di SERAFINO CARUSO La loro caparbietà, la loro perseveranza, nonostante a un certo punto sembrasse quasi tutto perduto, ha fatto sì che la fusione tra Corigliano e Rossano (la terza città più grande della Calabria, superiore al capoluogo Cosenza) diventasse realtà. L'on. Giuseppe Graziano e il Sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, sono stati i veri artefici a livello politico dell'esito positivo referendario dello scorso 22 ottobre. Ovviamente l'altra grande parte del merito va ascritta al Comitato delle 100 associazioni, soprattutto nella persona del suo Presidente, l'avvocato Amerigo Minnicelli, e ai diversi partiti e gruppi consiliari delle due città che si sono schierati anzitempo dalla parte del "Sì". Senza l'impegno dell'avvocato Minnicelli possiamo affermare con certezza che non vi sarebbe stata alcuna fusione. Il grande merito di Graziano, invece, è stato politico. Ovvero quello di aver accompagnato l'iter della legge a livello istituzionale. Di aver pressato sul Presidente della Regione Oliverio e sull'intero Consiglio affinché si desse subito l'impulso allo stesso Oliverio per indire la data del referendu. Eravamo a gennaio, periodo molto convulso e ricco di colpi di scena. Non era facile, soprattutto, alla luce degli innumerevoli ostacoli creati ad hoc da un comportamento istituzionale della maggioranza consiliare coriglianese a dir poco equivoco. Basti pensare ai balletti e teatrini vari escogitati a ridosso della campagna referendaria. Il 12 agosto il primo di due consigli comunali convocati per far ritirare la delibera con cui nel febbraio 2016 il Comune di Corigliano, seppur non all'unanimità di tutte le forze politiche presenti in consiglio, è miseramente fallito. Quì annoveriamo l'opera dietro le quinte dell'on. Dima, capace di far saltare i piani anti-fusione di Geraci. Rossano, lo ricordiamo, l'atto di impulso lo approvò all'unanimità un anno prima.
POLEMICHE SUPERATE, ADESSO TOCCA COSTRUIRE UNA GRANDE CITTA'
Polemiche a parte, è arrivato il momento di pensare alla costruzione di una grande città. Che poi è la terza città della Calabria per numero di abitanti (circa 80mila). Corigliano e Rossano possono ambire a diventare vero centro culturale ed economico del nord Calabria. Ma bisogna costruire una nuova città: a livello politico, a livello burocratico, a livello strutturale, a livello turistico ed economico. Ma chi può farlo? I nostri politici hanno il compito di portare avanti, a livello istituzionale, le istanze della nuova realtà. Bisogna, però, pensare a una equipe di tecnici specializzati che conosca bene la materia. Grandi strateghi ed esperti tecnici del diritto e delle istituzioni. Una equipe di ingegneri, architetti, ingegneri gestionali, esperti del diritto, imprenditori: una nuova realtà istituzionale come la terza città della Calabria la si deve prima pensare e poi mettere nero su bianco. Occorre una progettazione sotto ogni livello. Un piano comune della rete viaria, un piano comune dei rifiuti, un piano comune per la depurazione (in questo caso andrebbe rinvigorito il progetto del depuratore consortile del Cino), un piano comune di trasporti urbani, una pianificazione urbanistica uniforme e omogenea, e via dicendo. Una consulta di supporto alla equipe sarebbe opportuno crearla.
UN'EQUIPE DI ESPERTI AL FIANCO DELLA POLITICA E DEI CITTADINI PER UN UNICO VERO OBIETTIVO: IL BENE COMUNE
In tutto questo, dato che una volta approvata la legge regionale di istituzione della nuova entità amministrativa dovrà essere nominato un Commissario prefettizio ed a questo si affiancheranno i due Sindaci in carica di Rossano e Corigliano (Mascaro e Geraci), il supporto istituzionale dell'on. Giuseppe Graziano, vero artefice della fusione, sarà fondamentale. Così come quello dei due Sindaci, anche se il mandato di Geraci è al termine. A maggio si dovrebbe andare al voto. Del nuovo Comune o solo di Corigliano? Crediamo che i tempi tecnici e soprattutto politici per fare in fretta non ci siano. Ed è anche giusto che le cose si facciano con calma, in modo da farle perbene. Il loro supporto politico è necessario e importante. Insieme alla auspicabile equipe di esperti, i Sindaci devono far conoscere al Commissario prefettizio questa realtà territoriale, policentrica (soprattutto quella coriglianese) e diversificata. Il progetto è ambizioso e siamo agli albori di un cambiamento epocale. Vogliamo far sì che da questa grande scommessa si possano ricavare i frutti sperati in termini di sviluppo, occupazione e rilancio? Allora politica, imprenditoria, associazionismo e cittadini dovranno remare tutti nella stessa direzione. Nel nome esclusivo del bene comune, così come mai fatto finora. E' un dovere che abbiamo nei confronti delle attuali e future generazioni.