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Un nuovo protagonismo è possibile

3 minuti di lettura

Un futuro positivo e sostenibile delle città, inclusa la nostra, è possibile e non è lontano. Abbiamo tutte le risorse naturali, culturali ed umane che ci servono. Il COVID-19, e le sue conseguenze distruttive in termini di costi umani, sociali ed economici hanno prodotto un arresto lungo un anno ad un percorso importante e necessario che si stava avviando nella nostra città di Corigliano-Rossano.

L’impatto è doloroso, con effetti di lungo termine ancora da calcolare. Eppure l’attaccamento alla vita e la resilienza (la capacità di superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà) che ci caratterizzano come “gente del sud”, specie umana e intera creazione, ci spinge a camminare, e sperare, guardando oltre. E allora, se di speranza si tratta, perche non sperare in un orizzionte ampio, aperto a nuovi percorsi e risultati più brillanti di quelli ottenuti sinora?

Possiamo pensare di noi stessi come una periferia dell’Italia, un tempo al centro di importanti crocevia di migrazioni e scambi culturali. Seppure nel tempo questa centralità è stata minata, i processi di globalizzazione e le conquiste tecnologiche, che riducono la rilevanza della spazialità geografica, potrebbero permetterci di ritrovare un ruolo da protagonisti e innovatori, attraverso l’adozione di modelli di gestione locale più giusta ed efficace, mantenendoci fedeli all’unicità della nostra identità locale e valorizzandola ulteriormente.

Lo sviluppo e la gestione degli enti municipali sono al centro dell’attenzione in ogni continente, dall’Africa agli Stati Uniti, passando per l’Europa.

Le città sono il laboratorio ideale in cui testare processi e prodotti innovativi, intesi a produrre i cambiamenti sperati e necessari in un contesto specifico, ma anche ad ispirare altri enti, locali e nazionali.

Qui vorrei presentare in maniera succinta, che potremmo approfondire successivamente, alcune linee-guida di gestione locale e municipale, che sono stati testati con successo in alcune città in Italia, Europa o da questa parte dell’oceano dalla quale vi scrivo, gli Stati Uniti. Tali principi hanno ispirato in maniera efficace lo svilupo di città come la nostra, costrette a confrontarsi con difficoltà se non simili, altrettanto complesse. Di seguito è riportata una lista non conclusiva di alcuni di questi elementi.

  1. Progettazione e gestione centrate sulla persona ed i suoi diritti (human-centered design): con questa formula si intende un approccio alla creazione di politiche e servizi centrato sui bisogni dei soggetti destinati ad utilizzarli.Sembrerebbe un concetto elementare, fino a quando non si considera con onestà come funzionano normalmente le cose nelle amministrazioni cittadine, con politiche spesso calate dall’alto, non sempre capaci di riconoscere le cause profonde dei problemi che intendono risolvere e tendenti a replicare modelli e contenuti obsoleti. Questo modello, corredato da strumenti concreti di semplice attuazione, e’stato testato con successo in molte città, come Austin e Philadelphia.
  2. Promozione di processi di decisione e gestione politici inclusivi di tutti i gruppi della cittadinanza (donne, bambini, giovani, disabili, individui economicamente svantaggiati, immigrati e altri). La macchina decisionale necessita dell’inclusione reale di tutti i soggetti interessati, soprattutto di quelli più vulnerabili. Più di 100 consigli cittadini in giro per il mondo hanno adottato l’uso di nuove tecnologie (come la CrowdLaw,“legge della folla”) che consentono la raccolta di informazioni e opinioni direttamente fornite dai cittadini, e l’analisi dei dati relativi, al fine di influenzare il processo legislativo verso direttive e leggi più rispondenti ai bisogni e preferenze della cittadinanza, accrescendo anche la fiducia nei confronti delle istituzioni.
  3. Approccio esperienziale alla formazione di giovani e bambini. Molti studi confermano che una pedagogia esperienziale, che valorizzi la creatività ed il fare, produce effetti estremamente positivi, in termini di accrescimento delle competenze necessarie al mercato del lavoro e per la formazione di individui più sicuri e propositivi. Gli USA sono un modello interessante in questo senso. Le mie bambine hanno lavorato in passato allo sviluppo di business models i cui prodotti sono stati poi esposti in una fiera-mercato tutta gestita da bambini; di recente, hanno sviluppato un modulo sulle energie alternative, realizzando un progetto guidato da un architetto specializzato nel settore dei green buildings (edilizia sostenibile). Ed hanno solo 8 e 9 anni! In questa ottica, le opportunità per i nostri giovani, cosi avvezzi già agli strumenti digitali e tecnologici, e le loro potenzialità, sarebbero immense.
  4. La creazione di piattaforme di cooperazione tra attori diversi (membri e rappresentanti della società civile, esperti di settore, imprendotori, membri della diaspora e altri attori pubblici e privati), come la Fondazione di Comunità, potrebbe contribuire alla promozione di questi approcci, per attivare energie e risorse, nel quadro di una cultura della solidarietà e della responsabilità sociale. Molti sono gli esempi in questo senso a cui potersi ispirare, negli Stati Uniti, in Europa e in Italia.

Non bisogna essere Philadelphia o Washington per farcela; modelli positivi ed efficaci, da adatarre a contesti specifici, sono alla nostra portata.

Ci vuole coraggio, ottimismo e risorse; e la partecipazione di tutti.


Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale

Roberta Romano
Autore: Roberta Romano

è una Rossanese nel mondo, che crede nei rapporti di sorellanza e fratellanza che non conoscono confini geografici, politici e barriere culturali. Dopo aver lavorato in Zimbabwe, Albania, Sudan e Uganda come esperta di protezione di sfollati interni e vittime civili di conflitti, attualmente lavora a Washington DC, negli USA, come esperta di politiche migratorie per l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), agenzia delle Nazioni Unite. Roberta ha una laurea in Scienze Politiche con indirizzo internazionale presso l’Università la Sapienza di Roma, un Master in Diritti Umani e Gestione dei Conflitti presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un certificato professionale in Studi di Migrazione Internazionale, presso l’Università Georgetown, di Washington DC, negli USA. Attualmente sta conseguendo un Master in Teologia presso la Duke Universiti di Durham, USA.