativa e di adattamento superando le varie situazioni.
Vedere i nostri alunni spensierati, seppure dietro le mascherine, ci ha dato la forza motrice nell’azionare progettualità per una crescita reciproca resiliente in grado di proseguire, sempre e comunque, in una quasi normalità emotiva, didattica e formativa.
In questi ultimi giorni, ci siamo salutati con un compito per le vacanze speciale: cogliere, immortalare, come scattando delle foto, tutte le cose belle che vediamo e farne tesoro per poi condividerle insieme al rientro a scuola a settembre.
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