Andiamo a votare, perché l'unica e ultima arma che ci resta è la scelta. Diversamente è resa!
Se anche un solo cittadino dovesse recarsi alle urne, sarebbe lui — e solo lui — a decidere per tutti gli altri. È questa la verità che dovremmo ricordare prima di girarci dall’altra parte

“Il voto è un dovere civile, ma ancor prima è un atto di fede nel futuro”. Così ricordava Sandro Pertini, uno dei Presidenti più amati della nostra Repubblica. E in quelle parole, semplici e scolpite nel tempo, c’è tutta la ragione per cui — oggi più che mai — è necessario andare a votare.
Viviamo un’epoca in cui la disillusione è diventata la norma. I cittadini si sentono traditi, ingannati, dimenticati da una politica che spesso, anzi, che sempre parla un linguaggio distante dalla vita reale. Si ha la sensazione che tutto remi contro: le istituzioni, i partiti, la burocrazia, perfino la speranza. Ma rinunciare al voto significa rinunciare all’unica possibilità di riscatto che la democrazia ci garantisce.
Andare a votare non è un atto di fiducia verso chi si candida: è un atto di rispetto verso sé stessi. Perché si può scegliere di non scegliere anche andando a votare. Perché votare non significa soltanto eleggere qualcuno: significa riaffermare il diritto di essere protagonisti, non spettatori, della propria storia.
Chi sceglie di non votare spesso lo fa per protesta. È comprensibile. Ma è una protesta che, nella sostanza, consegna agli altri il potere di decidere. Perché le urne, comunque, si aprono. E se anche un solo cittadino dovesse recarsi alle urne, sarebbe lui — e solo lui — a decidere per tutti gli altri. È questa la verità che dovremmo ricordare prima di girarci dall’altra parte.
La democrazia non è un meccanismo perfetto, ma è l’unico che ci permette di migliorarla. Un voto alla volta, una coscienza alla volta. E se oggi tutto sembra andare contro l’individuo, il modo più nobile per ribaltare la rotta è proprio quello di esercitare il diritto di voto: silenzioso, libero, personale, ma potentissimo.
Pensate bene a una cosa: i sistemi, le oligarchie, le corsorterie politiche, i cerchi magici sono tutte condizioni che ci riportano a pensare ad un numero ristretto di persone. Ed è così. Sono quei pochi che scelgono il destino di tutti e che oggi sono designati dal volere di alcuni. Il voto, almeno, ci consentirebbe di avere ancora quel valore della contrattazione democratica; di incutere il timore, a chi detiene il potere, che a giudicarli non saranno alcuni ma tanti. La maggioranza. Andiamo a votare!