L'Accademia degli Spensierati e il mistero attorno a Giovan Camillo e Camillo Toscano
Una ricostruzione storica, dettagliata, documentata di Franco Joele Pace rimette in ordine date, fatti e circostanze
È apparso da qualche tempo sul quotidiano online l'Eco dello Jonio, in data 9 luglio 2023, un breve scritto dell'amico Franco Emilio Carlino attinente ad un personaggio della Rossano tardorinascimentale, soggetto questo che si vuole sia stato il promotore dell'Accademia degli Spensierati: 'Giovan Camillo' Toscano, questa l'identità personale in base ai miei studi, o soltanto 'Camillo' Toscano, secondo quanto ritiene il Carlino. Ma ecco cosa egli dice concisamente riguardo al citato protagonista rossanese.
«(...) Di Camillo o meglio ''Giovan Camillo, esponente di spicco dell'ambiente socio-politico cittadino'' come piace riportare a Francesco Pace Joele sappiamo che era figlio di Giovan Paolo Toscano e Jannella Lettieri. Tuttavia, prima di stendere alcune note biografiche su uno dei personaggi più insigne della casata Toscano, quale si dimostrò essere Camillo, nell'ambito del panorama culturale e politico della città, penso sia necessario fare una opportuna precisazione riguardo al suo vero nome, così come nel tempo, attraverso gli scritti, si è conosciuto, poiché, come detto, non manca chi sostiene che il vero nome di battesimo di Camillo Toscano sarebbe Giovan Camillo. Trovo difficoltà a sostenere questa tesi avendo potuto consultare diverse e accreditate fonti storiche oltre che il prezioso dattiloscritto di Casa Toscano: Cenni storici e genealogici sulla famiglia Toscano, compilato da fonte anonima dal quale si apprende che era dotto e preparatissimo e si fece ammirare per il suo talento, coltissimo negli studi classici delle lettere latine e greche. Nel documento, infatti, ritenendo le due persone diverse, si fa netta distinzione tra Camillo Toscano e Giovan Camillo Toscano, cui Filippo II, come scrive anche il de Rosis, con privilegio spedito da Madrid, nel 1590, per le sue doti militari gli concesse l'Ufficio di Vice Secreto e Maestro Portulano di Rossano, una carica già ricoperta precedentemente da Bernardino Toscano, nel 1481, per concessione di Ferrante d'Aragona, così come si evince anche da quanto annota il Gimma nella successiva nota. Pertanto nel prosieguo della biografia continuerò a nominarlo solo Camillo».
Entriamo dunque nel merito di questa prima parte del discorso col rilevare che il principale elemento documentario a cui si allude è un ''dattiloscritto'' anonimo dal titolo generico (Cenni storici e geneaologici sulla famiglia Toscano), uno scritto, cioè, privo di qualsiasi riferimento documentale e perciò molto confutabile. Ed infatti è abbastanza evidente che l'anonimo autore fa rimando al libro del barone Luca de Rosis: Cenno storico della città di Rossano, in cui si attesta, nel casato di questa famiglia, la presenza di due soggetti: un 'Camillo' ed un 'Giovan Camillo', senza tuttavia specificare il periodo storico di ciascuno di essi. Così, seguendo l'asserzione dello storico rossanese sappiamo che il Camillo «dottissimo nelle greche e latine lettere», oggetto del nostro contendere, fu fratello dell'arciprete Bernardino vissuto agli albori del '500 (p. 541, n. 2), constatazione temporale, però, in disaccordo con quanto lo stesso Carlino dirà in seguito. Il de Rosis, quindi, sostiene l'esistenza di un Camillo e di un Giovan Camillo ai quali assegna l'omonima paternità di Giovan Paolo Toscano senza specificare l'epoca in cui essi genitori sono vissuti.
Per ciò che riguarda, poi, l'attribuzione dell'Ufficio di Vice Secreto e Vice Mastro Portulano di Rossano, fatta a Giovan Camillo Toscano il 1590, bisogna precisare che essa non fu un nuovo privilegio assegnato per meriti militari, come si ritiene nell'articolo ‒ perchè questo beneficio era stato già conferito il 10 luglio 1481 al suo antenato Berardino ‒ , ma una riconferma di assegnazione secondo il sistema di successione ereditaria in feudalibus, come chiaramente riferisce il più competente Carlo Blasco nei Capitoli storici della Città di Rossano: « [...] Con privilegio spedito in Madrid sotto li 24 dicembre 1590 il Re Filippo II conferma la concessione fatta da Carlo V a Giovan Camillo Toscano dell'officij di Vicesegreto e Vice Mastro portolano della Città di Rossano, et a un suo herede che fu Giovan Paolo, e l'anno 1593 fu confermata per Rotilio figlio del suddetto Giovan Paolo»; cfr. Il citato manoscritto adespoto (ma di Carlo Blasco) pp. 125t., 126. Si evince, quindi, che Giovan Camillo, titolare della concessione, non era più tra i vivi nel 1593. Proseguendo nella sua narrazione Franco Carlino afferma che:
Nato a Rossano verso la metà del XVI secolo intraprese con successo la professione militare, facendosi apprezzare per il suo valore e coraggio. Fu promotore di quel movimento intellettuale nato sul finire del XVII secolo, e fondatore, insieme a Giacinto Gimma ed altri, in quell'epoca a Rossano, della formazione di un'Accademia detta degli Spensierati...
