1 ora fa:Cisl Calabria chiede di modificare la legge di bilancio. Sul Ponte sullo Stretto: «Opera da realizzare»
3 ore fa:Autismo, Straface: «Lavoriamo ad un piano con al centro persona e famiglie»
2 ore fa:Insuccesso della Zes Unica in Calabria, Senese (Uil): «Regione poco scelta per mancanza di infrastrutture»
14 ore fa:«La democrazia vive quando chi governa non si sottrae, ma si espone»
3 ore fa:I bimbi del Magnolia "si sporcano le mani" per la Festa dell'Albero
44 minuti fa:"Dalla neve… al gelato" di Massimiliano Tagliaferro entra nelle scuole di Co-Ro
14 minuti fa:Oltre l’accoglienza: l’inclusione passa dai banchi di scuola
4 ore fa:Stasi sull'Alta Velocità: «Il Governo riapra alla vera infrastruttura per il Sud»
1 ora fa:Siglata prima intesa in Italia tra un Parco marino regionale (Amendolara) e un Parco nazionale montano (Pollino)
2 ore fa:Alla Lega Navale di Cariati un incontro su “Sinergia tra Territorio e Istituzioni " promosso da FdI

Fullone racconta la prigionia a Ketziot: «Trattati come materiale biologico»

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO- “Vi invoco/ stringo le mani/ e bacio la terra sotto ai vostri sandali/ e dico: vi riscatterò/ ho custodito l’erba verde/ sulla tomba dei miei avi/ ho affrontato il mio oppressore/ orfano, nudo, scalzo”. 

Tawfiq Zayyad è il “poeta della protesta”, capace di affrontare tutte le diaspore e le ribellioni del popolo più martoriato della terra. Dalla Nakba al desiderio legittimo di autodeterminazioni con le Intifada.

Partendo dalla sensibilità di un popolo si può giungere al motivo di abbracciarne la causa. Vincenzo Fullone, reduce dalla prigionia in Israele, ha incontrato, presso la delegazione comunale di Corigliano-Rossano in piazza Montalti, chi in città sente vicina la Palestina.

Cinque giorni di prigionia nel carcere israeliano di Ketziot, nel deserto del Negev. È questa l’esperienza che Fullone ha voluto raccontare pubblicamente, con parole cariche di dolore ma anche di lucidità.

Avrebbe voluto che al suo posto fosse liberato un pediatra di Gaza, spiegando che era certo che, prima o poi, la libertà gli sarebbe stata concessa. «Io sarei uscito comunque – ha detto – lui forse no».

Durante la detenzione, Fullone racconta di essere stato trattato come materiale biologico. Insieme ad altri, tutti disarmati, si è trovato di fronte a una macchina da guerra che li teneva costantemente sotto tiro. «La gente sveniva, si urinava addosso. Io sono stato spogliato, e hanno calpestato la mia kefiah», ha aggiunto.

Ha poi sottolineato il sostegno ricevuto dai ragazzi palestinesi con cui ha condiviso quei giorni: «Non mi hanno mai lasciato solo».

Per una questione morale, ha rifiutato di incontrare la console italiana e altri rappresentanti diplomatici: «Non potevo accettare un privilegio che a loro è negato».

Fullone ha voluto ricordare la sorte dei palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane: «A differenza mia, loro non escono più. Escono cadaveri, spesso senza organi. Sono oltre 9.000 i prigionieri palestinesi».

Nel corso dell’incontro, Abu Salem ha aggiunto una riflessione sulla resistenza palestinese, denunciando l’“arroganza e ferocia sionista” e definendo quanto accade “un genocidio sotto gli occhi del mondo”.

La serata si è conclusa con un invito alla mobilitazione: esprimere solidarietà concreta al popolo palestinese, pressare i governi e boicottare i prodotti israeliani come forma di resistenza civile.

Josef Platarota
Autore: Josef Platarota

Nasce nel 1988 a Cariati. Metà calovetese e metà rossanese, consegue la laurea in Storia e Scienze Storiche all’Università della Calabria. Entra nel mondo del giornalismo nel 2010 seguendo la Rossanese e ha un sogno: scrivere della sua promozione in Serie C. Malgrado tutto, ci crede ancora. Ha scritto per Calabria Ora, Il Garantista, Cronache delle Calabrie, Inter-News, Il Gazzettino della Calabria e Il Meridione si è occupato anche di Cronaca e Attualità. Insegna Lettere negli istituti della provincia di Cosenza. Le sue passioni sono la lettura, la storia, la filosofia, il calcio, gli animali e l’Inter. Ha tre idoli: Sankara, Riquelme e Michael Jordan.