di SERAFINO CARUSO Come ti rilancio il
centro storico? Con inventiva, coraggio e volontà. E' l'esempio portato avanti a
Rossano da tre nuove attività, tutte di giovani. Volte a riprendere e ridare vita a vecchie e tradizionali botteghe di una volta. Magari ripercorrendo le orme dei propri familiari. Ed ecco che
Fortunato Visciglia, Pasquale Salatino e Francesco Avena hanno ripreso in mano le attività dei loro nonni. Il centro storico si rilancia così: con i fatti. Più che parlare, si passi all'azione. Senza paura. Perché il
centro storico di Rossano,
tra i più belli del Mezzogiorno d'Italia, merita di essere preso in considerazione. Ce ne siamo resi conto durante le
Giornate di Primavera del FAI del 25 e 26 marzo scorsi. Con tanti turisti che hanno potuto apprezzare alcuni tra i gioielli dell'arte bizantina quali il famoso
Codex Purpureus Rossanensis, la Panaghia, ma anche San Marco e la Cattedrale. Oltre a uno dei palazzi gentilizi più belli della città vecchia, palazzo Burgo (ex palazzo Labonia). Per non parlare degli altri tesori: chiesa del Pathirion, Pilerio, San Bernardino, altri magnifici palazzi, i tanti quartieri, le porte di ingresso.
MOLTI GIOVANI PARTONO. MA C'E' ANCHE CHI RESTA
Ed ecco, allora, che i
giovani rispondono alla "chiamata". E lo fanno come possono. Innanzitutto scegliendo di
rimanere e non fuggire. Scelta coraggiosa. Molto coraggiosa. Preso atto che, invece, sono tanti, forse troppi, i giovani che scelgono di andare via e lasciare questa terra. Chi per studio, chi per lavoro. Quindi, in quest'ultimo caso, per necessità. Chi resta magari è incentivato a farlo anche per alcune condizioni che magari non ha chi decide di andare via. Ma, in ogni caso, scegliere di rimanere e investire è pur sempre una scelta coraggiosa. Visto com'è andata a finire in certe situazioni. Il pensiero va a chi, qualche anno fa, aveva deciso di investire aprendo un esercizio commerciale in zona ex Tribunale. Poi sappiamo com'è andata a finire. Soppressione del presidio giudiziario e chiusura delle attività appena aperte. Nel caso dei tre giovani che hanno ripreso in mano le vecchie botteghe dei nonni il discorso sembra essere un tantino diverso. Innanzitutto perché ci troviamo nel cuore del borgo antico.
IL COMITATO ROSSANO CENTRO STORICO SODDISFATTO PER LA SCELTA DEI GIOVANI
Onore ai tre giovani rossanesi, quindi. Che danno un segno di
cambiamento nel modo di pensare. Nella
mentalità. Segnali di
coraggio, di
speranza, di
amore per il centro storico. Il comitato Rossano Centro Storico rivolge a Fortunato Visciglia, Pasquale Salatino e Francesco Avena i migliori auguri per questo nuovo inizio e si complimenta per la passione di portare avanti le tradizioni dei loro nonni. Benvenuti, quindi, nella
"Antica Bottega del Corso" di Fortunato Visciglia, nella
"Antica salumeria" di Francesco Avena e nella
"Tana del gusto" di Pasquale Salatino. Anche noi, come testata giornalistica, ci uniamo agli auguri per queste nuove attività, sperando che sempre più giovani possano scegliere di rimanere nella bella Rossano e portare avanti iniziative imprenditoriali interessanti. Ma non bisogna fargli mancare il supporto istituzionale. E se si vuole incentivare sempre più giovani ad aprire bottega su nel centro storico, bisogna che le Istituzioni non facciano mancare il loro appoggio.
IL SINDACO MASCARO STA CERCANDO DI PORTARE L'UNIVERSITA' NEL CENTRO STORICO
Dal canto suo l'amministrazione comunale guidata dal
Sindaco Stefano Mascaro sta cercando di fare la propria parte. Se le
Giornate FAI si sono avute grazie all'opera e alle amicizie del Primo cittadino, dobbiamo dire che si sta lavorando anche per portare anche
studi universitari nel centro storico. Mascaro ha già preso contatti con l'Università della Calabria e altre Università per cercare di avviare percorsi di studio nella città vecchia. Ad esempio le facoltà distaccate di agraria e scienze turistiche sarebbe un bel colpo. Ma anche master di primo e secondo livello. O studi di specializzazione. Insomma, le idee non mancano. I buoni rapporti tra Mascaro e gli Enti e Università nemmeno. Di lavorare si sta lavorando. Seppur senza sbandierarlo ai quattro venti. E noi crediamo che questa sia la strada giusta. La cultura è sempre la strada giusta.