«Garantire all’Istituto Regionale per le Antichità Calabresi Classiche e Bizantine (IRACEB) la piena e totale funzionalità ed operatività; ripristinare gli organi di autogoverno dell’Istituto, procedendo alla nomina dei componenti per arrivare, in tempi rapidi, alla sua riattivazione; stipulare con la città di Corigliano-Rossano, sede dell’Istituto, un apposito Protocollo di intesa e collaborazione, per assicurare locali adeguati e funzionali e supporto per la gestione; ripristinare l’apposito capitolo del Bilancio, così come previsto dalla Legge istitutiva, per consentire, attraverso l’erogazione di una somma, l’attuazione delle iniziative scientifiche e la fruizione dei suoi 4 mila volumi; affrontare l'annosa questione legata al fitto dei locali attualmente ospitanti la sede e la biblioteca dell'Istituto»
Salvare Iraceb ed il suo patrimonio librario. Lo chiede il mondo dello cultura territoriale. Il compito di programmare tali attività spetta ad un Consiglio Direttivo, composto per legge, oltre che da quattro docenti delle Università calabresi di aree disciplinari pertinenti (storia, archeologia, storia dell’arte, pianificazione territoriale, restauro), da due rappresentanti della Regione Calabria e due del Comune di Rossano, integrabili con altri quattro studiosi della realtà regionale, italiani e stranieri. Non sono state mai decretate né l’abrogazione dell’Istituto né di particolari articoli della Legge istitutiva (n.6/1989), tuttora vigente. Di fatto, però, l’Istituto non è operante, non dispone di proprie risorse finanziarie né di personale amministrativo.