di MARTINA FORCINITI e SAMANTHA TARANTINO I tappeti di rifiuti che i sibariti hanno calpestato nei mesi scorsi sono un ricordo. Così come le distese di plastica, asfalto e scarti in quell’emergenza che ha sommerso le nostre strade di tonnellate di immondizia. Lasciata ovunque. Un po’ Napoli, un po’ Cape Town,
le città dell’Area Urbana non sono più sporche come allora. Merito anche di cittadini sensibili che armati di guanti, civiltà e buona lena hanno cercato di rendere il nostro ambiente più sostenibile. Spingendo sull’acceleratore della differenziata.
Ma l’emergenza rifiuti è una bomba ecologica sempre pronta a detonare. Con i sindaci preparati a improvvisarsi artificieri della bonifica. A maggior ragione quando, nel cosentino, questioni come la
discarica di Scala Coeli restano sulla bocca di tutti. Quali soluzioni di tamponamento. Per molti, in realtà, un disastro annunciato. C’è chi, però, come il sindaco di
Rossano Giuseppe Antoniotti, all’apertura della discarica non dice proprio no.
Se deve essere utilizzata esclusivamente per smaltire gli scarti, non vedo dove sia il problema. A Rossano, negli anni, non si è forse abbancato di tutto? Eppure abbiamo sempre superato le situazioni di stallo.
Se poi bisogna fare ostruzionismo – continua - ed essere quelli del no ad ogni costo il discorso cambia. Ed è, francamente inutile, arrivati a questo punto, insistere sulla vocazione agricola del territorio. Sarebbe stato meglio accorgersene al momento della realizzazione dell’impianto. Chiaramente non sarei d’accordo nell’eventualità si abbancassero il tal quale e il rifiuto indifferenziato, ma se si parla di scarti non condivido affatto il parere di chi si oppone. E con un’estate calda alle porte, si spera che le discariche non siano costrette a ingoiare più pattume del necessario.
Un’altra emergenza – dice Antoniotti - ci metterebbe in ginocchio. Nei mesi invernali abbiamo fronteggiato per quanto possibile le urgenze e, parlando della mia città, ho preteso che si abbancassero i rifiuti prima e più degli altri. Se non altro perché, essendo Rossano sede di una discarica in cui si è deviata l’immondizia di tutta la Calabria, non si poteva non darle priorità nello smaltimento. Ma una volta organizzata la raccolta differenziata, gestire i rifiuti sembra sempre meno problematico. Nonostante la vecchia amministrazione ci avesse lasciato in eredità una percentuale di differenziata minima – dichiara il primo cittadino rossanese -
siamo passati in pochi mesi dal 17% di raccolta differenziata al 35%. I
n contrada Donnana, poi, la differenziata porta a porta ha raggiunto picchi pari all’80%. E altrettanto miriamo a fare nelle contrade Tornice e Frasso, dove presto avvieremo il servizio porta a porta.
E intanto dai banchi della Regione, anche il governatore Mario Oliverio chiede di spingere al massimo la raccolta differenziata. Promettendo tariffe più basse per chi si avvicina alle soglie imposte dall’Unione Europea. E, viceversa, tasse più salate per chi gestisce male il ciclo dei rifiuti. Aumentare la percentuale di differenziata richiederà del tempo – spiega Antoniotti – soprattutto se si ha a che fare con realtà grandi come Rossano.
Per i comuni con qualche migliaio di abitanti come Saracena è certamente più facile essere virtuosi. Quando i cittadini sono decine di migliaia, per raggiungere alte percentuali bisogna far passare qualche anno. Città come Salerno e Benevento sono forse eccezioni, chiediamo a questo punto al sindaco. Qui la politica della raccolta differenziata – chiosa Antoniotti – è iniziata non da oggi. Ha radici profonde. Non è il caso di Rossano. Per incentivarci, in ogni caso,
chiedo al presidente Oliverio di non applicare quel tariffario che prevede un aumento vertiginoso dei costi di smaltimento. Da spalmare, ovviamente, su popolazioni che, di questi tempi, hanno già troppe spese da affrontare. Troppi pesi da portare in groppa.
Emergenza su emergenza. La situazione di Corigliano anche per la gestione rifiuti versa in questo stato. E a non sentirsi per nulla tranquilla è Marisa Chiurco assessore all’ambiente. Che, a causa dei
continui guasti tecnici che subentrano nella
discarica di Bucita e all’interruzione del conferimento, teme che si ripeta l'emergenza ambientale già vista o ancora più grave. L'ultimo due giorni fa, il
25 giugno, con tutte le solite conseguenze del caso: l’andirivieni di grossi camion su e giù per la jonica e, intanto, le nostre strade sommerse dall’immondizia. Il problema più grave è lo smaltimento dell’umido che costituisce la parte più pesante di cui liberarsi (35 %).
L’impianto regionale rossanese è proprio l’urgenza perenne in quanto obsoleto e serve un territorio troppo vasto. Tutte le mattine, il mio primo pensiero – dice l’assessore – è verificare che il conferimento sia andato a buon fine. Intanto i numeri parlano chiaro.
Solo nel 2014 abbiamo pagato alla Regione 1 milione e mezzo di euro e quest’anno le cifre aumenteranno del 50%. E a proposito del principio di premialità presentato nei giorni scorsi dal presidente Oliverio, - ribadisce Marisa Chiurco – è proprio
la Regione a doverci mettere nelle condizioni di essere virtuosi, fornendo più aiuti per gli impianti. Io stessa da ben due anni ho chiesto un aumento per il conferimento dell’umido. Bucita non ha la capienza necessaria e affrontare una situazione al limite, come quella dell’anno scorso in cui il blocco dell’impianto causò cumuli di rifiuti per strada e che ci costrinse a conferire fuori regione, non è più ammissibile. E al momento il mio comune è comunque tagliato fuori da ogni incentivo.
Un dato positivo però comunque c’è ed arriva dalla raccolta differenziata porta a porta di carta e multimateriale che, ci dice l’Assessore Chiurco, da gennaio di quest’anno abbiamo incrementato di oltre il 20%, così come le isole ecologiche in cui i cittadini possono recarsi per gettare il vetro ed il tal quale (sostanze secche dell’alimento). Inoltre è indubbio che da quando abbiamo iniziato a raccogliere l’umido porta a porta delle attività commerciali, consegnando loro i cassonetti per la raccolta differenziata, abbiamo notevolmente diminuito il volume dei rifiuti. Certo non vedere le montagne accatastate di buste non vuol dire che non c’è un continuo rischio.
La città è più pulita rispetto al 2013, però la cittadinanza deve capire che differenziare fa risparmiare. Meno mandi in discarica più si fa economia. Un’economia del rifiuto.
Parlando di Scala Coeli - continua l’Assessore - la questione non esiste. La priorità è fare meno scarto possibile e aumentare la differenziata. Noi stiamo fornendo ai cittadini tutte le possibilità per risparmiare proprio su ciò che si getta, tant’è che con il nuovo bando prevediamo di gestire diversamente la raccolta differenziata. Anche smaltire un rifiuto ingombrante non è più un problema con il servizio direttamente a domicilio. Eppure ancora si assiste all’impietosa scena di materassi, frigoriferi e forni da sgomberare. Costringendo i comuni a spendere un surplus che, comunque, ricade sulle tasche dei cittadini. E dire che
per contenere i costi e risparmiare basterebbe solo avere un po’ più di senso civico. E trattare la città come se fosse casa propria.