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«Tragedia di piazza San Carlo: condannata la sindaca Appendino. Ma poteva prevedere tutto ciò?»

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La Sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata, in primo grado, ad 1 anno e 6 mesi per disastro, omicidio e lesioni colpose. I fatti si riferiscono al 3 giugno del 2017 quando decise di trasmettere su un maxi schermo, in piazza San Carlo, la finale di Champions League Juventus – Real Madrid.

A causa di un tentativo di furto di una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, condannati in appello per omicidio preterintenzionale, si creò un fuggi fuggi generale che portò alla morte di due donne.

Ora le sentenze si rispettano, ma si possono anche commentare.

Lasciando intatto il rispetto per le vittime e per il dolore delle famiglie, io mi chiedo: “Poteva la Sindaca prevedere tutto ciò? Poteva annullare la trasmissione della partita di una delle due squadre cittadine che arrivava in finale? Era senz’altro un divertimento da offrire ai cittadini e poteva essere un modo per tenere tranquilli i tifosi.

Va bene che i sindaci non devono sottrarsi alle responsabilità, va bene che sono la prima autorità in materia sanitaria, di ordine pubblico ecc…ma ciò mi sembra troppo. Se consideriamo poi che spesso si vedono annullare atti dettati da ragioni di urgenza dai Tribunali Amministrativi; se consideriamo che vengono lasciati da soli ad affrontare i problemi dei cittadini ed alcune emergenze gravi come possono essere le pandemie, le chiusure di ospedali, i disastri idrogeologici e naturali, capiamo bene come il loro sia diventato un ruolo molto delicato e rischioso.

Secondo me un paese normale, una discussione seria e approfondita sul ruolo, i rischi e le responsabilità dei sindaci prima o poi dovrebbe affrontarla.

Immagine di copertina tratta da torinoggi.it

Francesco Sapia
Autore: Francesco Sapia

Francesco Sapia è nato nel 1975 a Rossano (Cs). Impiegato per professione, giornalista pubblicista e fotoamatore per passione. Dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università della Calabria ha conseguito un master in Comunicazione marketing e gestione di eventi. Ha lavorato per le testate giornalistiche locali l’Eco di Basilicata, Il Piccolo del Mezzogiorno, La Provincia Cosentina e Il Quotidiano della Calabria. È stato per cinque anni addetto stampa del comune che gli ha dato i natali. Ha pubblicato libri di storia: Io non chiudo – Cronistoria della protesta contro la soppressione del tribunale di Rossano (Grafosud, 2015), La Domenica del Villaggio – Raccolta di articoli pubblicati su Facebook (Grafosud, 2016), La memoria è vita – in ricordo di Pieremilio Acri (AA.VV., Grafosud, 2017), Il Dizionario dei Giornalisti Rossanesi (a cura di Francesco Sapia, Eco dello Jonio, 2018).