[...] Sull'Accademia – egli prosegue – credo sia utile riportare il pensiero del Gimma, studioso e letterato della stessa, che di Camillo così sosteneva: «[...] Camillo Toscano Uomo Nobile, ed ornato di Greca , e di Latina Letteratura, siccome rinvigoriva i Colleghi...».
Questo Camillo Toscano, quindi, sarebbe nato verso la metà del XVI secolo, avrebbe intrapreso la professione militare e sul finire del XVII secolo (cioè tra il 1680 e il 1690) avrebbe costituito l'Accademia degli Spensierati insieme all'abate Giacinto Gimma di Bari in quel tempo - sostiene Carlino - a Rossano.
Non so, in verità, dove l'amico Carlino abbia attinto tali notizie biografiche; è certo che il nostro Camillo non può essere nato verso il 1550 ed aver fondato l'istituto accademico dopo 120/140 anni, nè può averlo fatto insieme al Gimma ‒ vissuto tra il 1668 e il 1735 ‒ che oltretutto non è mai stato a Rossano. Va detto, inoltre, che la citazione sull'Accademia degli Spensierati, che è stata riportata in questo articolo, non è frutto del Gimma, ma bensì di Gaetano Tremigliozzi (Memorie Storiche della Società degli Spensierati di Rossano, raccolte da Gaetano Tremigliozzi, Consiglier Promotoriale della Medesima, pp. 401-412).
Premesso tutto ciò, vediamo ora i documenti d'archivio da me riportati, e sconosciuti a Franco Carlino, inerenti al nostro personaggio, cioè a Giovan Camillo Toscano. A parte il manoscritto del Blasco già ricordato in precedenza, è essenziale richiamare alla mente alcuni rogiti di notai cinquecenteschi nei cui atti compaiono, oltre al più volte citato Giovan Camillo, numerosi protagonisti del casato Toscano, ma nessuno di nome Camillo. Va premesso che i titoli assegnati nei documenti notarili, cioè quelli di magnifico e di domino, stanno ad indicare il ''nobile patrizio'' e, in casi specifici, il titolare di una concessione feudale, ossia il padrone (nei documenti regi: dominus noster seguito dal titolo feudale).
1) M(agnifi)co Luca Matteo Toscano, 23 maggio 1557; 2) M(agnifi)co Cesare Toscano, 5 e 23 gennaio 1569; 3) M(agnifi)co Muzio Toscano, 3 novembre 1575; 4) M(agnifi)co Fabrizio Toscano, 10 ottobre 1575; 5) Domino Silvio Toscano, 5 luglio 1619, al quale, secondo il de Rosis, Filippo II confermò l'Ufficio di Vice Segreto e Vice Mastro Portulano della città di Rossano; 6) M(agnifi)co Pompeo Toscano, 29 gennaio 1619, capitano espertissimo, a dire dello stesso storico, nell'arte militare; 7) M(agnifi)co Giovan Paolo Toscano, 5 novembre 1575, 7 agosto 1577, 5 gennaio 1569, occasione in cui è testimone al rogito del M(agnifi)co Cesare Toscano insieme al Domino Giovan Camillo Toscano, al M(agnifi)co Mario Toscano ed altri; 8) M(agnifi)co Lucio Toscano, 4 novembre 1575; 9) Eccellentissimo Domino Giovan Camillo Toscano, 3 novembre 1575, appare, quale erede di Bernardino Toscano, nella qualità di Regio Portolano del Fondaco di Rossano, 5 agosto 1577, da cui si evince che abitava nel luogo detto S. Antonio, ossia nel palazzo sito nell'attuale piazzetta Toscano Mandatoriccio.
È importante aggiungere a quest'ultimo dato ciò che rileva in un suo significativo saggio lo storico Mario Falanga riguardo ad una posteriore concessione fatta allo stesso Berardino Toscano dell'ufficio regio di ''Secreto del sale'' tra il 1497 ed il 1507: «Berardino Toscano de Russano l'officio di Secreto del fundico del sale di detta città»; cfr. M. Falanga, Il manoscritto da Como fonte sconosciuta per la storia della Calabria dal 1437 al 1710, in «Rivista Storica Calabrese», n. 1-2 (1993), pp. 223-315.
di Francesco Joele Pace