«Nel frattempo abbiamo osservato»
Cosa è successo nella nuova generazione?
La nuit s’épaississait ainsi qu’une cloison. La notte s’ispessiva come un muro.
Sui social è comune sentir criticare la nuova generazione, ma difficilmente ci si domanda del suo stato di salute.
Un anno di privazioni ha portato alla repressione di impulsi essenziali per il benessere umano.
È stato ed è necessario, ma a che costo? Impulsi così pieni di vita come quelli di un adolescente non possono essere taciuti o soppressi. Dunque, cosa ci è successo in questo anno?
La reclusione ci ha dato l’opportunità di osservare. Con maggiore distacco, grazie a questo moderno tempo dilatato, è stato più naturale fare una ricognizione di ciò che siamo e del mondo in cui siamo immersi.
Non è stato semplice però.
Diversi studi dimostrano quanto forme di malessere psichico siano in crescita fra bambini e adolescenti. Scavare nel profondo ha fatto scaturire il riemergere di circostanze, il presentarsi di nuovi sentimenti, e ad appesantire la situazione è sopraggiunta, inoltre, la sensazione di star rimanendo immobili, nell’età più movimentata, mentre il tempo scorre e cresciamo.
Tuttavia, non ci sono state solo negatività. Il conoscersi è stato anche impulso e opportunità, occasione per plasmare la propria persona e personalità, sia attraverso l’esercizio fisico che attraverso un approfondimento delle proprie passioni sempre proiettate al futuro.
Con gli sconvolgimenti personali sono presto giunti anche quelli generazionali. L’impressione è che una maggiore sensibilità, data dalla consapevolezza di star tutti vivendo una fase delicata, abbia provocato un ulteriore avvicinamento alle tematiche sociali.
La lotta contro le discriminazioni, che siano di natura etnica o d’identità di genere, è parte integrante della persona nuova di oggi, che tendenzialmente è disgustata dall’odio che troppo spesso viene riversato, senza vergogna o sensibilità nei confronti del prossimo, nelle varie sezioni commenti social.
Nel frattempo abbiamo osservato dunque, dentro e fuori di noi.
Un anno di pandemia ha segnato una crescita personale non indifferente, scaturita anche da mancanze. Posso solo immaginare la gente che ora penserà il solito banale “ragazzi incoscienti e irresponsabili”, anche in contesto covid, ma posso assicurare che non è così. Generalizzare non fa altro che mortificare i sacrifici di una generazione che ha immolato la sua giovinezza per il bene comune.
In ogni caso, noi guardiamo e guarderemo all’avvenire, un futuro da ricostruire dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso.
Guarderemo ai tramonti estivi, al calore di un falò d’agosto, alle amicizie e agli amori di una sempre più prossima adolescenza libera.
La foto in copertina è di Davide Brunetti
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