Rapani condanna l'aggressione della Comandante del Carcere di Co-ro da parte di un detenuto
Il senatore interviene sul grave fatto avvenuto nella casa circondariale: «Solidarietà e sostegno a chi serve lo Stato»

ROMA – «Un episodio indegno, da condannare con fermezza, senza esitazioni». Con queste parole il senatore Ernesto Rapani ha commentato la grave aggressione subita dalla comandante della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Corigliano Rossano. Un gesto violento che ha generato sconcerto e rabbia, toccando nel profondo la comunità penitenziaria e l’intero territorio. La comandante, figura di riferimento all’interno dell’istituto penitenziario, è stata presa di mira in circostanze ancora in fase di chiarimento. L’episodio, reso noto nelle scorse ore, ha fatto emergere con forza le difficoltà quotidiane vissute da chi lavora in carcere, spesso in condizioni operative complesse, con carenze di organico e situazioni di elevata tensione.
«Massima solidarietà alla comandante, una servitrice dello Stato che opera con dedizione e coraggio in un contesto non semplice – ha detto Rapani –. È inaccettabile che chi rappresenta le istituzioni venga colpito da azioni vili e spregevoli. Questi episodi vanno respinti con forza e stigmatizzati senza tentennamenti. Lo Stato non arretra di un millimetro, e lo dimostriamo con i fatti». Il potenziamento del presidio di Corigliano Rossano, deciso prima dell’aggressione, testimonia l’attenzione costante del senatore Rapani verso le criticità del sistema penitenziario jonico. Dal 2023 fino a gennaio 2025 sono già stati assegnati ben 22 nuovi agenti al presidio di Corigliano Rossano, a cui si è aggiunta la nomina del Direttore effettivo, figura centrale per garantire una guida stabile e autorevole all’istituto. Nelle prossime ore è inoltre previsto l’arrivo di un commissario e 5 vice ispettori, ulteriore segnale di un’azione concreta e continuativa volta a rafforzare la presenza dello Stato e sostenere il personale penitenziario sul territorio. Si tratta di un intervento mirato che rientra in un piano regionale più ampio, volto a rafforzare la sicurezza interna e a offrire maggiore supporto agli operatori penitenziari. La situazione del carcere rossanese, seguita da tempo dal senatore, ha richiesto misure concrete già prima che si verificasse il grave episodio, a conferma della necessità di agire con decisione e continuità, non solo sul piano operativo ma anche con segnali politici chiari e coerenti.
Il senatore Rapani ha voluto lanciare un messaggio preciso: non lasciare soli coloro che, ogni giorno, garantiscono l’ordine e la sicurezza nelle carceri italiane. «Siamo tutti chiamati a sostenere chi opera in prima linea. L’aggressione contro un comandante è un attacco a tutti noi. Servono risposte ferme, e noi le stiamo già dando». Un appello, quello del parlamentare, che va oltre il caso specifico e si rivolge all’intero sistema istituzionale. Secondo Rapani, la sicurezza degli operatori penitenziari è una questione che merita attenzione costante, investimenti mirati e una cultura della legalità che parta dal rispetto verso chi indossa una divisa.
La situazione nella struttura jonica non è nuova a episodi di tensione. Già in passato, sindacati e rappresentanti del personale avevano sollevato l’allarme su criticità legate al numero ridotto di agenti, all’assenza di figure direttive stabili e al sovraffollamento. L’arrivo dei rinforzi e del nuovo direttore rappresenta, per molti, un passo nella giusta direzione. Rapani ha infine ribadito l’impegno del governo e delle istituzioni a vigilare sulla sicurezza di ogni presidio dello Stato. «Chi colpisce un servitore dello Stato tenta di indebolire la credibilità delle istituzioni. Ma noi siamo qui, a ribadire che la legalità non si piega davanti alla violenza».